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Che Festival, 5 giugno, “Il lavoro a Genova: tra precariato, terzo settore e futuro”

Che Festival, 5 giugno, “Il lavoro a Genova: tra precariato, terzo settore e futuro”
Che Festival, 5 giugno, “Il lavoro a Genova: tra precariato, terzo settore e futuro”

Che Festival, 5 giugno, “Il lavoro a Genova: tra precariato, terzo settore e futuro”, alle 21 sul palco di Music For Peace

Che Festival, 5 giugno, “Il lavoro a Genova: tra precariato, terzo settore e futuro”, in via Balleydier 60.

All’appuntamento “Il lavoro a Genova: un approfondimento tra precariato, terzo settore e nuove proposte per il futuro” parteciperanno il deputato Luca Pastorino, segretario di Presidenza della Camera dei Deputati; Lorenzo Garzarelli, studioso del mercato del lavoro e Compliance Specialist dell’AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla; Giorgia Bocca che sta costruendo insieme alla sua compagna una bellissima realtà di lavoro ed integrazione ed è Responsabile Area Formazione dell’Associazione Terra!; il giornalista Massimiliano Salvo, rappresentante dei precari liguri per Fnsi-Federazione Nazionale Stampa Italiana.

A organizzare l’evento Lorenzo Garzarelli, che per l’AISM si occupa di sicurezza sul lavoro, anticorruzione e privacy. “Da anni studio l’andamento del mercato del lavoro ligure e genovese – spiega –  Negli ultimi 5 anni sono andate via da Genova 23.000 persone, nell’ultimo anno il 32% delle persone che ha trovato lavoro ha la terza media e il 62% è stato assunto con contratto a tempo determinato.

Cosa ci dicono questi numeri? Che in questa città non esiste una connessione tra offerta lavorativa e percorsi di formazione – universitari e non – con conseguente perdita della qualità del lavoro».

La mancanza di opportunità non solo incentiva l’esodo costante, ma comporta un ulteriore risultato controproducente, ossia il potenziamento delle Città concorrenti le quali beneficeranno di persone qualificate che – una volta stabilizzate – creeranno lavoro, profitto e attrattività, lasciando Genova sempre più isolata. Perché isolata? Perché in pochi al giorno d’oggi investirebbero su una città incapace di creare lavoro di qualità e difficilmente accessibile per prezzi e infrastrutture.

Eppure sono tante le persone che vorrebbero tornare e rilanciare quello che è il potenziale inespresso di Genova. «Occorre far sentire vive e realizzate le persone all’interno della propria città, non costrette a lavori di ripiego o di vendita del proprio tempo a fronte di uno stipendio, solo così si può tornare ad essere competitivi».

L’ingresso è gratuito: non si paga nulla, ma si chiede di donare beni di prima necessità (cibo, medicinali…) a Music For Peace.