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Foibe e pulizia etnica dei partigiani titini. Medusei: mai più ostracismo della storia

Esodo e foibe, 10 febbraio Giorno del Ricordo

Questa mattina, in videoconferenza, si è svolta la seduta solenne del Consiglio regionale, che ha anticipato il Giorno del Ricordo che in Italia si celebra il 10 febbraio.

La cerimonia è stata istituita dalla legge regionale del 24 dicembre 2004 intitolata “per l’affermazione dei valori della Memoria del Martirio e dell’Esodo dei Giuliano Dalmati” e rappresenta il tributo della Liguria in memoria delle vittime italiane, oltre 12mila infoibate e 350mila sfollati, della feroce persecuzione attuata dalle formazioni comuniste partigiane del maresciallo Tito contro la popolazione italiana della Venezia Giulia, Istria e Dalmazia dal 1943 fino al primo dopoguerra in tempo di pace.

Una pulizia etnica di uomini, donne, bambini, preti e altri innocenti uccisi o perseguitati soltanto perchè italiani che oggi, dopo lunghe pagine buie, viene ricordata anche come l’Olocausto italiano.

Il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei (Lega) ha invitato gli ospiti ha osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime della persecuzione; è seguita la proiezione del filmato dell’Istituto Luce “L’esodo degli Italiani da Pola”, con le toccanti immagini della fuga precipitosa di centinaia di migliaia di persone, dei saluti fra le lacrime, delle povere masserizie accumulate in tutta fretta in porto prima di imbarcarsi per l’Italia.

L’orazione ufficiale è stata tenuta da Franco Papetti, presidente dell’Associazione Italiani Fiumani nel Mondo e vice Presidente vicario di Federesuli, l’associazione che coordina le più importanti associazioni degli esuli fiumani, giuliani e dalmati.

“Questa mattina , con sei giorni di anticipo per motivi legati alla presenza del  nostro ospite, il presidente dell’associazione Italiani Fiumani nel mondo Franco Papetti, ho presieduto il Consiglio regionale in seduta solenne in occasione del Giorno del Ricordo in segno di deferente omaggio nei confronti di tutte le vittime delle foibe e della tragedia degli Italiani della Venezia Giulia, dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia dal 1943 al primo dopoguerra.

L’Assemblea legislativa della Liguria ha celebrato quella che si deve riconoscere come la più grande strage di italiani in tempo di pace.

Questa è l’essenza di questo giorno, una tragedia che ha subìto per oltre 50 anni l’ostracismo della storia e che ha costituito un oltraggio per le vittime tutte.

Sia per quelli che persero la vita nelle nere gole del Carso, come quelli che furono costretti a fuggire per salvarsi.

L’esilio non si sceglie, l’esilio si subisce, è la risposta estrema alla più estrema minaccia. Furono poco più di un centinaio i campi profughi, vennero adattate alla benemeglio allo scopo conventi, ospedali, caserme, edifici scolastici e fin anche i campi di concentramento e di prigionia. Tra i tanti ricordiamo la Risiera di San Sabba e il campo di concentramento di Fossoli.  Fu così anche in Liguria che vide l’allestimento fortunoso dell’ex colonia marina Fara a Chiavari e della caserma Ugo Botti a La Spezia.

Oggi facciamo memoria delle vittime delle foibe e del dolore e dei patimenti degli esuli, convinti che comprendere a fondo le vere ragioni storiche, capire le implicazioni politiche a livello internazionale, studiare le dinamiche che presiedettero il sogno panslavista, con lucida obiettività storica, senza sconti e senza pregiudiziali, sia l’unico modo di rendere loro onore”.