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Tra Liguria e Piemonte, al via il progetto culturale Lilliput Lab

Tra Liguria e Piemonte, al via il progetto culturale Lilliput Lab

Sostenuto dalla fondazione CRC parte il progetto “Lilliput Lab”, sette musei in rete. Un percorso formativo total immersion su quattro giornate in alta quota.

“LILLIPUT LAB” A BORGATA PARALOUP: IL PROGETTO DEI SETTE MUSEI IN RETE

Riappropriarsi degli spazi per crescere e sperimentare insieme, a partire da un concetto museale integrato a misura di famiglia

Un percorso formativo total immersion su quattro giornate in alta quota finalizzato all’attivazione della capacity building (costruzione delle capacità) allestitiva e di processo permetterà in Valle Stura di collegare approfonditamente musei e famiglie. E’ il laboratorio chiamato “Lilliput Lab” (https://lilliputmusei.it/formazione/lilliput-lab/), per richiamare il progetto principale di cui è costola diretta: “Lilliput a piccoli passi nei musei”, un insieme di azioni volte a promuovere la crescita culturale e sociale dei bambini rendendo i musei luoghi attraenti e stimolanti per le famiglie. “Lilliput Lab” parla essenzialmente agli addetti ai lavori e, in questa fase di avvio, ha carattere residenziale presso Borgata Paraloup dal 10 al 13 maggio, con attività di formazione frontale e incontri basati sulla coprogettazione. “I partecipanti -spiegano le ideatrici di ‘Lilliput Lab’ Elisa Moretto, Francesca Posenato e Beatrice Sarosiek-saranno accompagnati in azioni di analisi del proprio contesto e, tramite networking, si confronteranno sulla creazione di percorsi di visita dedicati oltreché sulla progettazione di un cartellone di eventi target family”.

E’ questo lo scopo del nuovo format in larga parte outdoor per operatori culturali, in questo caso di sette musei scelti appositamente, con curatela scientifica di un team di esperti multidisciplinare coordinato dalla project manager Beatrice Sarosiek.  L’idea, a supporto dei piccoli utenti di età 0-10 e dell’intero nucleo familiare, nasce dalla vincita del bando “Cultura da Vivere: nuovi spazi per crescere insieme” della Fondazione CRC per rendere i musei della Granda sempre più accoglienti.

Attori protagonisti di questa ulteriore offerta culturale sono Fondazione Nuto Revelli, Borgata Paraloup, Mudri, Museo Civico di Cuneo, Museo Diocesano San Sebastiano, Ecomuseo della Pastorizia, Fondazione ARTEA – Forte Albertino di Vinadio e Fondazione Filatoio Rosso di Caraglio. Poli museali che della inclusività e della sostenibilità fanno la propria bandiera, rimettendosi in discussione e aderendo con entusiasmo al progetto targato Lilliput.

L’ambizioso obiettivo è quello di creare un nuovo asset di promozione del territorio attraverso la voce della cultura, tramite la ricerca di percorsi ed eventi accessibili e curati, a partire dalle necessità delle comunità locali e dei turisti, sempre più attratti da esperienze autentiche, da uno storytelling capace di dare risposta a chi cerca le proprie radici e il proprio passato, ma anche a chi desidera sperimentare ed esplorare un contesto autonomamente.

“Lilliput” si spinge dunque anche nel cuneese, dopo le esperienze di successo degli ultimi tre anni da Ventimiglia a Luni, con le riconosciute competenze pionieristiche nel settore, che rendono i musei #amisuradifamiglia. Il tutto a partire da infrastrutture essenziali come scalda biberon, poltrone allattamento, fasciatoi, alzatine per vedere le teche…  Lilliput promuove un’interazione che deve essere il più possibile spontanea e creativa, per una fruibilità degli spazi museali senza barriere e a 360 gradi. Come diceva Degas “l’arte non è ciò che vedi, ma ciò che fai vedere agli altri”. Una filosofia che unisce il profilo culturale a quello pedagogico, “un nuovo modo di concepire il museo, come strumento vivo, aperto agli approcci relazionali già in una visita libera, senza guida, con mezzi di supporto che non impattino sul percorso di visita, ma semplicemente permettano di viverla al meglio”, come  dichiara  Elisa Moretto, amministratrice e fondatrice di Sublime Events&Communication,  co-creatrice del progetto Lilliput e della sua declinazione formativa e sperimentale Lilliput Lab,  storica dell’arte, musicista  ed esperta di comunicazione target kids.

