Ieri sera, a Savona, la polizia ha realizzato un servizio straordinario di prevenzione, al quale hanno preso parte i poliziotti delle Volanti e del Reparto Prevenzione Crimine “Liguria”, specializzati in controllo del territorio.
Nel corso dell’attività, che ha interessato diverse zone della città tra le quali piazza del Popolo, piazza delle Nazioni, giardini di via delle Trincee e Santa Rita, sono stati realizzati diversi posti di controllo, identificate una trentina di persone e controllati alcuni veicoli in transito.
Nei giorni scorsi, in occasione dell’arrivo di due navi da crociera nel porto spezzino, gli agenti dell’Ufficio Polizia di Frontiera hanno messo in atto, come sempre, uno stringente dispositivo operativo che ha consentito di rinvenire due affilatissimi coltelli a serramanico, uno di 19 e l’altro di 20 cm, occultati da due crocieristi nei rispettivi bagagli a mano.
L’atteggiamento sospetto dei turisti ed il ricorso allo scanner radiogeno hanno permesso di svelare il contenuto pericoloso delle loro borse, che è stato immediatamente sequestrato.
I possessori dei coltelli, un cittadino tedesco ed uno russo, venivano denunciati per porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere.
“Aiutatemi… aiutatemi…”… E’ quanto hanno udito i centralinisti del Commissariato di Sanremo per voce di una donna, con accento straniero, che non riusciva a fornire ulteriori elementi utili dato che la comunicazione di interrompeva.
Gli immediati accertamenti consentivano in poco tempo di risalire all’indirizzo dal quale proveniva la telefonata.
La volante, giunta sul posto, si trovava di fronte a un appartamento che sembrava disabitato, ma dopo pochi secondi l’attenzione veniva attirata da grida disperate.
Gli agenti si avvicinavano quindi all’unica finestra aperta da dove una donna, in evidente stato di agitazione, riferiva che suo marito l’aveva appena picchiata colpendola con diversi colpi alla testa e al volto e strappandole dalle mani il suo telefonino per impedirle di chiedere aiuto.
Poco dopo si avvicinava anche un uomo, che dichiarava di aver avuto un normale litigio con sua moglie e che quindi non c’era bisogno dell’intervento della polizia.
Preoccupati per le condizioni in cui versava la donna, i poliziotti invitavano ripetutamente l’uomo ad aprire la porta di ingresso e, solo dopo numerosi dinieghi, consentiva loro l’accesso.
Mentre l’uomo tentava di minimizzare nuovamente l’accaduto, i poliziotti apprendevano dalla vittima la storia delle violenze subite.
Il marito, rincasato due ore prima in stato di alterazione, aveva iniziato ad aggredirla ed insultarla dicendole che l’avrebbe ammazzata, colpendola con violenti schiaffi al viso e colpi alla testa, facendola rovinare al suolo per poi salirle addosso, bloccandola con il suo corpo, stringendo le mani attorno alla gola, con il chiaro intento di soffocarla.
La donna, per difendersi, lo aveva graffiato e morso sulle mani, riuscendo così a liberarsi e rifugiarsi nella camera da letto ove riusciva, in un frangente, a recuperare il cellulare sottrattole e effettuare la chiamata, consentendo l’intervento della Polizia.
Una volta al sicuro, fidandosi del personale intervenuto, esprimeva la volontà di voler denunciare il marito per l’aggressione, stanca della situazione poiché sin dall’inizio della loro relazione, durata circa dieci anni, era stata vittima di violente aggressioni a causa della sua morbosa gelosia.
Trasportata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sanremo per ricevere le prime cure, la donna veniva dimessa con una prognosi per lesione giudicate guaribili in 20 giorni: ancora presenti, intorno al collo, i segni delle mani che l’avevano afferrata.
L’aggressore veniva arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
A Sanremo australiana compra appartamento e lo ritrova danneggiato
Lo scorso 9 settembre una donna stava rincasando dopo aver fatto la spesa al supermercato con il marito.
Dopo aver fatto scendere il consorte all’ingresso dello stabile, si dirigeva con la propria auto verso il parcheggio privato dedicato ai condomini, adiacente al palazzo e delimitato da una sbarra.
In tale frangente, notava nelle vicinanze un’autovettura scura, in direzione opposta alla propria con all’interno un uomo intento a parlare al telefono.
