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Il Nano Morgante | Il Soggiorno in luogo straniero

Il Nano Morgante | Il Soggiorno in luogo straniero

L’uomo, come specie e come genere, ha la necessità di soffermarsi periodicamente sul significato di certe sue emozioni. Tanto di quelle che lo esaltano, quanto di quelle che lo affliggono.

La questione si pone inesorabile: un’attitudine umana che emula la falena, quando, volando istintivamente intorno alla fiamma, ne resta bruciata.

Così l’uomo, una volta identificate queste re-azioni istintive ed emotive, potendole via via elaborare e descrivere a se stesso, ne rinviene, dandosene il tempo, proposizioni utili per compitarne un baedeker: un libretto di istruzioni personale per soggiornare nell’esistenza con domestico agio.

L’essere umano soggiorna infatti spesso in luoghi estranei. Egli stesso è non di rado un  luogo straniero, in cui trova incertezza e conflitto, anfratti e labirinti, oasi e miraggi.

Data questa arcana dimensione, come impegnarsi al meglio per illuminare il soggiorno mondano e tradurne elementi di armonia? In tale sospinta bi-direzionalità, l’ intelletto introspettivo e l’ auto-indagine paiono non sempre  corrispondere alle attese.

Un proposito utile è trovare, da qualche parte, la strenua volontà di riconoscere le note stonate, di arginarne gli effetti e calibrarne le cause,  di un costituirsi armonico con sana ambizione di specie (e senza insulse implicazioni di genere). Se del caso, anche risalire alla sorgente, come percorressimo a ritroso un corso d’acqua.

Riecheggiando, per tiepido conforto, le antiche parole di Marco Aurelio  “l’esistenza è un  soggiorno in terra straniera”,  contemplo in tale frangente la presenza emozionante ed insopprimibile dell’esperienza, come un “rischio da correre”.

E come altrimenti potrebbe definirsi l’esperienza se non un soggiorno in uno sconfinato luogo straniero, che, a mano a mano, si muta in domestico?

Massimiliano Barbin Bertorelli