Home Politica Politica Mondo

Becchi: espansionismo militare Nato, Putin ha dovuto reagire. Guerra c’é da 8 anni

Battaglione Azov, in posa col saluto nazista (foto di repertorio fb)

Analisi controcorrente sulla guerra in Ucraina. Su gentile concessione del prof. Paolo Becchi, ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Genova, pubblichiamo l’intervista rilasciata ad Americo Mascarucci per Lospecialegiornale.it e riportata sul blog del professore genovese.

“Professore, sembrerebbe che lei sia l’unico sovranista in Italia a non aver rinnegato Putin.

“Proprio così. Sono gli altri ad aver cambiato posizione, io sono rimasto coerente. C’è chi come Fratelli d’Italia ha completamente cambiato linea, con Giorgia Meloni che si è riscoperta atlantista ed è volata negli Usa.

Matteo Salvini mi pare si sia adeguato come del resto ha fatto fino ad oggi sull’emergenza sanitaria. Ha detto che non bisogna inviare armi ma poi in Parlamento ha votato come tutti gli altri. Sono state pochissime le eccezioni. Probabilmente sarebbe stato molto difficile per la Lega assumere una posizione diversa, ma ritengo comunque un errore non averlo fatto perché bisogna capire bene chi sono gli aggressori e gli aggrediti”.

Chi sono?

“E’ troppo facile dire che l’aggressore è Putin perché è entrato in territorio ucraino. Ma la guerra non si è iniziata quattro giorni fa, sono otto anni che dura nel Donbass e nessuno ha denunciato i crimini che sono stati commessi in quei territori. Nessuno ha organizzato marce della pace per le popolazioni russe che hanno patito e stanno patendo le pene dell’inferno.

Il problema è che in questo momento non è possibile esporre un punto di vista diverso, si deve per forza dare addosso a Putin descrivendolo come un criminale.

Pensarla diversamente non è permesso dal mainstream. Ma io vado avanti”.

Putin quindi a suo giudizio è stato provocato, non è l’unico responsabile della situazione?

“Non conta chi ha sparato il primo colpo, anche perché se andiamo a guardare di colpi ne sono stati sparati tanti e da tutte le parti, ad iniziare proprio dal Donbass. Andiamo piuttosto a vedere chi ha creato le condizioni perché si sparasse il primo colpo.

Mi pare evidente che Putin si è trovato a dover reagire ad una situazione di accerchiamento della Russia.

Da quando è crollata l’Unione Sovietica la Nato ha portato avanti progetti espansionistici in tutti i Paesi che appartenevano al Patto di Varsavia e all’Urss.

Era ovvio che di fronte alla prospettiva di far entrare anche l’Ucraina nella Nato Putin reagisse. Tenendo presente che in Ucraina vive una minoranza russa che è molto forte e maggioritaria in alcune regioni.

La situazione andava fermata prima, c’erano tutte le condizioni per un’azione diplomatica, nel Donbass si doveva intervenire già otto anni fa, invece nessuno si è preoccupato di ciò che stava avvenendo. Soltanto il compianto Giulietto Chiesa ne parlava, evidenziando come la situazione rischiasse di degenerare ed esplodere. Ed è ciò che è avvenuto”.

Però tutti stanno dando la colpa alla Russia, l’Italia in testa a tutti.

“Era scontato che avvenisse. Mi indigna vedere che nel Parlamento italiano nessuno si sia dissociato dal discorso di Mario Draghi che ha paragonato la guerra in Ucraina all’invasione della Polonia da parte di Hitler. Una vera e propria dichiarazione di guerra contro la Russia.

Mi chiedo come faremo a riallacciare relazioni diplomatiche con la Russia dopo certe dichiarazioni.

Ci dimentichiamo con troppa facilità che la Russia è una parte dell’Europa, anzi è una delle due europe. C’è la nostra Europa che deriva dall’Impero Carolingio, poi c’è quella che scaturisce dall’Impero Romano d’Oriente e arrivava fino a Bisanzio, con Mosca ‘terza Roma’.

Abbiamo una radice comune che unisce queste due europe ed è il cristianesimo. Da noi il cristianesimo è stato annacquato di nichilismo, mentre in Russia questa cosa non è stata accettata, lì Dio è ancora molto forte, in contrapposizione proprio al nichilismo occidentale. Direi che c’è una guerra spirituale prima ancora che politica.

Ora spediamo armi all’Ucraina per farle finire nelle mani di ragazzi inesperti mandati al massacro per poi poter fare l’elenco dei morti e dare la colpa a Putin. E’ incredibile quello che sta avvenendo”.

Come mai tanta paura, non di difendere Putin, ma di cercare le responsabilità a monte della crisi ucraina?

“Stiamo rivivendo lo stesso scenario della pandemia da coronavirus. Con Mario Draghi che ci ha ripetuto che se non ci vaccinavamo ci saremmo ammalati, saremmo morti e avremmo fatto morire gli altri.

Una falsità assoluta, visto che ci si è ammalati e si è morti anche con il vaccino. Adesso lo stesso gioco si sta facendo con la guerra, paragonando Putin a Hitler e dimenticando che i veri nazisti sono presenti in Ucraina e militano in certi movimenti ultra nazionalisti e para militari.

