Home Cronaca Cronaca Genova

Dormitori per persone senza fissa dimora, Locatelli spiega la giusta delibera di Alisa

Assessora regionale alla Sanità Sonia Viale e Walter Locatelli, numero uno di Alisa (foto d'archivio)

«È con grande rammarico che ho constatato come siano state espresse opinioni sommarie su provvedimenti difficili, come il momento che viviamo, senza conoscere i complessi elementi di giudizio della situazione».

Lo ha dichiarato oggi il Commissario di Alisa Walter Locatelli commentando alcune critiche mosse alla delibera esplicativa dell’ente per la regolamentazione dell’attività socio-sanitaria (Delibera n. 90 del 13 marzo) che, al punto 15, definisce le indicazioni per i dormitori per l’accoglienza notturna di persone senza fissa dimora in Liguria a seguito dell’emergenza coronavirus.

«I centri di accoglienza – ha spiegato Locatelli – per persone senza dimora, che dispongono delle condizioni per le misure preventive di distanziamento tra le persone, restano aperti, come disposto nella delibera citata.

Sappiamo che questi centri sono in numero sufficiente per accogliere coloro che in questi giorni hanno aderito alla richiesta di restare nel centro anche di giorno, che è la condizione per attuare le misure preventive, come per la popolazione in generale.

Purtroppo, alcune delle persone senza dimora, non aderiscono a tale richiesta ed escono durante il giorno. Questo fa sì che possano essere veicolo di infezione per gli altri ospiti del centro al loro rientro nella struttura, se nei locali non ci sono spazi per effettuare il distanziamento.

Bisogna quindi prendere atto che, per questi cittadini, i provvedimenti di natura sociale/comportamentale preventivi, non hanno sufficiente efficacia e risulta necessario per tutti coloro che sono comunque per strada, monitorarne le condizioni di salute per effettuare tempestivi ricoveri ospedalieri anche in condizioni di disturbi non gravi (diversamente da quanto avviene per la popolazione in generale).

In altre parole, una tutela sanitaria aumentata deve supplire ai limiti di quanto si può realizzare con misure sociali non accettate da queste persone».