Mentre scendeva per scaricare alcune borse della spesa, l’uomo che lei aveva notato e che non riconosceva come un condomino le si avvicinava e, con un gesto brusco, tentava di strapparle la borsa di mano.
Solo la tenacia e la caparbietà della malcapitata impedivano al giovane di impossessarsi della borsa.
Purtroppo la donna pagava a caro prezzo il suo coraggio dal momento che veniva trascinata a terra per circa 30 metri.
Trasportata in ospedale, riportava contusioni ed escoriazioni in diverse parti del corpo ed una prognosi di 15 giorni, per fortuna senza ulteriori lesioni interne.
Sulla base degli elementi raccolti, l’Ufficio Controllo del Territorio e poi la Squadra di P.G. del Commissariato di Sanremo iniziavano una meticolosa attività investigativa, sia acquisendo le dichiarazioni dei testimoni presenti sul luogo del fatto, sia avvalendosi delle immagini di videosorveglianza cittadina e di alcuni esercizi commerciali, al fine di ricostruire la dinamica e meglio comprendere il motivo della presenza del giovane in quell’area.
Grazie alle indicazioni dei testimoni che menzionavano un’autovettura di piccola cilindrata, i poliziotti riuscivano a isolare alcuni veicoli che erano transitati nella zona e, fra questi, uno che era più volte passato prima e dopo l’episodio.
Ricostruito l’intero percorso, tutti gli indizi convergevano su un’autovettura francese di cui, grazie alla collaborazione delle autorità transalpine, attivate tramite il Centro di Cooperazione Dogane di Ventimiglia, veniva individuato il proprietario e possibile utilizzatore: un francese di Nizza già noto alle Forze dell’ordine.
Un attento esame dei precedenti episodi criminosi commessi nelle settimane precedenti consentiva, inoltre, di individuare un caso analogo, accaduto nel mese di agosto, laddove una signora, mentre si trovava in zona Solaro, era stata affiancata da un’autovettura di piccola cilindrata e, anche in quella circostanza, un giovane alla guida, dopo averla avvicinata con una scusa, aveva cercato di strapparle di mano la borsa. Anche in questo caso, gli indizi convergevano sulla stessa autovettura e quindi, vista la coincidenza delle descrizioni, sullo stesso autore.
Dati i gravi indizi di colpevolezza emersi nei confronti del soggetto in ordine alla responsabilità dei due reati, considerato che l’uomo raggiungeva con frequenza la città di Sanremo e che era altamente probabile che reiterasse simili reati, venivano predisposti servizi di appostamento nelle stesse giornate e fasce orarie in cui erano stati commessi i precedenti scippi e, dopo tre giorni, la pazienza e la tenacia degli investigatori veniva premiata. L’auto con a bordo il giovane veniva intercettata nella zona centrale della città.
Il francese, condotto in ufficio, ammetteva di essere un tossicodipendente e di recarsi frequentemente in Sanremo per approvvigionarsi di stupefacente (ed è presumibilmente questa la ragione degli improvvisi raptus e dei tentati scippi da lui compiuti).
La donna che aveva subito la prima aggressione lo riconosceva senza ombra di dubbio come l’autore del reato, confermando la ricostruzione investigativa degli operatori del Commissariato.
L’uomo veniva sottoposto a fermo per rapina aggravata e denunciato per il furto con strappo avvenuto nel mese di agosto, e successivamente condotto presso il carcere di Imperia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che convalidava il provvedimento e applicava la misura della custodia cautelare in carcere.
Gli agenti della Polizia di Stato oggi hanno riferito di avere arrestato un 30enne peruviano incensurato, ma irregolare sul territorio nazionale, per il reato di rapina e lesioni.
L’episodio è avvenuto in via del Lagaccio a Genova.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la sua fidanzata ieri gli ha spiegato di voler troncare la relazione che durava da circa un anno.
A quel punto, il sudamericano ha reagito in maniera violenta minacciandola, colpendola con uno schiaffo e un calcio, rubandole dei soldi.
Poi ha cominciato a raccogliere tutte le cose che potevano avere un valore e le ha infilate in alcune borse e trolley.
La donna, impaurita, si è rifugiata in bagno e ha chiesto aiuto.
