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Retrofitting ponte, tecnici Mit: messa in sicurezza trascurata da Autostrade

Ponte Morandi crollato a Genova il 14 agosto scorso

“Sorprende la scelta di eseguire i lavori in costanza di traffico, insomma con l’utenza utilizzata, a sua insaputa, come strumento per il monitoraggio in corso d’opera e soprattutto con una previsione di tempi di esecuzione pari a oltre due anni”.

E’ quanto ha scritto la Commissione tecnica del ministero delle Infrastrutture, nella relazione conclusiva della sua indagine sul crollo del Ponte Morandi a Genova, in merito al progetto di 20,15 milioni per il cosiddetto “retrofitting” del viadotto sul Polcevera, la cui gara d’appalto si sarebbe dovuta concludere a settembre.

Lo ha riferito oggi l’agenzia Dire.

I tecnici del ministero hanno inoltre precisato che Autostrade “sceglie di ottimizzare la cantierizzazione limitandosi alla messa in sicurezza degli elementi strallati e trascura in questa fase la piu’ lunga e almeno altrettanto critica parte di viadotto costruita con schemi statici piu’ tradizionali”.

Sempre secondo quanto riferito dall’Agenzia Dire, la Commissione tecnica del Mit ha inoltre rilevato:”Emerge un’evidente incapacita’ da parte del concessionario di gestire le problematiche connesse all’invecchiamento delle opere d’arte affidategli secondo le modalita’ previste in convenzione che prevedono un’accurata programmazione dei lavori. Il progetto e’ ufficialmente datato ottobre 2017 ed e’ l’elaborazione di un precedente progetto definitivo, iniziato da Aspi almeno due anni prima con una gestazione interna alla societa’ e mai portato all’attenzione del ministero”.

I tecnici del ministero hanno quindi sottolineato che Autostrade non e’ “stata in grado di cogliere le gravita’ della situazione” di ammaloramento presentata dallo stesso progettista Riccardo Morandi” ne’ di tener conto degli esiti delle verifiche condotte”, benche’ venga ritenuto che “le previsioni del progettista fossero addirittura ottimistiche, nonostante avesse dimostrato l’insufficienza del ponte a sostenere i carichi di norma”.

Anche l’analisi di Morandi “era tale che, secondo piu’ dettati normativi e convenzionali, oltre che per normale buon senso, avrebbe dovuto comportare l’adozione di misure immediate per la tutela dell’utenza e delle stesse opere”.