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Oggi Genova ricorda…ma in Liguria arrivano i venti della crisi di governo

GENOVA Oggi è la personalissima “giornata della memoria” per Genova (e piu’ allargata a tutta l’Italia). I vertici politici nazionali, dal Capo dello Stato Sergio Mattarella al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, sono a Genova per la cerimonia di commemorazione del primo anniversario delle 43 vittime innocenti del crollo del Ponte Morandi…ma si trascinano in Liguria l’ombra lunga della crisi di governo, una delle piu’ intricate e surreali della storia della Repubblica.

Sergio Mattarella oggi a Genova

Ieri l’aula del Senato ha deciso, Conte convocato a Palazzo Madama martedì 20 agosto. Proprio dal Senato è arrivata la bocciatura della proposta per la sfiducia a Conte per oggi. Matteo Salvini vuole accelerare i tempi per sfiduciare il Premier: Ieri il leader della Lega ha messo all’angolo gli (ex) alleati dell’esecutivo: “Ok al taglio di 345 parlamentari ma poi andiamo subito al voto”. Ma le novità, nel centrodestra, passeranno anche da Silvio Berlusconi: il leader del Carroccio infatti sta pensando ad un nuovo centrodestra unito e, per questo, doveva incontrare il Cavaliere. Ma l’incontro è saltato e rimandato a data da destinarsi.

Nel frattempo c’è chi punta le fiches su una futura alleanza Pd-Movimento5S. Dopo l’apertura di Renzi a un governo istituzionale con i pentastellati, anche per Franceschini e Martina prende forma l’ipotesi di un governo di legislatura con il M5S. Ma in questo vortice il segretario dem Nicola Zingaretti ribatte: “È il momento della battaglia politica”. Di Maio intanto sembrerebbe chiudere all’ipotesi di dialogo con i dem: “Non possiamo fidarci di lui, non possiamo sederci al tavolo con Renzi”.

Matteo Renzi

L’ipotesi di un nuovo accordo tra Pd-M5S-LeU-gruppo misto e autonomie porterebbe a una maggioranza alla Camera con 341 deputati sui 316 necessari per avere la maggioranza. Mentre il Senato sarebbe composto da 174 senatori, ovvero tredici in più dei 161 necessari per avere la maggioranza nell’Aula.

Se questa è la situazione che si delinea nell’asse Pd-M5S, al di là della barricata il fondatore di Cambiamo Giovanni Toti avverte l’amico Salvini: “Non credo che il cambiamento di Salvini possa passare da Forza Italia, dai soliti noti, dai collegi blindati, noi siamo qui per dare un contributo, se lo vogliono, penso che sarà un contributo importante”.

“La nostra battaglia di questi anni è stata per evitare che il declino di Forza Italia con le bende sugli occhi e i tappi nelle orecchie privasse un pezzo dell’elettorato italiano di una possibilità di scelta – ha raccontato Toti ad Agorà – ed escludo che adesso qualcuno possa ulteriormente privargliela con un patto dal notaio”. È chiaro l’auspicio del presidente della Liguria: “Spero che il disegno della nuova Lega sia un qualcosa di un po’ più ambizioso che garantire la poltrona a qualcuno, dopodiché ognuno è responsabile di quel che dice e delle sue scelte”.

Giovanni Toti

Cambiamo è nata per dare un nuovo approdo ai tanti delusi del centrodestra e Toti analizza così la situazione: “Forza Italia da anni perde consensi, non rappresenta più un pezzo di elettori che si riconoscono nel centrodestra, perciò abbiamo scelto strade diverse, adesso quegli elettori hanno diritto di avere qualcuno per cui votare”- ha aggiunto Toti. “L’importante è che dentro alla squadra ci siano tutte le sensibilità che gli italiani possano voler scegliere – rimarca il governatore – perché se cominciamo a escluderne qualcuna per preservare la riserva indiana di Forza Italia, che pur estinguendosi oggi ha un centinaio di parlamentari utili, che domani non lo saranno più, se gli italiani saranno costretti a votare, diventa più complicato il ragionamento”.

“Caro Matteo, lavorando insieme da anni per cambiare la Liguria, sono certo che non sia questa l’Italia dei Sì che hai nei tuoi sogni. Cambiamo il Paese davvero, come stiamo cambiando questa bellissima regione”. Lo scrive il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti al leader della Lega Matteo Salvini su Facebook per impedire l’accordo con Berlusconi per escludere Cambiamo dalle alleanze.

Marcello Di Meglio