Home Cronaca Cronaca Italia

Ecco i 13 nomi della lista consegnata ai pm dalla GdF: ancora zero indagati

Ponte Morandi a Genova

Ecco il primo elenco delle persone che potenzialmente potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati a seguito del tragico crollo del Ponte Morandi (43morti) avvenuto il 14 agosto scorso.

L’agenzia Ansa, citando come fonte gli investigatori genovesi della Guardia di Finanza, ha riportato che i manager  in qualche modo consapevoli della pericolosità del viadotto Morandi risultano tredici. Potenzialmente, quindi, potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati, anche se al momento è stato confermato che la procura genovese non ha ancora deciso in tal senso.

Inoltre, il numero potrebbe aumentare a 25 considerando che in passato altri hanno avuto ruoli di responsabilità nella manutenzione e controllo del viadotto Polcevera (v. articolo precedente).

Crollo Ponte Morandi: GdF consegna lista 13 nomi, ma ancora nessun indagato

Per la Società Autostrade: Fabio Cerchiai (presidente), Giovanni Castellucci (Ad), Paolo Berti (direttore centrale operazioni), Michelle Donferri Mitelli (direttore maintenance e investimenti) e Stefano Marigliani (direttore primo tronco).

Per Spea engineering, controllata da Aspi che avrebbe dovuto eseguire la ristrutturazione ai tiranti: Antonio Galatà (amministratore delegato), Massimo Bazzarelli (coordinatore attività progettazione ufficio sicurezza), Massimiliano Giacobbi (responsabile progetto retrofitting dei tiranti).

Nell’elenco sarebbero compresi anche cinque i funzionari pubblici.

Tre della Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali (Roma): Vincenzo Cinelli (capo), Bruno Santoro (responsabile controlli qualità servizio autostradale), Giovanni Proietti (capo divisione analisi e investimenti).

Quindi il Provveditore alle opere pubbliche di Liguria e Piemonte Roberto Ferrazza e il capo ufficio ispettivo territoriale Carmine Testa.

Dallo scambio di comunicazioni e carteggi tra le due articolazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) secondo gli inquirenti si sarebbe si comprende come anche al Ministero “vi fosse certezza che sul Morandi si stava perdendo tempo”.