“Il format Lilliput Lab   – spiega Francesca Posenato, presidente dell’associazione We Love Moms, capofila del progetto Lilliput ed educatrice specializzata nella prima infanzia- risponde all’esigenza dei musei di trasformarsi a misura di famiglia. Il punto è superare l’univoca informazione didascalica e lavorare sull’analogico, non solo sulla digitalizzazione, per supportare la creatività in toto e generare domande, curiosità. Bambini e famiglie non si trovano più davanti ad uno spazio di contemplazione ‘passiva’, semmai vivono un luogo di esperienza coinvolgendo tutti i sensi, l’intuito e le capacità interpretative”.

Ecco perché le giornate di Lilliput Lab sono scandite su tematiche portanti di ampio respiro, che aprono anche alla parte ludica della conoscenza e al brainstorming. “Se dovessimo adoperare tre parole per raccontare Lilliput Lab – afferma Beatrice Sarosiek, project manager di Lilliput, Lilliput Lab ed esperta di audience development ed engagement- sarebbero cooperazione, creatività e divertimento. Vorremmo che questi quattro giorni fossero un momento per dare libero sfogo alla creatività in una condizione di piacevolezza, in modo da immaginare nuove strategie adatte a coinvolgere bambini e famiglie negli spazi museali”.

Fondamentale, in quest’ottica, riattivare esperienze di relazione. “Stimoliamo il lato immaginifico dei luoghi e delle opere d’arte -spiega Barbara Schiaffino, direttrice della rivista Andersen, fin dall’inizio figura fondamentale di Lilliput per la progettazione dei percorsi di visita museali, di eventi vetrina dedicati e per lo sviluppo dei kit di esplorazione in sinergia con lo studio Rebigo- agendo sulla semplicità e sulla provocazione tramite il gioco e la partecipazione per scoprire una nuova relazione adulto – bambino”. Già Munari scriveva: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. La conoscenza è attiva e come “reagenti” utilizza perciò un kit trasversale a più contesti e adatto ad ogni tipologia di museo: dal “Focalizzatore d’immagine” (una sorta di lente d’ingrandimento per circoscrivere i dettagli di un’opera) a Lilligram (un gioco di composizione geometrica tipo tangram per creare svariate immagini) fino al “Taccuino delle meraviglie”, che offre anche consigli di lettura e altre attività per continuare a giocare insieme. “Di solito si individuano -conclude Schiaffino- tre punti nel percorso museale particolarmente conformi alle attività di un gruppo famiglia. Questo kit desidera favorire uno sguardo nuovo, fresco e curioso della realtà che ci circonda e imprimere il ricordo di un’esperienza condivisa del museo visitato”.

“Tra gli strumenti utilizzati oltre al kit Lilliput – dice Arianna Zuppello di Studio Rebigo, partner del progetto Lilliput insieme a Silvia Venturi – la scelta di abbinare un animale ad ogni museo, non come mascotte, ma per accorciare le distanze e attivare una precisa simbologia soprattutto nei punti fondamentali individuati nel percorso-mostra. Già la mitologia greca e il mondo della letteratura per bambini utilizzano il mondo zoomorfo per accendere la parte più istintiva del fruitore e utilizzare un cambio di registro senza sminuire i contenuti”.

Momento clou delle giornate di workshop, alla presenza dei direttori dei musei, del team di Lilliput, della regista Lorenza Codignola e di Virginia Galli, socio e responsabile servizi educativi della Cooperativa Earth, è la condivisione attorno a un tavolo da lavoro, con fulcro di riferimento Borgata Paraloup. Il monitoraggio dei risultati è affidato ad Alessandro Mazzone di Forevergreen e del progetto Lilliput fin dagli esordi: “Un modo concreto di verificare la rispondenza agli obiettivi e di operare concretamente step by step”. Non a caso, in questi anni, dai report sono emersi nuovi bisogni ed esigenze riuscendo via via ad essere più aderenti alle necessità delle famiglie.

