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Lunaria celebra l’anniversario dell’allunaggio

Lunaria celebra l'anniversario dell'allunaggio

Ieri sera, in piazza San Matteo, gli attori di Lunaria Teatro, con un riuscito reading a due voci, tratto da un reportage di Oriana Fallaci, hanno ricordato il cinquantesimo anniversario dello sbarco di tre astronauti americani sulla luna.

Anzi due, perchè ad uno di loro, con il compito di riportarli in terra, non è stato permesso di toccare il suolo lunare: è rimasto a fare melanconici giri intorno al pallido astro, mentre osservava i compagni camminare e perfino correre sulla   sabbia lunare.

Siamo negli anni Sessanta del secolo scorso e la nostra Oriana si avvicina all’imminente avventura nello spazio: trascorre lunghi periodi nel centro della NASA a Houston e nella base di Cape Kennedy, incontra gli astronauti, gli scienziati, i tecnici che hanno realizzato questo enorme progetto e ne riporta le sensazioni, i pareri, gli umori.

Qual è, si domanda, lo scopo di questa missione? Forse, come sostiene qualche illustre personaggio, l’atterraggio sulla luna farà dimenticare al popolo americano le atrocità della guerra in Vietnam (oh my God!)?

Con arguzia la Fallaci prova a tracciare i pericoli di questa missione (tanto alla glorificazione avrebbero pensato anche in troppi…).

Il primo è quello di imbattersi in un virus refrattario a qualsiasi antidoto, un pericolo di morte fisica. Il secondo quello che la tecnologia prenda il sopravvento sulle doti umane, un pericolo di morte spirituale. Un terzo quello di costituire un ampio terreno per guadagnare, con scoop giornalistici o incrementi di produzione e vendita merci, un pericolo di morte morale.

La scrittrice prova a tracciare un ritratto dei tre astronauti, in primis quello di Neil Armstrong, e i profili che ne escono non sono particolarmente lusinghieri, anzi.

I tre uomini sono descritti come tre tipologie di robot, di scarsa cultura, ad eccezione di quella tecnologica, e di scarso temperamento, interessati solo a volare ed agli aspetti tecnici della missione. Sarà. Ma possiamo ricordare ad Oriana che, benchè la luna, per noi terrestri sia fortemente legata al cuore e all’emotività, sulla luna ci si andava e ci si va mediante l’uso di sofisticati computers che elaborino calcoli esatti e ritrovati scientifici all’avanguardia, mentre sogni e dolci sospiri restano riservati ai comuni mortali che si contentano di vivere e morire sul pianeta Terra?

Anche perchè, come spiegò uno scienziato, se qualche difetto tecnico avesse impedito il ritorno degli astronauti, questi, essendo “tecnici collaudatori”, non avrebbero avuto neppure il permesso di suicidarsi, anzi avrebbero dovuto documentare ogni avvenimento, fino all’ultimo respiro…

Ma alla fine, davanti al razzo illuminato che sta per partire, al conteggio alla rovescia, alle luci accecanti, alla concentrazione dei tecnici, all’attesa palpabile delle folle, e più tardi alla famosa orma sul suolo lunare, alla passeggiata degli astronauti, fino alla capsula galleggiante del ritorno, anche l’impavida e ritica Oriana si coinvolge, si commuove, si esalta, fino a condividere qualche banalità e a concludere “vorrei che oggi nessuno morisse ….”

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Per celebrare degnamente il cinquantenario dell’allunaggio, Lunaria Teatro offre in settimana tre incontri presso botteghe storiche di Genova dedicati alla lettura di testi con l’attore Paolo Drago, che si concluderanno con un brindisi alla Luna:

Lunedi 22 luglio ore 17,30 da Pescetto abbigliamento, via di Scurreria 8R;

Giovedi 25 luglio ore 18 alla Pasticceria Marescotti di Cavo, Via di Fossatello 35R;

Lunedi 29 luglio ore 18 all’Antica Farmacia Sant’Anna, Convento Carmelitani Scalzi, piazza Sant’Anna 8.

Elisa Prato

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