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Il costo del petrolio scende, il prezzo della benzina no. Perché?

Prezzi carburanti alle stelle (foto d'archivio)

Il costo del petrolio scende, il prezzo della benzina no. Perché?

Le quotazioni del petrolio, nelle ultime settimane,  hanno subito una brusca flessione, ma il prezzo della benzina non è sceso.  Il prezzo del greggio è passato dai 123 dollari al barile di metà giugno 2022 agli attuali 99 dollari al barile, cioè  un calo del 21%.

Il 13 luglio 2022 la benzina costava mediamente 2,018 euro, con il brent (* vedi nota) a quota 100 dollari al barile, stessi livelli del periodo 2010-2014, mentre nel 2008 le quotazioni del brent raggiunsero il record in assoluto a 147,5 dollari al barile, ma in quel periodo la benzina costava 1,38 euro al litro.

Perché ci sono queste differenze? I motivi sono molti e anche contraddittori tra loro. Analizziamo i motivi più semplici che incidono sul nostro portafoglio.

Vediamo le accise  e Iva sulla benzina che dobbiamo pagare.

Una recente analisi ha evidenziato come l’Italia è il Paese con le accise sul diesel più alte in Europa. Come fa notare una ricerca di un noto giornale economico italiano:  “tolte le tasse il costo dei carburanti italiani è più basso della media europea”. Alla rilevazione di luglio 2022 l’accisa sulla benzina è pari a 47,8 centesimi mentre l’iva ci costa 36,6 centesimi.

Quindi, il prezzo netto del carburante privo di ogni tipologia di tassa si aggira vicino agli 1,017 euro mentre alla pompa la benzina la paghiamo 2,018 euro circa il doppio! Tutto questo però tenendo conto però del provvedimento introdotto a marzo dal governo sul taglio delle accise (da circa 30 centesimi) che è stato di recente prolungato fino al prossimo 2 agosto 2022.

Bisogna tener presente che rispetto al 2008 il contesto economico è mutato. Dal 2008 ad oggi sono state introdotte accise per un valore complessivo di 17,5 centesimi, come quella per il terremoto dell’Aquila (0,0051€ euro) o per il decreto Salva-Italia del 2011 (0,082 euro). Inoltre, l’Iva in Italia è cresciuta al 22%, mentre nel 2008 era al 18%.

Effetto cambio del valore delle monete.

Per i consumatori europei si deve considerare l’effetto cambio che inasprisci la situazione. Nel 2008 un euro era arrivato a valere anche 1,5 dollari, in questi giorni invece stiamo sfiorando la parità, trovandoci a quota 1,010 $. Essendo il petrolio quotato in dollari* ecco che l’attuale svalutazione dell’euro rende per noi europei molto più caro il prezzo del greggio. (sia nel caso del Wti americano,  ** che in quello del Brent* europeo).

Nel 2008 non avevamo lo stesso potere d’acquisto di oggi, pertanto, per confrontare il prezzo della benzina bisogna procedere con l’attualizzazione prendendo come riferimento l’indice Foi, che secondo i dati diffusi dall’Istat, dal 2008 ad oggi si è rivalutato del 22,45%. Facendo i dovuti calcoli, si giunge alla conclusione che il prezzo medio della benzina del 2008 di 1,38 euro, se attualizzato sarebbe pari a 1,69 euro.

Ci sono altri fattori che determinano il costo della benzina in Italia.  Dobbiamo ricordare “la domanda e offerta”e  le molte speculazioni. Fattori importanti sono il costi della raffinazione, stoccaggio e trasporto del carburante. ABov

(*Il termine brent* caratterizza oggi il petrolio di riferimento europeo, un prodotto molto leggero, risultato dell’unione della produzione di 19 campi petroliferi situati nel Mare del Nord)

(**Il WTI (WTI) è una miscela di diversi petroli greggi americani leggeri e dolci. Viene estratto e lavorato negli Stati Uniti e viene principalmente raffinato nel Midwest e sulla costa del Golfo. Il WTI è utilizzato principalmente sul mercato petrolifero statunitense.)