“Per quanto riguarda nello specifico Paraloup – dice Alessandro Ottenga, direttore della Borgata Paraloup, soggetto ospitante oltre che tra i musei partecipanti- la sfida principale a cui si vuole rispondere è quella di proporre la Borgata come un presidio in grado di attivare progettualità multidisciplinari che rendano Paraloup un luogo in cui vivere esperienze di inclusione, partecipazione e condivisione capaci di contribuire al miglioramento della qualità della vita delle nostre comunità. In particolare, con l’inaugurazione del nuovo allestimento permanente del Museo dei racconti di Paraloup (settembre 2020), la Fondazione Nuto Revelli ha avviato una serie di progetti volti a proporre l’installazione ‘Le stagioni di Paraloup’, assieme all’archivio digitale sulla Resistenza, come un dispositivo integrato per sperimentare nuove forme di coinvolgimento dei pubblici culturali e turistici che frequentano la Borgata. In questo senso, l’esperienza e le metodologie proposte da Lilliput rappresentano l’occasione migliore per lavorare su uno specifico target, le famiglie, incentivando la visita al museo dei genitori assieme ai figli e, soprattutto, facendo rete, scambiandosi buone pratiche con le altre organizzazioni culturali della provincia di Cuneo”.

Proprio da “Esperienze, reti e prospettive” in ambito museale partirà la tavola rotonda della prima giornata di lunedì 10 maggio live a numero chiuso, dalle ore 11 alle 13, presso Borgata Paraloup e online in diretta streaming dalla pagina Facebook di Lilliput (@lilliputmusei) moderata da Beatrice Sarosiek con noti esponenti del mondo kids, del contrasto alla povertà educativa minorile, della progettazione e del settore storico-artistico. Nello specifico, dopo l’introduzione di Elisa Moretto e Francesca Posenato di Lilliput e Beatrice Verri della Fondazione Nuto Revelli si alterneranno gli interventi di : Valentina Dania della Fondazione CRC, Arianna Spigolon, Obiettivo Cultura, responsabile Missione Sviluppare Competenze Fondazione Compagnia di San Paolo, Caterina Seia,  presidente CCW-Cultural Welfare Center e vice presidente Fondazione Medicina a Misura di Donna – Nati con la Cultura, Alessandra Rossi Ghiglione, direttrice Social Community Theatre Centre Partner progetto TIC TAC, Gimmi Basilotta, direttore Il Melarancio, leading partner progetto TIC TAC, Giacomo Montanari ROLLI Days, Cecilia Cognigni , Associazione Italiana Biblioteche – Nati per Leggere Piemonte, Ettore Longo, La Lucerna, Roberto Maurizio, docente presso l’Università Salesiana di Torino Pedagogista e collaboratore della Compagnia di San Paolo per le progettualità 0-6.

Il progetto, in generale, pone le basi per i seguenti follow up: la replica del programma di sette eventi anche negli anni successivi al progetto, la nascita di una rete locale sui temi Lilliput, l’adesione ufficiale dei sette musei alla rete Lilliput, con conseguente ampliamento del networking anche a livello nazionale.

