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Il Nano Morgante | L’elettro-blues di Ragazzetto

Federico “Ragazzetto” Branca

L’argomento “musica” è utile per rimarcarne la funzione, il canone ampiamente titolato a sintonizzare l’anima dell’essere umano, chiamato a sollecitarne e coglierne l’essenza, richiamando per comoda comparazione quanto afferma l’edenico Holderlin: “sono stato allevato dall’armonia del bosco”.

Non possiamo trascurare il fatto che la natura stessa abbia in sé una originaria musicalità, espressa a più voci,  la cui melodia, divina o diabolica, è, tra l’altro, l’oggetto di una appassionata ricerca nel testo “Melodien” di Helmut  Krausser.

Sia come sia,  transitando dalla musicalità delle fronde di un bosco a quella delle corde di una chitarra elettrica o del battere delle percussioni, la serata del 6 luglio us ai bagni Liggia di Genova  ha ottimamente espresso l’ambiente ideale in cui razzola l’interessante sonorità di Federico Branca “Ragazzetto” e del suo gruppo.

Una sonorità, per sua sintetica descrizione, “elettro blues dalle tinte pop, con brani orecchiabili, con elettronica ed influenze black”.

Questa sonorità,  mescolanza dei vari generi sopra enunciati, elaborati in una resa da un “sound” caloroso e conviviale, rappresenta bene l’energica spinta che “ragazzetto”  dona:  un impegno, il suo e quello della sua generazione, nel disseppellire e ricostituire quei valori, quei sentimenti, quegli ideali semplici, che la nostra società consumista ed individualista ha, con somma evidenza, destituito. A tal punto da giungere alle odierne confuse sorti.

Il mash-up  etico-conviviale si legge (si ascolta) proprio nella forza spontanea dei testi e nel ritmo generoso che irrompe e dirompe dal palco: e riecheggiato, tra l’altro, dai video che, coerentemente, espongono la naturalistica filosofia di “Ragazzetto” e del suo gruppo.

Un’esibizione avvincente, in cui alcuni brani percussivi hanno richiamato, in qualche modo, la sonorità dei Prodigy.

A FedericoRagazzettoBranca, “front man” del gruppo,  possiamo assegnare la capacità e la sensibilità di ideare ed interpretare una “musica” (che etimologicamente significa “arte delle Muse”)  d’intrattenimento multi-tasking,  che, sotto forma di una energia udibile ed edibile socialmente, transita e fluisce in ciascuna nota musicale. Per il gioioso e spontaneo dimenarsi dei presenti.

Massimiliano Barbin Bertorelli