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Polizia Locale si ribella al Comando: nostro lavoro valutato solo per le multe ai genovesi

Polizia Locale di Genova (foto di repertorio)

“Oggi si è tenuta un’assemblea sindacale degli R.S.U. della Polizia locale, presso il Reparto Infortunistica Stradale. L’assemblea è stata fortemente voluta dai lavoratori. I colleghi, dopo aver ricordato la massima disponibilità prestata durante il periodo critico post Ponte Morandi, come tutti gli altri appartenenti al Corpo, portano l’attenzione sulla campagna di discredito messa in atto dal Comando, in particolare nei confronti del Reparto Infortunistica”.

Lo hanno dichiarato stasera i rappresentanti sindacali RSU della Polizia Locale di Genova. Continuano quindi le polemiche che durano da mesi e i “cantuné” appaiono compatti nella ribellione alle direttive del comandante Gianluca Giurato.

“All’assemblea – hanno aggiunto – era presente tutto il Reparto, sia il personale in servizio che dispensato o in ferie, per ricordare che il particolare lavoro prestato dagli operatori è sempre stato riconosciuto come un’eccellenza sia dai cittadini, sia dalla procura dalla Repubblica, sia dai colleghi.

Nonostante ciò il comandante ha ripreso fortemente ed a più riprese il responsabile del Reparto, poiché a suo parere, oltre al difficile lavoro svolto, il Reparto Infortunistica Stradale deve garantire un quantitativo minimo di 20 operazioni (intese come soste e verbali) al mese per ogni singolo operatore.

Operazioni in base alle quali il personale sarà valutato, con inevitabili ricadute sullo stipendio e sulle progressioni di carriera.

Come già da tempo accade il complesso lavoro della Polizia Locale viene ridotto solo a verbali e soste, vessando così la cittadinanza.

La rilevazione degli incidenti di particolare spessore e le attività di indagine siano esse svolte d’iniziativa che delegate dalla procura della Repubblica richiedono estrema delicatezza, specializzazione, attenzione e competenza, nonché parecchio tempo.

Tutti gli operatori che si occupano di ciò sono altamente specializzati, hanno scelto questo Reparto poiché fortemente motivati e vorrebbero poter continuare ad operarvi con serenità, tranquillità e la consueta professionalità e soprattutto senza sentirsi minacciati di ritorsioni qualora la loro ‘produttività’ non rispettasse determinate aspettative.

L’impatto emotivo della rilevazione di un incidente mortale, come ben può comprendere chiunque, coinvolge gli appartenenti al Reparto sia come cittadini ma soprattutto come lavoratori impegnati nella loro mansione, specialmente perché non si ferma al solo tragico momento, ma si protrae per tutto il doverosamente lungo tempo delle indagini. Un carico emotivo che segue ogni operatore ben oltre l’orario di lavoro.

Questo aspetto, non tenuto in alcun conto dal Comando, evidenzia quanto le lettere inviate e le direttive impartite siano ulteriormente demotivanti.

I reparti speciali svolgono compiti dedicati e per queste mansioni devono essere utilizzati e valutati.

Distoglierli in altri servizi non migliora né l’efficacia né l’efficienza della pubblica amministrazione, peggiora il servizio per i cittadini e demotiva il personale.

Per questo motivo, si richiede l’immediato ritiro degli atti e delle direttive impartite dal Comando.

Si richiede inoltre una migliore organizzazione del lavoro serale e notturno (in special modo quest’ultimo ove si evidenza la presenza di un solo Operatore del Reparto).

Se la fiducia tra il comandante e i suoi uomini viene meno, il Corpo è destinato ad implodere”.