BORGATA PARALOUP

Paraloup (“al riparo dai lupi”) è un piccolo villaggio di montagna situato a 1360 m nel comune di Rittana (CN) in Valle Stura. Il villaggio ha vissuto nel tempo varie trasformazioni: dai primi del ’900 fu un pascolo usato dai pastori durante la stagione estiva; poi, fra il settembre 1943 e l’aprile 1944 fu sede della banda Italia Libera, prima formazione partigiana delle fila di Giustizia e Libertà (comandata, fra gli altri, da Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco, Giorgio Bocca e lo stesso Nuto Revelli); infine, in seguito allo spopolamento delle valli alpine degli anni ’60-’70 del secolo scorso, fu progressivamente abbandonato. Nel 2006 la Fondazione Nuto Revelli ha deciso di acquisirlo e di recuperarlo per realizzare e mettere a disposizione della comunità, delle scuole e del pubblico in generale un luogo-testimone fisico e dinamico di una doppia memoria: quella della guerra partigiana e quella della vita rurale di montagna. La Borgata è di proprietà della Fondazione Nuto Revelli Onlus, che la gestisce di concerto con la Rifugio Paraloup Impresa Sociale srl, curando la progettazione, la produzione dell’offerta culturale e il funzionamento degli spazi culturali. Ad oggi, la Borgata si compone di 7 baite:

– uno spazio accoglienza, con possibilità di allestimenti espositivi temporanei (baita “Perona”);

– la baita “Museo dei racconti”, con un allestimento permanente (inaugurazione 6 settembre 2020) e con annessi 1 spazio per esposizioni temporanee (1 sala) e un laboratorio sulla memoria femminile (1 sala);

– uno spazio polifunzionale con una sala conferenze da 60 posti, impianto di videoproiezione e cineteca sulla Resistenza (baita “Barberis”);

– 2 baite ristorante, con terrazzo in affaccio sulle Alpi Marittime;

– 2 baite foresteria, autonome, riscaldate, dotate di servizi, con un totale di 15 posti letto.

A questi spazi si aggiunge il teatro all’aperto, che offre una capienza di 200 posti.

Il recupero del lotto culturale si è concluso nel 2010 (con la grande mostra di Clemens Kalischer, appositamente giunto dalla Pennsylvania); quello ricettivo nel 2012. Nel 2014 la borgata è stata candidata ai luoghi del cuore FAI e in quegli stessi anni si è gradualmente passati dal format degli eventi-spot a un’offerta culturale più coordinata ed eterogenea. La Fondazione e l’IS, in collaborazione o con il patrocinio del Comune di Rittana, hanno ideato e prodotto mostre (Gents, La valle ri-trovata, Beyond the border, Abitare il paesaggio alpino), festival (festival del ritorno ai luoghi abbandonati; festival Nuovi Mondi; festival Frontière http://www.festivalfrontiere.it/ ), workshop e campus residenziali (campus internazionale Legambiente, campo giovani ACMOS, restauro partecipato del forno), corsi di formazione (Scuola Giovani Agricoltori di Montagna); più di recente, sono state introdotte alcune sperimentazioni digitali (archivio cinematografico e app Storie in cammino) e le prime residenze artistiche (musicali, arti visive, laboratori teatrali giovanili). Grazie al progetto europeo Migraction, nel 2018 è stato inaugurato il teatro all’aperto e a settembre 2020 è stato inaugurato l’allestimento permanente del Museo dei racconti. Il Museo è inserito anche nel MUDRI – “Museo Diffuso di Rittana”, sviluppato dall’Amministrazione comunale con l’obiettivo di realizzare un sistema di spazi e offerte culturali dedicati all’arte. Con l’inaugurazione dell’allestimento “Le stagioni di Paraloup” e attraverso un necessario processo di trasformazione della propria governance, la Borgata ha compiuto un salto di qualità volto a rafforzare l’indole culturale delle sue baite e a rilanciarle come un unico spazio ibrido in cui si produce cultura e innovazione sociale, in dialogo costante con la Storia e i suoi valori, con la montagna e le sue differenze e, soprattutto, con il territorio e la sua comunità. L’idea che guida questo processo nel medio-lungo periodo risponde alla volontà di creare un micro-sistema territoriale autonomo e sostenibile che contribuisca a (ri)dare vita a una comunità educante in grado di accogliere “partigiani temporanei” e trasformarli in nuovi “abitanti culturali”. Paraloup da semplice luogo diventa comunità fluida capace di integrare cittadini e visitatori attraverso l’attivazione di una particolare forma di “riconoscimento”: i luoghi oggi sono i nuovi testimoni della Storia ed è attraversando queste geografie in cui la memoria e i valori si sono depositati che il visitatore, soprattutto giovane, sperimenta l’attivazione di un dialogo diretto ed efficace con la testimonianza storica, la attraversa, ne esce diverso e si fa portatore di visioni rinnovate e innovanti nella propria comunità.

