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La Capponadda, piatto genovese ideale con il caldo e l’afa

La Capponadda, piatto genovese

La Capponadda è un piatto ideato secoli fa nel levante ligure e a detto di molti, a San Rocco di Camogli. Il piatto è salutare e adatto ad essere consumato in estate quando il caldo ci indolenzisce e si ha bisogno di qualcosa di sfizioso, stuzzicante e leggero.

La preparazione è facilissima: ammollare una galletta del marinaio in acqua con l’aggiunta di un cucchiaio di aceto, poi strizzarla, romperla e metterla in un’insalatiera. Cospargerla di olive Taggiasche nere, capperi e pezzetti di acciughe salate sciacquate bene sotto l’acqua del rubinetto. Condire con olio di oliva extra vergine, qualche goccia di aceto e poco sale.

Nelle molte località del levante, aggiungono fettine di cipolla, pomodori bei maturi, tonno, origano, alcuni l’uovo sodo. Esistono diverse varianti, perché tutti abbiamo quella fantasia creativa che ci distingue da altri paesi osservanti di regole irremovibili anche in cucina.

A San Rocco, di Camogli, la località a picco sul mare con vista mozzafiato sul Golfo Paradiso a luglio si fa la sagra della Capponadda, sempre gradita dagli abitanti e novità per i turisti e villeggianti.

Chi desidera conoscere e apprezzare questo piatto può passare da San Rocco di Camogli sabato 13 dalle ore 18.30 e domenica 14 luglio dalle ore12.30 alle 22 dove si svolge la Sagra della Capponadda.

Storia della Caponadda ligure

Se noi guardiamo la lista degli ingredienti si capisce perché la capponadda fosse il piatto perfetto per marinai, pescatori e rematori delle galere impegnati in lunghe traversate durante i secoli di dominio del Mar Tirreno da parte della Repubblica di Genova.

Era il piatto veloce da preparare, non richiedeva cottura e valorizzava gli alimenti disponibili a bordo, quando si navigava mesi senza toccare porto. Le “gallette del marinaio” è pane secco e schiacciato è sempre stato presente a bordo delle navi perché si conservava per tanti mesi. Anche il condimento era facilmente reperibile: aglio, olio, acciughe, olive e capperi e aceto per ammorbidire la galletta.

Il pomodori e le uova sode sono aggiunte dei giorni d’oggi, i marinai se le sognavano… si doveva vogare e tirare reti di giorno e di notte. Unica concessione al palato era l’uso del “mösciame”, una preparazione di filetto di pesce essiccato, in passato era la carne dei delfini che si impigliavano nelle reti dei pescatori; oggi vietato il mösciame si usa la ventresca di tonno.

La parola pronunciata: mösciame in genovese, era apprezzato al punto da far pensare che il nome derivi dal termine dialettale genovese “muscio” che vuol dire persona dai gusti difficili e sofisticati, anche se la spiegazione più plausibile porta al vocabolo arabo mossammed che significa cosa dura e secca, diventato poi mojama in spagnolo. ABov