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Il contagio della cultura non uccide

Il contagio della cultura non uccide

CulturaIdentità chiede al Governo la riapertura immediata di teatri e cinema italiani

L’Italia si è battuta ottenendo la riapertura dei musei, con centinaia di militanti che simbolicamente hanno avanzato la protesta davanti a decine e decine di musei di tutta Italia.Oggi, con quelle stesse parole e con il medesimo spirito, CulturaIdentità chiede al Governo la riapertura immediata di teatri e cinema italiani, almeno nelle zone gialle come già fatto per i musei, in sostegno alle migliaia di attori, registi, sceneggiatori, tecnici, degli operatori del settore. I nostri iscritti saranno presenti davanti ai teatri e ai cinema italiani per estendere la protesta.

In molti programmi tv il pubblico in studio è presente: in “C’è Posta per te” di Maria De Filippi, ad esempio, come nel prossimo Festival di Sanremo. Lo spettacolo va avanti, ma non per tutti. In sicurezza, certamente, ma viene da chiedersi: gli spettatori presenti nei due casi citati sono diversi da quelli che potrebbero tornare, dopo molti mesi, a popolare le sale di teatri e cinema in tutta Italia? “Forse per i non privilegiati del mondo dello spettacolo, il virus è ancora più potente? Lo spettacolo dal vivo non può essere condannato alla piattaforma voluta dal ministro Franceschini, il doppiopesismo di questo Governo non è più accettabile: riaprite i cinema ed i teatri ultimi baluardi di una comunità che vogliono trasformare in virtuale”, afferma il presidente di CulturaIdentità, Edoardo Sylos Labini.

Il mondo dei lavoratori del settore Cultura e le tante imprese oramai sul lastrico sono stufe di essere considerate l’ultima ruota del carro. Senza la Cultura un Paese muore e questo non può succedere all’Italia, patria mondiale di Arte e Bellezza.
“Sono ormai molti mesi che cinema e teatri sono chiusi, nonostante possano aprire garantendo ragionevole sicurezza a pubblico, artisti e dipendenti. Cosa aspettano i lavoratori dello Spettacolo a scendere in piazza contro questo Governo ed il ministro Franceschini che ci vorrebbe tutti su una piattaforma digitale invece che sul palco o in platea? Oltre ai tanti italiani che avrebbero bisogno di una boccata d’aria di Bellezza, potendo frequentare Musei, Cinema e Teatri, anche per sopportare meglio questa dura pandemia, il nostro pensiero va ai tanti lavoratori della cultura e all’indotto relativo di fonici, costumisti, allestitori e tanti altre professionalità, spesso con contratti precari o a partita IVA e quindi senza neanche le garanzie di una cassa integrazione”, rilancia Andrea Lombardi, responsabile locale di CulturaIdentità Genova, aderente all’iniziativa con i soci genovesi dell’associazione.

Andrea Lombardi