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Campomenosi: non solo Recovery Fund, Governo assente anche su turismo e trasporti

Europarlamentare genovese Marco Campomenosi (Lega)

“Non solo la confusione e la disinformazione sul Recovery Fund, il Governo italiano si è dimostrato anche assente ai tavoli di Bruxelles per salvare settori decisivi e indicare priorità per il futuro.

Ho sottolineato queste criticità nell’audizione in Parlamento Europeo coi ministri portoghesi ai Trasporti e del Turismo che gestiranno questi settori fondamentali nel semestre di Presidenza Ue appena iniziato, evidenziando alcuni temi da affrontare con urgenza”.

Lo ha dichiarato oggi l’europarlamentare ligure Marco Campomenosi (Lega) intervenendo durante la seduta della Commissione Trasporti e Turismo rivolgendosi ai Ministri portoghesi, Stato che ha assunto la presidenza di turno del Consiglio Europeo.

“I ritardi  – ha spiegato Campomenosi – nella realizzazione del tunnel del Brennero e delle opere accessorie preoccupa molto, assieme all’inasprirsi dei divieti illegittimi e assurdi alla circolazione di mezzi pesanti emanati dal Tirolo, ma dal Ministero e da Bruxelles ancora tutto tace.

Per l’applicazione della direttiva servizi alle concessioni marittimo-demaniali, è grave che la Commissione abbia inviato al nostro Paese una lettera di messa in mora, creando ulteriore incertezza e timori nel settore turistico Italiano, già molto colpito dalla crisi.

Il Governo deve affrontare il problema rapidamente, difendendo la riforma varata e voluta dalla Lega grazie all’allora ministro Centinaio.

Altro tema su cui c’è scarsa chiarezza è la procedura di infrazione contro l’Italia sulla tassazione dei porti: non si capisce quale sia l’idea di portualità a cui fa riferimento l’Ue, che sembra curarsi solo di una generica richiesta di aumento della tassazione che danneggia la competitività, i traffici e gli investimenti nei nostri scali.

Per il turismo, interi settori, come i servizi di bus turistici e la croceristica, sono esclusi dagli aiuti e dai sostegni perché formalmente viene loro riconosciuta la possibilità di operare, ma nei fatti, per colpa dell’epidemia e delle sue conseguenze, non stanno lavorando se non ai minimi termini e necessitano di interventi urgenti.

Il Governo uscente che si definiva ‘europeista’ non ha difeso gli interessi italiani e ha portato a casa zero risultati, mentre l’Ue resta immobile sui temi vitali per imprese e lavoratori Italiani e quando agisce lo fa in maniera scoordinata, causando ripercussioni negative su categorie già in difficoltà per la pandemia. Serve con urgenza un cambio di passo, a Roma e a Bruxelles”.