Home Politica Politica Genova

M5S contro Frecciarossa GE-MI in 79 minuti: danni a pendolari liguri e piemontesi

Stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe (foto d'archivio)

“Segnatevi questa data: 15 marzo. Perché sarà ricordata come la giornata più nera, il punto di non ritorno, per i pendolari liguri e piemontesi e per l’intero sistema ferroviario del nord-ovest”.

Lo ha dichiarato oggi il consigliere regionale del M5S, Marco De Ferrari.

“Nel giorno in cui Toti inaugura in pompa magna l’ennesimo treno ‘velocetto’, evocando addirittura i fasti delle gloriose Repubbliche Marinare – ha aggiunto De Ferrari – si guarda bene dall’enumerare le devastanti conseguenze che quei 9 minuti appena di risparmio nella tratta Genova-Milano avranno su 9 treni locali e sulle vite di migliaia di pendolari liguri.

Infausti cambi di orario, riduzione dei servizi, tempi di percorrenza allungati, ulteriori minuti di ritardo per 9 treni, tra Intercity e regionali. E tutto per un Frecciarossa farlocco da 79 minuti per pochi privilegiati, da cui migliaia di pendolari saranno esclusi per volere di Regione Liguria.

La giunta Toti non finisce mai di stupirci. Dopo aver collocato inutilmente per settimane a dicembre una coppia di treni in piazza De Ferrari, a Genova, per promuovere il nuovo eterno Contratto di Servizio (a Trenitalia), anziché sui binari liguri per aumentare il servizio (ai cittadini), da oggi farà pagare a caro prezzo questo nuovo Frecciarossa proprio a quei pendolari a cui non servirà e che, comunque, non potranno utilizzarlo.

Come MoVimento 5 Stelle, siamo pronti a portare urgentemente il tema in Aula con una doppia interrogazione nei consigli regionali di Liguria e Piemonte con la quale chiederemo: quali conseguenze avrà questa gigantesca operazione di marketing? I 9 minuti in meno che il Frecciarossa impiega nel collegare Genova con Milano valgono più delle esigenze di migliaia di pendolari liguri? Domande che da mesi le associazioni hanno posto e a cui Toti sino ad ora si è ben guardato dal dare una risposta, raccontando una favola a cui i cittadini hanno smesso di credere da un pezzo”.