Info: www.paraloup.it / info@paraloup.itinfo@nutorevelli.org

Tel. +39 349 6397386; +39 3755914347

COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN FRANCESCO – MUSEO CIVICO DI CUNEO

Il Complesso Monumentale di San Francesco in Cuneo è monumento nazionale, testimonianza architettonica di epoca medievale e sede del museo cittadino.  Ad una trecentesca “chiesa antica”, poi inglobata nello spazio conventuale oggi adibito a museo, si sostituisce la “chiesa nuova” del secondo Quattrocento e il chiostro seicentesco.

Nell’ex convento si snoda il percorso del museo: la sezione archeologica, articolata in Preistoria, Romanità e Medioevo è costituita da donazioni storiche, oggi arricchite dalle acquisizioni di scavi recenti, esposte con moderne tecnologie di comunicazione e provenienti in gran parte dal tracciato autostradale dell’Asti-Cuneo (necropoli romane e depositi votivi da Montanera, Bombonina, Castelletto Stura; corredi di età longobarda di Sant’Albano Stura).

La collezione di arte sacra ospita, fra le altre opere, alcune tavole di pregio attribuite a Defendente Ferrari, una nutrita raccolta di ex-voto ed è stata allestita con l’intento di ricreare l’interno di una cappella devozionale.  Infine, la sezione etnografica costituisce un suggestivo trait d’union fra la città e le sue valli: le fatiche del lavoro quotidiano e le occasioni festive sono rievocate da una variopinta collezione di strumenti, materiali, attrezzi, abiti e gioielli, rappresentativi delle comunità alpine locali. Svela i suoi tesori anche “il museo che non si vede”, ma che su richiesta è possibile “consultare”: il fondo Giovanni Vacchetta raccoglie disegni, schizzi e manoscritti inediti utili a ricostruire la storia del patrimonio artistico piemontese fra Ottocento e Novecento; il corposo archivio fotografico di Adriano Scoffone offre un’immagine illuminante della città negli anni del Regime.

Info: www.comune.cuneo.it ; museo@comune.cuneo.it

Tel: 0171634175

MUSEO DIOCESANO SAN SEBASTIANO

La sede è stata concepita a partire dal Duemila con la progettazione del restauro dell’intero complesso monumentale di San Sebastiano (un isolato in stato di quasi totale abbandono ridotto in gran parte a rischio statico), iniziando un cantiere quasi decennale di completo recupero, conclusosi nel 2011. Sono stati anni di progettazione, di restauro, di grande impegno, anche economico da parte della Diocesi, con il concorso della Regione Piemonte, delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Cuneo, di Torino, della Compagnia di San Paolo e di numerose istituzioni pubbliche e private del territorio. Si sono ottemperati i parametri che il Ministero per i Beni Culturali richiede alla creazione di un museo, verificandoli e completandoli con le indicazioni a proposito da parte della CEI e della Pontificia Commissione di arte sacra.  Il 2007 è l’anno della mostra “Intessendo il Museo”, che ha costituito il primo passo della rete museale diocesana.                                                   Il Museo si trova in Contrada Mondovì, nel suggestivo centro storico: la Contrada è una tranquilla isola pedonale con portici e negozi. Sette secoli di storia e devozione raccontati con passione e tecnologia in uno degli angoli più belli della città. L’allestimento permanente è incentrato quasi completamente su opere di pertinenza del complesso di San Sebastiano; il percorso proposto passa attraverso le devozioni dell’antica Confraternita (cioè il percorso di Fede attraverso i secoli di un gruppo di persone legate ad uno specifico servizio ed espresso attraverso gli oggetti artistici legati all’uso) e racconta così un pezzo significativo di spiritualità, di storia e di società. Suggestivi affacci vi offriranno una vista spettacolare sulla chiesa, prezioso scrigno di opere barocche.

