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La Liguria dice sì al referendum della Lega. Senarega: Pd e M5S hanno paura del voto

Regione Liguria dice sì al referendum maggioritario della Lega

L’Assemblea legislativa della Liguria oggi pomeriggio ha approvato la proposta di deliberazione, presentata dal leghista Franco Senarega, con cui si chiede il referendum per abrogare la parte proporzionale della legge elettorale nazionale.

Il “sì” al referendum maggioritario è arrivato dopo quello delle Regioni Veneto, Lombardia, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Abruzzo.

A favore il centrodestra e il consigliere Giovanni Boitano del Gruppo misto, dopo aver lasciato ‘Liguri con Paita’. Astenuto il consigliere Giovanni De Paoli (ex Lega).

Pd, M5S e Rete a Sinistra hanno abbandonato i lavori a inizio seduta.

Pd-M5S-RaS: Liguria no Pontida. Cartelli e bagarre in consiglio regionale | Foto

“A differenza di quanto sostenuto oggi da un collega del Pd, noi non siamo servi di nessuno. E crediamo che ciò valga pure per tutti i consiglieri della maggioranza di centrodestra alla quale in Liguria apparteniamo. Gli insulti verso gli avversari politici, specie in un’aula istituzionale come quella del consiglio regionale, denotano per l’ennesima volta come una parte della minoranza non abbia argomenti”.

Lo hanno dichiarato, a margine della votazione di oggi in Regione, i consiglieri leghisti Franco Senarega, Paolo Ardenti, Alessandro Puggioni e Vittorio Mazza, a seguito dell’uscita dall’aula consiliare dei consiglieri del Pd e del M5S prima della votazione della proposta di deliberazione sulla richiesta di referendum maggioritario, presentata dal Carroccio.

“Ci sarebbe da ridere – hanno aggiunto i leghisti – se non ci fosse da piangere.

Oltre agli insulti del consigliere Pd, la bagarre scatenata oggi pomeriggio in aula dalla minoranza con cartelli ‘Liguria no Pontida’ e tappeto verde è stata una pagliacciata.

In realtà, loro hanno paura del voto ossia della volontà degli italiani espressa tramite elezioni democratiche.

Lo ribadiamo: chi prende un voto in più deve poter governare. L’iter seguito per il nostro referendum non solo è legittimo, ma anche di buonsenso.

Chi vince governa e poi sarà giudicato dagli italiani, chi perde non potrà più fare inciuci e governi delle poltrone”.