I poliziotti delle Volanti sono quindi tempestivamente intervenuti e hanno fermato il 30enne ancora sulle scale del palazzo mentre si stava allontanando con tutto il materiale e i soldi che aveva sottratto alla donna.
La fidanzata è stata soccorsa e trasferita in ospedale, dove è stata medicata e dimessa con 7 giorni di prognosi.
Dopo l’ennesima caduta di calcinacci e perfino di una tubazione (avvenute domenica scorsa) dal viadotto Bisagno in A12 e le polemiche seguite a questo episodio, oggi i responsabili della Direzione di Tronco di Genova di Autostrade hanno annunciato di voler incontrare i residenti della zona delle Gavette.
“Incontrarsi al più presto – hanno spiegato – per condividere informazioni e documentazione sul viadotto Bisagno”.
L’invito ai genovesi ha “l’obiettivo di rassicurare i residenti riguardo alle preoccupazioni manifestate in questi giorni sulle condizioni del ponte”.
Tuttavia, i cittadini devono essere ancora contattati.
“La riunione – hanno aggiunto i responsabili di Aspi – verrà organizzata nei prossimi giorni. Saranno illustrati gli esiti dei recenti monitoraggi effettuati sul viadotto (anche da una società di ingegneria esterna) oltre che gli interventi di manutenzione in corso e programmati. I tecnici si rendono disponibili a effettuare anche un sopralluogo con i residenti presso il viadotto”.
Carabinieri e poliziotti all'ingresso del consiglio regionale della Liguria
Spalti dell’aula del consiglio regionale della Liguria occupata “ad oltranza” da lavoratori ex Ilva di Cornigliano e sindacalisti della Fiom e della Cisl, che protestano per la grave situazione dei dipendenti di Arcelor Mittal.
Oggi pomeriggio, mentre la seduta era stata definitivamente sospesa e gli spalti ancora occupati in attesa della lettera di convocazione da parte del Mise e del Ministero del Lavoro per risolvere la situazione genovese, improvvisamente è scoppiato un grosso petardo all’esterno.
Sul posto c’era un nutrito gruppo di ragazzini (circa 40 con età media 15 anni) che stazionava sulle scale del complesso di via D’Annunzio e nei Giardini Baltimora.
Non si sa bene come si siano scontrati con un paio di tesserati Fiom all’uscita pianoterra del palazzo della Regione.
Fatto sta che è scoppiato un tafferuglio e sono volate parole grosse proprio all’ingresso del consiglio regionale. Gli uni hanno accusato gli altri di avere fatto scoppiare il grosso petardo.
Poi, alcuni teenager hanno accusato un lavoratore della Fiom di avere tirato un casco in faccia a uno dei loro amici: “Siamo tutti minorenni, non ci doveva toccare”.
L’operaio ha invece negato il fatto asserito dai 15enni, sostenendo invece di essere stato aggredito da un ragazzino facinoroso e di averlo quindi solo allontanato con le mani per difendersi ed evitare il peggio, senza picchiarlo.
La situazione è precipitata quando sono usciti altri sostenitori della Fiom (circa una ventina). Si sono vissuti lunghi minuti di tensione.
Sono volati insulti, urla e minacce, ma i responsabili della Fiom intervenuti successivamente hanno tentato di raffreddare gli animi.
Dopo pochi istanti sono quindi intervenuti anche gli agenti della Digos, che hanno chiamato rinforzi (un drappello di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa che erano lì vicino per sorvegliare il palazzo della Regione) e diviso i “contendenti”.
La 59ma edizione del Salone Nautico di Genova apre le porte all’arte e lo fa ospitando l’artista Davide Dall’Osso.
Uno spazio espositivo a lui dedicato e un’installazione che ha impreziosito l’area espositiva, generando curiosità e ammirazione nei visitatori.
Il Giadino segreto con l’artista Davide Dall’Osso
Le sue creazioni vivono di trasparenze, di leggerezza e di luce. I suoi materiali sono lo scarto industriale di policarbonato che si fa Arte ai massimi livelli, fino a diventare prodotto artistico di design unico in Europa per lavorazione.
L’80% del materiale usato nelle opere di Davide Dall’Osso è scarto di policarbonato, un materiale che ha come qualità primaria la trasparenza.