Info: http://www.museodiocesanocuneo.it / museo@operediocesicuneo.it

Tel. 0171 67725 / 0171 480612

Tra Liguria e Piemonte, al via il progetto culturale Lilliput Lab

ECOMUSEO DELLA PASTORIZIA

L’Ecomuseo della Pastorizia (Frazione Pontebernardo-Pietraporzio) è un percorso di valorizzazione che ha coinvolto tutta l’alta valle e in modo particolare la borgata di Pontebernardo, frazione di Pietraporzio, dove si concentrano le strutture ecomuseali. Il percorso ecomuseale venne istituito nel 1995 per raccontare il territorio e le sue tradizioni legate alla pastorizia e la sua base portante va ricercata nell’azione di recupero e rilancio della pecora sambucana, una razza autoctona che prende il nome dal comune di Sambuco nella Valle Stura, la zona in cui si ritiene abbia avuto origine. La sede originaria dell’ecomuseo è un edificio al centro della borgata di Pontebernardo acquistato e ristrutturato dalla Comunità Montana Valle Stura. Al piano terra sono attivi un piccolo caseificio e un laboratorio per la lavorazione della carne della pecora sambucana; al piano superiore dello stesso edificio sorge il punto di degustazione inaugurato nel 2008. Una piazzetta caratteristica divide questa prima struttura da una seconda di dimensioni decisamente più ampie, dove si trova il Centro Arieti gestito dal Consorzio l’Escaroun, mentre ai due piani superiori si collocano il punto vendita dei manufatti in lana di pecora sambucana e il percorso museale Na Draio per Viours che fornisce al visitatore informazioni sull’allevamento ovino e sulla pastorizia. Famosa la Festa del Tarluc, quella dell’Ecomuseo nel cuore dell’inverno per festeggiare il sole e le giornate che tornano ad allungarsi, per vivere il museo a 360 gradi.

Info: www.ecomuseopastorizia.it  / ecomuseopastorizia@vallestura.cn.it

Tel. 0171 955555

FILATOIO DI CARAGLIO

È oggi il più antico complesso manifatturiero serico in Europa ad accorpare sia le operazioni di trattura che di torcitura, importante innovazione piemontese che consentiva una maggiore qualità dell’organzino. Questa impostazione sarà precorritrice del “sistema fabbrica” e rappresenta quello che fu l’imponente sistema piemontese di produzione di seta, una realtà che nel Settecento contava numerosi tentativi d’imitazione. Di queste “Fabbriche Magnifiche” che costellavano la campagna del basso Piemonte poco si è conservato, per questo il Filatoio è divenuto un prezioso testimone della storia e dell’economia di un intero territorio. Agli inizi del XXI secolo, a seguito dell’avvio dei lavori di restauro, il Filatoio venne rifunzionalizzato innanzitutto come spazio espositivo per accogliere mostre sul tessile, sulla moda e costumi di scena, o di arte contemporanea spaziando dalle arti figurative alla fotografia. La salvaguardia del Filatoio riguarda però soprattutto la valorizzazione del suo passato: per questo è stato creato nel 2005, il primo nucleo del permanente “Museo del Setificio Piemontese”, ampliato negli anni a seguire. Il museo presenta la riproduzione fedele delle tecnologie impiegate nella produzione dell’organzino, prezioso filato serico, tra Seicento e Settecento. Tra queste spiccano i maestosi torcitoi idraulici circolari, sofisticati macchinari i cui segreti furono importati in Piemonte dai Galleani e che furono alla base dello sviluppo della produzione di seta sul territorio. Per scoprire il museo, oltre alla collaudata visita guidata, è nato “Storie filanti” un percorso più flessibile per le famiglie con guida audio, cui affiancare attività manuali ed eventi per bambini. È in sviluppo anche una modalità di fruizione facilitata per persone con disturbi cognitivi in co-progettazione con la cooperativa “Il Volo” di Manta specializzata nell’intervento sull’autismo. Per la sua strategica collocazione alla confluenza tra le valli Grana e Maira, il Filatoio è stato scelto anche come sede di una delle sei “Porte di Valle”, info-point territoriali turistici sui percorsi, eventi e prodotti delle Valli Occitane afferenti al progetto “Terres Monviso”. Molti altri sono i servizi di cui poter usufruire all’interno del complesso: dalla ristorazione con la cucina dell’Osteria de “Il Nanetto” sotto la guida dello chef Nicola di Tarsia, alla possibilità di affittare la location per eventi privati, ricevimenti e convention aziendali.

