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Arciere che uccise peruviano nei caruggi difeso dall’avvocato di Ruby rubacuori

Delitto con arco e freccia: fiori lasciati presso vico Mele a Genova nel 2022 (foto d'archivio)

Omicidio a seguito dei continui schiamazzi nel Centro storico genovese. Comincera’ il prossimo 23 giugno davanti alla Corte d’assise di Genova il processo nei confronti dell’artigiano Evaristo Scalco, l’artigiano che la notte tra il 1 e il 2 novembre scorsi centro’ con la freccia di un arco, che lui stesso aveva fabbricato, il peruviano Javier Alfredo Miranda Romero.

Il 42enne, che si trovava nei pressi di vico Mele per festeggiare con un amico la nascita del figlio, mori’ per la grave ferita riportata.

Scalco, 63 anni e incensurato, e’ rimasto in carcere fino a inizio marzo, e ora si trova ai domiciliari col braccialetto elettronico nella sua abitazione in provincia di Varese.

Gli è stato contestato l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall’odio razziale perché, a seguito degli schiamazzi, un testimone avrebbe raccontato di avere sentito pronunciare la frase: “stranieri di m…”.

L’indagato aveva scritto una lettera di scuse alla moglie della vittima, accompagnata da un risarcimento di 10mila euro.

Nei giorni scorsi ha cambiato il proprio team difensivo, assumendo uno dei piu’ noti penalisti di Milano: Jacopo Pensa, classe 1944, noto per avere difeso, e recentemente fatto assolvere, Karima El Mahroug, conosciuta come “Ruby rubacuori”, nel processo Ruby ter. Nonche’ per avere fatto archiviare la posizione del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana dall’inchiesta battezzata ‘Camiciopoli’.