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Goletta Verde sulle coste della Liguria

Goletta Verde sulle coste della Liguria

A Ponente 5 punti su 11 campionati da Legambiente risultano inquinati, in tutta la Regione su 23 punti, 9 superano i limiti di legge

Legambiente: “La situazione in Regione è diventata cronica, bisogna accelerare con i controlli. Gli enti preposti svolgano analisi suppletive”

Qui la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi

Genova 11 agosto 2020. Degli 11 punti monitorati sulla costa, 5 risultano oltre i limiti di legge, giudicati “inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.

È questa in sintesi una fotografia scattata lungo le coste di Ponente della Liguria da un team di tecnici e volontari di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. I dati seguono quelli già presentati al pubblico sulla Liguria di Levante in cui su 12 punti analizzati, 4 sono risultati “fortemente inquinati”.Per la prima volta quest’anno la Goletta non segue il classico itinerario coast to coast a bordo dell’imbarcazione, che si prende una piccola pausa nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia. Il viaggio ideale lungo la Penisola vive infatti di una formula inedita, ma che ugualmente punta a non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e sugli abusi che minacciano le coste italiane.

La 34esima edizione di Goletta Verde vede come partner principali CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Partner sostenitore è inveceRicrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio. La campagna 2020 è inoltre realizzata con il contributo diFastweb. Media partner è la Nuova Ecologia.

Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde

È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, rivi, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Le località costiere, inoltre, spesso pagano problematiche che si estendono fino ai comuni dell’entroterra. La denuncia sulle carenze depurative da parte di Legambiente vuole provare a superare questo deficit cronico, anche per tutelare il turismo e le eccellenze dei territori. Il monitoraggio delle acquenella Liguria di Ponente è stato effettuato il 3 e il 4 agosto scorsi, da volontari e volontarie dell’associazione.

I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

Sulla costa di Ponente in Liguria sono stati 5 i punti monitorati in provincia di Savona. Due di questi sono risultai “inquinati”: si tratta di un punto alla foce del fiume Centa nel Comune di Albenga e di un punto alla foce del fiume Quiliano a Savona. Gli altri tre punti risultano entro i limiti e sono il punto alla foce del torrente Maremola nel Comune di Pietra Ligure, il punto alla foce del fiume Pora a Finale Ligure e il punto alla foce del canale sul lungomare Diaz a Ceriale.

6 i punti indagati da Goletta Verde in provincia di Imperia. Tre di questi sono risultati “inquinati”, un punto alla foce del fiume Roja a Ventimiglia, un punto alla foce del torrente Nervia fra Ventimiglia e Camporosso e un punto alla foce del torrente Argentina nel Comune di Taggia. Gli altri tre punti sono risultati nei limiti e sono il punto in spiaggia alla foce del rio Crosio, il punto in spiaggia di fronte il torrente San Romolo a Sanremo e il punto alla foce del torrente San Pietro a Diano Marina.

Precedentemente erano stati annunciati i risultati del resto della costa ligure, 12 punti in totale. I punti monitorati in provincia di Genova sono stati 5. Tre di questi sono risultai “fortemente inquinati”: si tratta di un punto a mare di fronte la foce del torrente Nervi, nel Comune di Genova, di un punto a mar di fronte rio San Siro a Santa Margherita Ligure, e di un punto corrispondente allo sbocco del canale nei pressi della foce del torrente Entella, tra i territori comunali di Chiavari e Lavagna. Entro i limiti di legge sono risultati i punti sulla spiaggia di fronte Rio Poggio a Bogliasco e su un punto a mare di fronte la foce del torrente Recco nell’omonima località ligure.

7 i punti indagati da Goletta Verde in provincia di La Spezia. Uno di questi è risultato “fortemente inquinato”, un punto a mare nei pressi dello scarico sotto al belvedere in località Manarola a Riomaggiore. Si tratta di un punto presso lo scarico sotto al belvedere in cui nelle settimane scorse, a causa di una rottura di una delle tubazioni, si sono verificati alcuni problemi, monitorati dalle autorità preposte. Tutti entro i limiti gli altri punti in provincia: sulla spiaggia di fronte la foce del Rio Castagnola, tra i territori comunali di Deiva Marina e Framura; sulla spiaggia presso la foce del canale nei pressi di “Venere Azzurra” a Lerici; sulla spiaggia di fronte al canale in località Marinella a Sarzana; sulla spiaggia Fiumaretta ad Ameglia; sulla spiaggia di fronte la foce del canale di Piazza Garibaldi a Monterosso al Mare e sulla foce del rio Molinello tra Vernazza e Riomaggiore.

“Le analisi delle acque costiere del ponente ligure – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – confermano una situazione divenuta purtroppo cronica per tutta la regione. Che si tratti di canali, rivi, torrenti o fiumi quando la loro portata d’acqua è sufficiente a raggiungere le coste delle città più grandi o le aree marine protette, le spiagge ed il mare dei borghi costieri, sfociando trasportano un carico batteriologico inquinante.

È su questi sistemi ecologici che bisogna accelerare i controlli, indagando e approfondendo in modo puntuale la ricerca sui luoghi di immissione di scarichi abusivi, condotte che perdono, mancata manutenzione e scarsa depurazione perché questi sono i principali indiziati dell’inquinamento costiero che abbiamo rilevato.

Invitiamo gli enti preposti il cui territorio comunale ricade lungo i corsi d’acqua, dalla costa all’entroterra, anche aggregandosi tra loro, ad effettuare analisi suppletive, in modo da identificare, isolare e intervenire sui punti problematici che verranno rilevati.”

Il monitoraggio scientifico

I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti da tecnici e volontari di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori certificati sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli). Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.

LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:

INQUINATO = Enterococchi intestinali >200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >500 UFC/100ml.

FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali >400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >1000 UFC/100ml.

Permangono le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Dei cinque punti oltre i limiti di legge, 4 foci quindi ricadono, secondo i dati del portale acque del Ministero della Salute, entro aree giudicate balneabili dalle autorità competenti e che quindi meriterebbero maggiore attenzione vista la potenziale presenza di bagnanti lungo quei tratti di costa. Per di più che nei 4 punti risultati inquinati ed in zone giudicate balneabili i tecnici di Goletta verde non hanno trovato traccia del cartello di informazione sulla qualità delle acque, lo strumento obbligatorio per legge che permetterebbe ai bagnanti di sapere delle potenziali criticità dell’area dovute alla presenza delle foci di torrenti e fiumi e che potrebbe prevenire l’insorgere di possibili problemi.

Anche per l’edizione 2020 il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Legambiente, Goletta Verde e di Goletta dei Laghi. Nel 2019 il CONOU ha provveduto in Liguria alla raccolta di 4.844 tonnellate di olio lubrificante usato. L’olio minerale usato è un rifiuto pericoloso che, se smaltito impropriamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Se gestito e rigenerato correttamente, può divenire una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti.

“Preservare l’integrità degli ecosistemi acquatici è un obiettivo centrale per il CONOU, impegnato da 36 anni ad evitare che un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato possa danneggiare i nostri mari e laghi. Basti pensare che, dall’inizio della sua attività, il Consorzio ha salvato dall’inquinamento una superficie grande due volte il mar Mediterraneo” dichiara Paolo Tomasi, Presidente del CONOU.