Info: www.filatoiocaraglio.it  /  info@fondazionefilatoio.it

Tel. 0171 610258

FORTE DI VINADIO

Il Forte di Vinadio è una delle più grandi fortificazioni del Piemonte, l’unica a racchiudere al suo interno un intero paese. I lavori iniziati nel 1834, per volere di Re Carlo Alberto di Savoia, durarono 13 anni e occuparono circa 4.000 lavoratori. Ne risultò una fortezza dalle misure imponenti: 12 Km di gallerie distribuite su tre piani, un’altezza massima di 18 m e uno spessore alla base di oltre 1,5 m. Al Forte di Vinadio storia e architettura del passato convivono tuttora con il presente e l’arte contemporanea trova la sua dimensione nelle opere di artisti internazionali come David Mach, Richard Long e Emmanuele De Ruvo. Oggi è uno spazio suggestivo in cui vivere momenti culturali-esperienziali: ospita, infatti, il percorso multimediale permanente Montagna in movimento, la mostra Messaggeri alati, le postazioni di realtà virtuale Vinadio Virtual Reality, itinerari Family&Kids Mammamia che Forte, attività di team building e welfare aziendale ed è teatro, inoltre, di importanti manifestazioni culturali, musicali e sportive. Link ai percorsi di visita e attività didattiche (https://www.fortedivinadio.com/il-forte-albertino/#percorsi e https://www.fortedivinadio.com/didattica/)  Info: www.fortedivinadio.com Tel. 0171959151

La Fondazione Artea è partner del progetto in qualità di gestore dei percorsi museali e attività didattiche del Forte di Vinadio. E’ una fondazione di partecipazione promossa dalla Regione Piemonte con l’obiettivo di dare a Cuneo e alla sua provincia uno strumento moderno e innovativo per la valorizzazione dei beni e delle attività culturali. Specializzata proprio nella gestione integrata dei beni culturali, opera nella promozione del patrimonio, materiale e immateriale, per uno sviluppo sostenibile del territorio.

Info: https://fondazioneartea.org/

MUDRI (Museo diffuso Rittana)

A Rittana, piccolissimo paese della bassa valle Stura di Demonte (CN), ha preso forma il primo Museo Diffuso dedicato interamente all’arte. L’Amministrazione Comunale a partire dal 2017, in sinergia con la Fondazione Nuto Revelli di Paraloup, ha ripreso e sviluppato una vocazione manifestatasi fin dalla fine degli anni Ottanta e ha messo a punto iniziative e allestito specifici spazi che concorrono a definire il progetto di una vera e propria realtà museale che, sebbene ancora in fase di work in progress, presenta già una sua completa identità: un organismo pubblico, permanente, a servizio di una vasta comunità, non solo quella locale, e del suo sviluppo. Qui l’arte si colloca al centro di un percorso di contrasto alla emarginazione ed all’abbandono, di resistenza, rigenerazione e rivitalizzazione di un luogo marginale che portano – attraverso la valorizzazione del proprio patrimonio storico, artistico, culturale, un turismo green, inclusivo e sostenibile – ad una offerta di qualità, al rafforzamento della comunità con particolare attenzione a famiglie con bambini, giovani e anziani attivi.

