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Becchi: sanzioni e invio armi non sono servite a nulla, l’orso russo si è risvegliato

Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin (foto di repertorio fb)

C’era tanta attesa per il discorso alla Federazione Russa di Vladimir Putin, ma credo nessuno ne abbia capito in Italia la portata.

Lo si metterà insieme agli altri, riportando i dati negativi delle borse e domani lo si sarà già dimenticato.

Eppure in nessun discorso precedente aveva denunciato con tanta insistenza la NATO, in nessun discorso precedente aveva detto che la NATO di fatto già combatte in Ucraina contro i Russi, ritenendola diretta responsabile di quello che accade in Donbass.

Putin dice che l’Occidente ha ormai passato tutti i limiti, è qui chiaro il riferimento al premier inglese con le sue irresponsabili minacce nucleari. E’ chiaro che la Russia ora reagirà, difendendo la propria sovranità.

Perché questo richiamo? Ma è evidente: i referendum annunciati mirano alla annessione alla Russia dei territori del Donbass, esattamente come avvenuto in Crimea.

Dopo quei referendum ogni attacco su quel territorio verrà ritenuto un atto di guerra contro la Russia.

Certo l’Occidente non riconoscerà i risultati di quei referendum, ma se lo faranno altri Paesi come la Cina o l’India, Putin avrà raggiunto il suo obbiettivo. E comunque la Russia difende in questo modo il suo status di grande potenza mondiale che agisce (come gli americani hanno sempre fatto) nel proprio autonomo interesse.

In questo caso non possiamo dimenticare che l’operazione militare russa è avvenuta per difendere i russi nel Donbass e porre fine al massacro che la popolazione civile russa subisce almeno dal 2014.

Le sanzioni e l’invio di armi non sono servite a nulla e l’orso russo si è ora risvegliato. E l’operazione militare può trasformarsi ora in una guerra totale. Prof. Paolo Becchi