Davide Dall’Osso nasce dal teatro, la Scuola del Teatro Paolo Grassi e ha lavorato con Luca Ronconi. Da qui il suo amore per le installazioni; pezzi dinamici in movimento, in continua trasformazione. E’ il concetto della teatralità, quella stessa che ci ha colpito al Salone Nautico.
I Cavalli di Davide Dall’Osso
Con lui abbiamo fatto quattro chiacchiere per farci raccontare da dove e come nasce la sua Arte.
“Amiamo le installazioni; ci piace che la gente inciampi nelle nostre opere. Mi piace raccontare una drammaturgia, una storia, un percorso”. Le sue figure scolpite nascono dalla tradizione della scultura. L’artista lavora la creta, la plasma e sul positivo fonde gli strati di policarbonato, gli scarti.
Il polimero si fonde e, a seconda della sua qualità e del tempo che è rimasto all’esterno, cambia, anche il colore. Il materiale grezzo nasce trasparente e poi viene colorato con i colori che si usano per il vetro. Vengono usati tramite un vaporizzatore e questo genera le sfumature che possiamo ammirare nelle sue sculture.
Opera di Davide dall’Osso esposta al Salone Nautico
L’artista si racconta: “Dentro di noi c’è lo stesso materiale dell’universo: ferro, carbonio. Energia, ma soprattutto scienza, realtà. L’umanità e la tecnologia ci stanno portando in un luogo che non sappiamo qual è. Siamo tutti preoccupati e spaventati. Ma noi possiamo fare qualcosa. L’Arte può e deve fare qualcosa. Può diventare un dialogo interculturale”.
Un tema prediletto: il cavallo. In passato fonte di vita, sostentamento; se non avevi un cavallo non eri. “Oggi – ci spiega – il cavallo è dentro di noi come un fuoco; è un qualcosa che abbiamo nei nostri geni”. Il 50% delle opere di Davide Dall’Osso rappresentano cavalli. Non si tratta semplicemente di senso estetico, ma di “sacralità” vera e propria, come lui stesso ci conferma.
Due le opere che ci hanno colpito particolarmente: l’installazione “Il giardino segreto” e la scultura “Lenisci”.
“Il giardino segreto”: in uno spazio delimitato avviene un racconto, una storia. E’ una danza di Duende, lo spirito della creatività sudamericana. Quella stessa creatività che ti premia e ti logora, un qualcosa che esce e non ritorna mai più. Figure femminili nello spazio che fluttuano leggere.
I loro abiti sembrano volare; le gonne, lavorate su lastre di rame, sembrano enormi petali che si offrono al vento e al mare, che le osservano quasi increduli, come noi. Cigni danzanti sul palcoscenico della vita; è questo che ci sembra di cogliere davanti ai nostri occhi. L’artista non rappresenta la donna in sé, ma il femminile, quell’energia particolare che appartiene alla donna ma anche all’uomo; quell’energia sensibile ed empatica, meno costruttiva, più di respiro e di ascolto.
Il Giardino Segreto di Davide Dall’Osso
Come sostiene lui stesso: “E’ l’energia dell’ascolto che ci fa entrare in simbiosi col mondo che ci ha generato”.
Anche la luce avvolge le figure e ce le restituisce in tutta la loro purezza e fluidità. Le due figure centrali sono il maschile e il femminile; che si guardano vicini, fino ad incontrarsi o scontrarsi. Due centauri. Due figure contemporanee, autodefinite. Due corpi fluidi nello spazio. Sono duellanti o amanti? Amore o scontro? Rappresentano ciò che vogliamo rappresentino.
“Perché oggi l’essere umano è liquido; la società stessa lo è. Ogni figura è in divenire. E il policarbonato è il materiale plastico che più di tutti segna la liquidità per come viene lavorato”. Queste parole dell’artista ci colpiscono mentre afferriamo tutto “il divenire” della sua opera.
Lenisci di Davide Dall’Osso
“Lenisci”: due volti di uomo e di donna che rappresentano la prima volta in cui ci siamo sentiti innamorati. Non è ancora il momento del bacio; è tutto l’universo che accade immediatamente prima. Dopo sarà tutto diverso, ma ora è la passione e la gioia di questo istante tanto desiderato.
Il bacio lenirà il dolore della passione, della gioia e dello struggimento. Bende rosse avvolgono i due volti che tendono uno verso l’altro; è l’istante che si fa Arte.
