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La prima italiana del Maestro Olivier Penin

La prima italiana del Maestro Olivier Penin
Il maestro Olivier Penin

Olivier Penin è l’organista ufficiale della chiesa di Santa Clotilde a Parigi dal 2004 con una brillante carriera musicale che lo ha portato ad ottenere moltissimi riconoscimenti internazionali.

Quest’anno, dopo lo stop a causa della pandemia, le sue mani e i suoi piedi hanno ripreso a calcare i tasti degli organi di tutto il mondo.

Tra le varie tappe affrontate dal maestro transalpino, una è stata a Genova presso la chiesa dei Santi Nicolò ed Erasmo sede dell’Associazione Voltrimusica, dove ha tenuto un concerto che ha riscosso un grande successo di pubblico.

La prima italiana del Maestro Olivier Penin
Il maestro Olivier Penin

L’evento era inserito nell’ambito del Festival Organistico Internazionale organizzato da “Rapallo Musica”, che ha coinvolto alcuni degli organi più significativi della regione.

In questa occasione abbiamo posto al Maestro Penin alcune domande per sapere un po’ di più su di lui, che oggi ricopre il ruolo che un tempo è stato del grande compositore César Franck, che ha appunto creato alcuni dei suoi brani più famosi proprio seduto alla consolle della chiesa parigina.

Questa era la sua prima volta in Italia, quali impressioni le ha lasciato?

“Esatto, questo era il mio primo concerto in Italia perché in realtà dovevo inaugurare un organo a Torino e suonare a Roma ma con il Covid questi concerti sono stati cancellati. Quindi è stata la mia presenza nel vostro paese. Sono stato molto toccato dall’accoglienza del gruppo organizzativo e della parrocchia che mi ha ospitato. Una profonda gentilezza da parte di tutti e un grande impegno al fine di rendere il concerto una grande celebrazione della musica romantica francese. Poi, durante la serata, sono stato molto toccato dal pubblico entusiasta, caloroso, aperto e reattivo. Ho vissuto questo momento come una grande condivisione”.

Suonare in Italia è diverso dagli altri paesi? Perché

“Poter suonare in Italia è stato molto speciale. Certo l’organo italiano è molto differente da quello francese e bisogna adeguarsi. Tuttavia, la prima cosa che mi ha colpito è stato il pubblico che ho trovato davvero fantastico, così come la squadra organizzatrice. Per me è stato un evento straordinario. Devo aggiungere che ho sempre avuto un legame speciale con l’Italia e volevo davvero poter esprimere la mia arte lì. Sono stato molto felice di questa esperienza”.

Genova, una città di mare quale è stata la sua impressione

“Non è comune avere la spiaggia vicino alla sede del concerto. Per una volta mi sono concesso qualche minuto per vedere la spiaggia e il mare, è stato stimolante e rigenerante, ideale prima di un concerto”.

Quali sono i suoi programmi per il futuro?

“Il tour di concerti in Europa continuerà. Entro la fine dell’anno andrò in Germania, Spagna, Belgio Danimarca, Polonia e ritorno in Italia con tante altre destinazioni. Ci saranno anche i -Franck Days- dal 9 all’11 di dicembre così come è in uscita un disco di tutta la sua musica per organo, prevista per questo autunno. Naturalmente ci saranno anche dei video che verranno girati e pubblicati con la squadra del grande organo di Santa Clotilde. Da ultimo terrò anche i corsi -Masterclass-. Il 2023 si preannuncia altrettanto impegnativo: sono molto fortunato e traggo beneficio dalla fiducia che le persone hanno in me e questo mi onora. Spero che questo duri il più a lungo possibile. È un mestiere magico reso possibile da chi mi invita e mi invita nuovamente a suonare e ad apprezzare quello che faccio”.

La cultura musicale in Europa oggi, c’è tanta passione per la musica classica e in particolare per l’organo?

“Il pubblico dell’organo è molto vario. Ci sono giovani e anziani provenienti da tutte le parti del mondo. Si tratta infatti per la maggior parte di un pubblico appassionato, ma ci sono anche alcune persone che sono attratte da questo strumento per semplice curiosità. C’è anche un pubblico su Internet che non viene necessariamente ai concerti, ma ascolta la musica online. Sono quindi persone molto diverse che vengono, ma noto ovunque che il pubblico giovane viene sempre di più e soprattutto più di prima del Covid. Un segno che ci offre speranza”.

Oggi i giovani sono interessati alla musica classica e all’organo in particolare?

“C’è un vero interesse per l’organo tra i giovani con tanti appassionati e curiosi. I giovani sono sempre più numerosi e questo costituisce una grande e bella speranza per il nostro strumento. I video su internet sono forse il modo per attirarli e fare venire voglia di venire ai concerti perché l’organo è uno strumento sempre più bello da ascoltare nella vita reale dove le emozioni che è grado di offrire sono sempre maggiori.

Dalla musica classica arrivano quindi segnali importanti ed in controtendenza con l’andamento mainstream del vasto mercato legato al pentagramma. Un settore molto particolare ed in parte ristretto ad esperti appassionati, si rivela in realtà un ambito interessante di conoscenza e sviluppo. E’ grazie ad eventi come questi che si scoprono artisti unici ed importanti di questo affascinante contesto culturale. Roberto Polleri