Tasselli del MUDRI sono: la collezione pubblica permanente dei XX·XX (venti per venti), oltre 200 opere in costante aumento; la galleria a cielo aperto per le strade del paese con ad oggi una ventina di opere; la bancherella dell’arte, un apposito spazio dedicato a cataloghi di mostre; gli spazi espositivi, quasi 400 mq, per le mostre temporanee; lo Spazio Incontri comunale, una sala destinata a eventi, conferenze, proiezioni, dotata di impianto audio-video, in grado di ospitare 90 persone; il piccolo museo di arte sacra nella Confraternita dell’Immacolata, con le sculture lignee di Beppe Viada. Accanto a tutto ciò un’altra speciale iniziativa che bene rappresenta l’idea di Museo ancorato al proprio territorio e che si vorrebbe ulteriormente sviluppare per migliorare proprio l’offerta a favore di famiglie con bambini: La draio de l’Estelo (Il Cammino della Stella). Si tratta di un percorso destinato a collegare il Santuario di S.Mauro di Rittana con quello di S. Lucio di Coumboscuro, che passa attraverso il Quiot Rosa e Paraloup. La sua particolarità è data dalla presenza di opere d’arte che sono collocate in modo permanente lungo il tragitto. Attraverso visite accompagnate ed animate sarà possibile incontrare non solo l’arte ma anche la natura, il lavoro agro-silvo-pastorale, i luoghi della Resistenza: insomma un’ esperienza multisensoriale ed una vera e propria immersione in un territorio ed il suo patrimonio ricco di storia e cultura.

Info: rittana@vallestura.cn.it (sito in costruzione)

Tel. 017172991

IL PROGETTO LILLIPUT, A PICCOLI PASSI NEI MUSEI

Lilliput, a piccoli passi nei musei è una rete nata grazie all’omonimo progetto sostenuto dal bando OPEN Community 2018 della Fondazione Compagnia di San Paolo che ha l’obiettivo di rendere i musei #amisuradibambino, vale a dire luoghi da vivere, senza barriere fisiche o culturali, capaci di contribuire in modo significativo alla crescita culturale e sociale dei bambini e delle famiglie.

Fanno parte della rete Lilliput ad oggi:

Associazione We Love Moms (capofila): www.welovemoms.net

Sublime di Elisa Moretto: www.facebook.com/SublimeEventsAndCommunication/

Associazione Circolo Vega: www.facebook.com/circoloVegarciragazzi/

Studio Rebigo: studiorebigo.it

Andersen: www.andersen.it

101giteinliguria.it: www.101giteinliguria.it

Hands On! International network of Children Museum: www.hands-on-international.net

Direzione regionale Musei Liguria: www.musei.liguria.beniculturali.it

Museo Diocesano Genova: www.museodiocesanogenova.it

Beatrice Sarosiek (project manager)

Alessandro Mazzone – Forevergreen: forevergreen.fm/wp/

La nascita di Lilliput è stata sostenuta dal patrocinio di Regione Liguria (www.regione.liguria.it)

e da Fondazione Compagnia di San Paolo (https://www.compagniadisanpaolo.it) nell’ambito di Open Community.

SPONSOR:

Baby Monkey www.babymonkey.com (ha donato 12 marsupi per dotare i musei di supporti ergonomici per portare a spasso i bimbi)

Toorna www.toorna.it (web app creta dall’associazione Triciclo bimbi a basso impatto che ha aiutato a reperire materiale per dotare i musei di strumentazione atte a realizzare il museo #amisuradifamiglia)

Per diventare un Museo Lillipuziano e come Riferimento Comunicazione Lilliput: Elisa Moretto

Mob: +39 3403751255 Mail: info@lilliputmusei.it

Lilliput Lab (https://lilliputmusei.it/formazione/lilliput-lab/), dal progetto Lilliput a piccoli passi nel museo: info Elisa Moretto e Beatrice Sarosiek.

La rete multidisciplinare del progetto Lilliput, grazie ad un percorso di ricerca-azione che ha coinvolto direttamente le famiglie in 12 musei della regione Liguria diversi per contenuti, dimensioni e flussi (fortezze, musei archeologici, museo diocesano, museo del vetro), ha sviluppato un know-how e degli strumenti sui temi specifici del coinvolgimento delle famiglie con bambini dagli 0 ai 10 anni in spazi museali anche molto differenti fra loro e nella messa in rete degli stessi. Il progetto, come dimostrano le attività in Valle Stura di Lilliput Lab, è in costante aggiornamento.