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I campi si tingono sempre più di rosa

Coldiretti Liguria
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I campi si tingono sempre più di rosa. Le donne italiane e liguri alla guida di imprese agricole. Ne parla Coldiretti Liguria.

I campi si tingono sempre più di rosa, i dettagli.

Il 15 ottobre ricorre la Giornata internazionale delle donne rurali, istituita dall’Onu attraverso la Risoluzione 62/136 del 18 dicembre 2007 con lo scopo di riconoscere “il ruolo chiave delle donne rurali nel promuovere lo sviluppo rurale e agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e allo sradicamento della povertà rurale”.

Ad oggi in Italia sono oltre 200mila le imprese agricole guidate da donne che hanno rivoluzionato l’attività, come dimostra l’impulso dato dalla loro presenza nelle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, gli agriasili, le fattorie didattiche, i percorsi rurali di pet-therapy e gli orti didattici, ma anche nell’agricoltura di precisione e a basso impatto ambientale, fino ad arrivare all’importante presenza femminile nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica oltre che nell’agriturismo.

Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale sottolineano:

“Le donne italiane e liguri che hanno scelto l’agricoltura dimostrano ancora una volta grandi capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, il tutto a contatto con la natura e insieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità”.

Un ruolo oggi, purtroppo, messo a rischio dai rincari energetici, con effetti diretti e indiretti sui costi di produzione, che pesano sui bilanci delle imprese e sull’offerta di prodotti e sevizi alla collettività.

In questo scenario, secondo la Vicepresidente delle di Coldiretti Donne Impresa Liguria, Anna Fazio, “difendere il patrimonio di esperienze femminili significa sostenere economia, lavoro, ambiente, territorio e servizi alla persona, anche grazie alle grandi opportunità offerte dall’agricoltura sociale”.