L’artista definisce il colore: “Il rosso è la passione, è un colore quasi pop, vivace. Non è il rosso di qualcosa di tragico, ma di qualcosa di vivo, di gioioso, legato alla gioventù.” Sabrina Malatesta
GENOVA – Anche se non sappiamo ancora se è stato battuto il record di presenze, il Salone di quest’anno si sta per chiudere con un bilancio altamente positivo. E’ stata una edizione straordinaria nella quale ogni componente è stata protagonista. Non solo i grandi yacht, ma anche le barche di medie e piccole dimensioni sono state oggetto di curiosità e trattative. Anche la componentistica, insieme ai motori, gli accessori ed il mondo sportivo legato al mare sono stati, insieme ai 986 espositori, il cuore del Salone.
Grande successo anche per la Millevele e per il numero record di barche in acqua presenti nelle sei giornate di apertura della 59esima edizione del Salone del Mediterraneo, che alla fine hanno superato il migliaio. E non è finita: barche a vela ancora protagoniste con l’annuncio che Genova ospiterà nel 2022 la tappa finale della “Ocean Race” la più importante manifestazione mondiale della vela. Inoltre sono state presentate le varie challange invernali che culmineranno a marzo con la disputa della Coppa dei Campioni: anche questa si svolgerà a Genova.
Resta l’attesa per conoscere il numero finale di visitatori: si spera ancora che si possa battere il record dello scorso anno che vide ben 174 mila presenze. Sono stati decine di migliaia gli appassionati del mare, della vela e della nautica, insieme a tantissimi curiosi e turisti che hanno ammirato le barche e gli stand genovesi.
Fra le mille barche che hanno suscitato interesse e curiosità fra addetti e non sono state presentate anche due curiose e piccole imbarcazioni, completamente trasparenti: la Coral Wiew 250 ed il tender 220 T, prodotte da Verga-Plast Nautica. Nascono a Lomazzo (Como) e sono destinate ad avere un grande successo per la leggerezza, la semplicità ed il prezzo contenuto. Provare per credere.
Tornando al mondo delle regate, stamane è avvenuta la presentazione, al Teatro del Mare, con la presenza delle massime autorità federali, dei Campionati Invernali. Il presidente regionale Gianni Belgrano ha presentato, insieme al giornalista Marco Callai, i vari appuntamenti autunnali ed invernali che si svolgeranno fino a marzo 2020.
Attualmente è in corso il 7° Campionato della Lanterna del CN Marina Genova. A settembre e ottobre si terranno le regate dello Yacht Club Chiavari. Domenica 27 ottobre scatterà anche l’ Invernale di Loano. Venerdì 1 novembre sarà la data d’inizio del 36° Invernale West Liguria. Domenica 3 novembre a Varazze prenderà il via il 30° Invernale del Ponente . Sabato 9 novembre a Lavagna inizierà il 44° Invernale del Tigullio. I mesi di febbraio e marzo vedranno protagonista Genova con l’International Genoa Winter Contest (il via il primo febbraio) e la Kinder Cup (14-15 marzo). A chiudere le competizioni dei campionati Invernali sarà la terza edizione della Coppa dei Campioni (28-29 marzo) che decreterà gli equipaggi campioni liguri 2019/2020.
CLAUDIO ALMANZI
Il procuratore aggiunto Francesco Pinto oggi ha chiesto la condanna per cinque persone accusate di avere falsificato o reso “più semplici” i controlli sui carichi di materiale ferroso potenzialmente radioattivi che sostavano nelle apposite aree portuali del Sech e del Vte.
L’accusa è di falso e omissione dei controlli radiometrici.
Lo ha riferito oggi l’agenzia Ansa.
In particolare, il pm ha chiesto la condanna a 4 anni e sei mesi per l’ingegnere Giovanni Battista Carbone e Giancarlo D’Andria (responsabile commerciale della società Dp Servizi); 2 anni e sei mesi per Davide Feurra (collaboratore di Carbone) e Gioacchino D’Andria; 3 anni e sei mesi per il tecnico radiometrico Mauro Andrei.
L’inchiesta della procura genovese era partita dopo la segnalazione di alcuni addetti ai lavori che avevano notato una “certa velocità” nei controlli.