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Comune di Genova, opposizioni attaccano presidente Piana che replica: sterili polemiche

Genova, presidente consiglio comunale Alessio Piana (Lega)

“Apprendo con stupore le accuse che mi sono rivolte, a mezzo stampa, dai gruppi di minoranza del consiglio comunale. Accuse irricevibili e infondate visto che, in questi 3 anni di mandato, ho sempre garantito la mia terzietà e neutralità nel ruolo di presidente del consiglio comunale”.

Lo ha dichiarato stasera il presidente del consiglio comunale di Genova Alessio Piana (Lega).

“Nell’organizzazione dei lavori – ha spiegato Piana – ho sempre tenuto conto, come da regolamento, della rappresentanza di ogni gruppo che compone il consiglio e nella predisposizione degli ordini del giorno ho bilanciato la presenza di iniziative dei gruppi di maggioranza e di minoranza.

Nel rispetto della dialettica politica e istituzionale, non mi sono mai sottratto al confronto e all’apertura alle richieste dei diversi gruppi sull’ordine dei lavori, nella sede più idonea cioè la conferenza dei capigruppo, che si è riunita anche questa mattina, prima della riunione del consiglio comunale, e in cui non mi è stata presentata alcuna istanza di contrarietà.

Mi spiace che, per mera strumentalizzazione politica e sterile polemica fine a se stessa, venga meno il reciproco rispetto istituzionale che da parte mia non è mai mancato, nell’interesse del migliore svolgimento dei lavori consiliari, nell’interesse della città e dei cittadini che rappresentiamo”.

Nel pomeriggio i consiglieri comunali di Chiamami Genova, Italia Viva, Lista Crivello, Gruppo Misto, Movimento 5 Stelle e del Partito democratico, avevano diffuso il seguente comunicato stampa.

“Sono passati tre anni dall’insediamento dell’amministrazione di centrodestra in Comune a Genova. Un centrodestra che manifesta a Roma perché il Governo non lascia spazio al confronto, ma che poi nella nostra città compie atti e scelte che spesso prevaricano e umiliano il ruolo del consiglio comunale.

Il presidente dovrebbe rappresentare il consiglio comunale, come recita lo statuto: lo dovrebbe rappresentare ‘tutto’, maggioranza e minoranza, e dovrebbe essere coadiuvato dall’Ufficio di Presidenza, organismo che non è mai è stato convocato in questa fase di emergenza.

Troppe volte i lavori sono funzionali all’interesse della maggioranza e della giunta Bucci, piuttosto che a quelli della città: tutto ciò che viene proposto dalla minoranza, eletta anch’essa dai genovesi, viene infatti respinto.

Si calendarizzano pratiche con la procedura d’urgenza, ma che tali non sono. Mentre quelle fondamentali non sono mai state approfondite e discusse nella sala rossa di Tursi, luogo dove in più di una circostanza si è assistito ad atteggiamenti sofferenti, da parte del sindaco Marco Bucci, che vive come un fastidio e una perdita di tempo il confronto con i consiglieri comunali.

Anche l’importante lavoro delle commissioni consiliari è caratterizzato dall’improvvisazione e da una programmazione tesa a non disturbare il lavoro della maggioranza, piuttosto che creare l’opportunità per confronti tematici e per trovare soluzioni nell’interesse collettivo. È questo su cui i cittadini devono essere informati.

Oggi in consiglio comunale, dove, come la scorsa settimana, non è stata discussa nessuna delibera, in segno di protesta e in maniera coesa, ritireremo tutte le nostre pratiche e garantiremo la nostra presenza non discutendo e non votando le mozioni della maggioranza, peraltro depositate pochi giorni fa solo per meri obiettivi di strumentalizzazione politica come sta avvenendo da mesi.

Il consiglio comunale non può e non deve essere l’arena politica del centrodestra, ma un luogo dove si portano atti amministrativi per il bene della città.

Le istituzioni devono essere un patrimonio, devono poter lavorare negli interessi di tutti. La sala rossa di Tursi rappresenta il luogo della democrazia dove gli eletti, nel rispetto delle differenze, devono poter ricoprire il ruolo che i genovesi gli hanno affidato con il loro voto”.