Ma Draghi lo sa di cosa parla? E’ stato capace di affermare che stanno tornando i massacri della seconda guerra mondiale, dimenticando quello che è accaduto nell’ex Jugoslavia nel 1999. Come si fa a dire certe cose?”.

Si aspettava da Salvini un atteggiamento così accondiscendente nei confronti della posizione del Governo italiano?

Salvini ha provato ad abbozzare una posizione diversa, dicendosi favorevole alle sanzioni se necessarie, ma non all’invio di armi. Posizione tutto sommato accettabile. Poi però in Parlamento ha votato come tutti gli altri. C’è stato soltanto un manipolo di senatori gialloverdi, dei 5Stelle e della Lega, che si sono astenuti, non si sono presentati o sono stati assenti, ma complessivamente non c’è stata una reazione e questo è gravissimo.

Poi mi chiedo come faccia Salvini a dire di volere la pace nel momento stesso in cui vota per armare una delle parti in campo. Se si vuole la pace non si deve armare nessuno, si deve semmai lavorare ad una mediazione.

Mi sembra anche questa una posizione ambigua. Ho l’impressione che ancora una volta sono tutti d’accordo come con il Covid. Stiamo passando da un’emergenza ad un’altra. Ma cosa pensano, che quando si andrà a votare la gente darà loro fiducia?”

Non lo crede?

“In una situazione del genere quei pochi che andranno ancora a votare a chi daranno il loro consenso? All’originale, ossia al Partito democratico, o alla fotocopia cioè al centrodestra? Che senso ha votare contro il Pd se chi dovrebbe rappresentare l’alternativa ha fatto la stessa politica degli altri?”

Però alla fine è così in tutta Europa.

“Sono d’accordo, ma prendere le distanze sulla guerra in Ucraina, dissociarsi dai toni aggressivi di Draghi penso sarebbe stato doveroso. Forse hanno avuto paura delle critiche dei media, hanno temuto che difendere Putin avrebbe impedito loro di poter governare in futuro. E allora meglio stare tutti con Draghi senza rendersi conto che in questo modo abbiamo anche impedito all’Europa di svolgere un ruolo da protagonista”.

In che senso?

“Nel senso che l’Europa ancora una volta ha dimostrato di essere unita soltanto intorno agli interessi della Nato. L’unità si sarebbe dovuta manifestare con una politica autonoma rispetto agli americani, svolgendo un ruolo di mediazione con Putin per far sì che l’Ucraina restasse uno Stato neutrale. Invece si è acuita la tensione, si è alimentato lo scontro, creando nei popoli europei un forte sentimento anti russo.

Siamo arrivati al punto di proibire nelle nostre Università rapporti con docenti russi. Il caso de La Bicocca è emblematico e non basta aver fatto dietrofront sulla decisione di sospendere il corso su Dostoevskij. Non credo si sia trattato di un caso isolato, temo ci sia lo zampino del Ministero dell’Università che pretende di bloccare eventuali progetti di collaborazione fra atenei italiani e russi. Sembra che sia stato chiesto ai professori di comunicare alle autorità competenti l’esistenza di relazioni di ricerca e di studio con colleghi russi.

Tutto questo è pazzesco. Si sta creando un sentimento di odio antirusso e il discorso di Draghi contro Putin ne è la prova. Dimenticando che Putin è stato eletto dal suo popolo, Draghi invece no”.

Resta il fatto che la Russia ha aggredito uno Stato sovrano.

“Ma scusi, la Nato cosa ha fatto nel 1999? Non ha aggredito la Serbia? Non era anche quello uno Stato sovrano? Poi mi deve spiegare perché nell’ex Jugoslava la Nato è intervenuta per difendere i kosovari che volevano l’indipendenza dal nazionalismo serbo, mentre fino ad oggi ha lasciato massacrare i russi del Donbass dalle milizie neo naziste e para militari ucraine negando loro l’autonomia.

Come fa Draghi a dire che non ci sono state guerre in Europa dopo il secondo conflitto mondiale?

Mi spiace che in Parlamento nessuno abbia sentito il bisogno di prendere le distanze da certe dichiarazioni per il timore evidentemente di essere buttati fuori dal governo e di finire all’opposizione.

Ma quando si andrà alle elezioni se non nascerà una nuova forza politica modello M5S delle origini, non ci sarà alcun entusiasmo da parte degli elettori nei confronti di forze politiche che sostanzialmente stanno tutte dalla stessa parte e hanno assunto le stesse posizioni, prima nei confronti della pandemia e oggi della guerra.

Siamo l’unico Paese europeo che essendo ancora in stato d’emergenza sanitaria ha dichiarato un nuovo stato d’emergenza per la guerra in Ucraina. Che vuol dire questo? Che vivremo perennemente di emergenze? Con l’una che scaccia l’altra?

Non vorrei che con la scusa della guerra si sia presa la palla al balzo per chiudere la questione pandemica senza indagare sulle responsabilità di chi ha gestito la situazione.

Chiuderanno il Comitato tecnico scientifico, ci lasceranno il Green pass che tanto non serve a niente e chi si è visto si è visto, perché adesso c’è da affrontare un’altra emergenza. Poi il prossimo inverno quando resteremo al freddo e senza gas ci diranno che la colpa è di Putin”.

Battaglione Azov, reparto militare filonazista ucraino impiegato per contrastare i separatisti filo-russi