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Samp: niente Resurrezione a Pasqua nel match decisivo | Video

Adesso tutti uniti per evitare l’abisso

Passano le partite, il calendario si accorcia e il tempo stringe. La Sampdoria resta ferma a 29 punti e si prepara ad un mese di fuoco.

Tutti i presagi negativi si stanno verificando, come neanche il più pessimista tra noi avrebbe pensato quest’inverno.

Samp: niente Resurrezione a Pasqua nel match decisivo
Samp: niente Resurrezione a Pasqua nel match decisivo

Così ad oggi c’è il forte rischio che la Sampdoria si presenti al delicatissimo derby con soli 29 punti di salvagente mentre il Genoa ha prima il bollente match point casalingo con il Cagliari.

La partita di sabato è passata da un po’ eppure nessuno riesce ancora a digerirla e pensare alla prossima sfida con il Verona proprio non riesco.

Sono stati giorni difficili per chi vive la Sampdoria, perché pensi e ripensi e ti torturi e anche quando ti sembra di pensare ad altro sei di nuovo lì con la testa.

Così nei giorni dei festeggiamenti di Pasqua il tifoso doriano lo riconoscevi subito, in mezzo a tavolate festanti di amici e parenti, lui era quello in disparte con lo sguardo perso nel vuoto che ipoteca il momento del gol di Fazio.

E così in 7 minuti si sgretolano le speranze dei cuori doriani in un match che sarebbe dovuto andare diversamente. Rivivi in loop quelle tremende sensazioni perché il calcio a Genova è soprattutto sofferenza ma il tifoso non demorde perché troppo attaccato alla sua maglia e spera sempre, prima o poi, di essere ricompensato.

Così in questo periodo di festeggiamenti religiosi che non hanno certo graziato la Sampdoria si può dire che per questo campionato, si meriti di beatificare il tifoso blucerchiato.

Ha sopportato troppo, vicende che non gli competono, situazioni su cui era stato lungimirante, questioni extra calcistiche che hanno portato il club alla derisione, rotture di spogliatoio, giocatori svogliati, confusione tecnica e generale dovuta da una dirigenza improvvisata e un allenatore forse non adeguato.

Per Sampdoria – Salernitana serviva una svolta e il pubblico doriano ci credeva parecchio. Nessuno si aspettava una messa in scena simile, un harakiri così lampante da essere preoccupante, una difesa fatta a fette dalla squadra ultima in classifica e con peggiore difesa e attacco del campionato.

Ma in questo momento la Samp dà l’impressione di poter perdere con chiunque ed è quindi giustificabile il timore di restare inchiodati a 29 punti fino alla fine del campionato.

Questa squadra sembra incapace di vincere e soprattutto arrendevole, perché non succede mai di ribaltare una partita o di raggiungere un pareggio insperato.

Il gol di Caputo nella prima frazione sembrò dare una speranza, di avviare il secondo tempo quanto meno con un altro brio, ma invece ancora una volta si casca nell’illusione, perché nella ripresa la Sampdoria contro l’ultima classifica, in casa e in un match decisivo che stava perdendo, non tirerà più in porta.

Al triplice fischio esplode la giustificata rabbia di Marassi, che ha cantato e soffiato sul pallone per 90 minuti e oltre, ma che adesso ha bisogno di mostrare il disappunto.

C’è chi si veste di dignità e viene a sentire la rabbia della Sud e chi invece, consapevole di essere bersagliato, fugge negli spogliatoi. Segnali preoccupanti di una squadra disunita e fragile.

La contestazione prosegue all’esterno dello stadio, si cerca un confronto con i giocatori per far capire loro che così non va.

Sia bene chiarire, che i fischi o le contestazioni, sono dettati dall’amore e dalla rabbia di vedere qualcosa che ami maltrattato e bistrattato.

Non è volontà dei fischi quella di creare scompiglio o nervosismo, ma è invece quella di indicare una strada, motivata dalla rabbia del momento, che possa essere proficua per mettere finalmente in campo un atteggiamento decoroso.

Il tifoso blucerchiato ricorda con affetto i grandi campioni ma ancor di più gli onesti mestieranti che sono sempre usciti dal campo con la cosiddetta “maglia sudata”.

Il tifoso blucerchiato non vuole vedere calcio champagne a maggio ma piuttosto concretezza e volontà di crederci su ogni pallone.

Adesso è la volta di Verona, una squadra in forma e il cui campionato ha sicuramente un’altra storia, una squadra che si è imposta in casa dell’Atalanta per 2 a 1 e che ora vola sulle ali dell’entusiasmo.

Dall’altra parte invece una squadra martoriata da inchieste, problemi economici, vicende societarie e crisi di risultati, con il record storico di aver incassato 20 sconfitte stagionali, un numero destinato a salire.

Quagliarella e compagni hanno espresso il bisogno di andare in ritiro, per ricostruire i rapporti e un gruppo che dovrà compattarsi per il prossimo mese, e così i blucerchiati partiranno già oggi verso il Veneto.

Resta solo una cosa da fare, acquistare i biglietti per il settore ospiti del Bentegodi e dimostrare ancora una volta qual è la categoria in cui i Sampdoriani meritano di stare, nella speranza di assistere presto alla resurrezione blucerchiata, anche se un po’ in ritardo. Francesca Galleano