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Carlo Felice, debuttano La serva padrona e Trouble in Tahiti

Carlo Felice, debuttano La serva padrona e Trouble in Tahiti
Carlo Felice, debuttano La serva padrona e Trouble in Tahiti

Venerdi 28 gennaio ore 20

Arriva al Carlo Felice un atteso dittico: il debutto venerdì 28 gennaio 2022 alle ore 20.00 (con repliche il 29, 30 gennaio e 4, 5, 6 febbraio 2022). Due generi differenti offerti ad un pubblico curioso, vasto, dai vasti interessi.

La serva padrona è un intermezzo musicale in due parti di Giovanni Battista Pergolesi, su libretto di Gennarantonio Federico: Trouble in Tahiti, “one act opera in seven scenes” su musica e libretto di Leonard Bernstein. Le due brevi opere saranno rappresentate in prima assoluta per il Teatro. L’allestimento   vede Alessandro Cadario alla testa dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice e la regia di Luca Micheletti.

L’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso  rammenta che  l’opera buffa è settecentesca mentre Trouble in Tahiti risale agli anni ’50 del secolo scorso: un accostamento tra generi differenti,  quanto mai azzeccato perchè tocca temi riguardanti le dinamiche di coppia.

Il Sovrintendente Claudio Orazi spiega: «La serva padrona, gioiello di Giovanni Battista Pergolesi, è l’opera che segna la nascita del genere dell’opera buffa nel Settecento. In occasione della sua prima rappresentazione al nuovo Teatro Carlo Felice è  abbinata, per la stessa mano registica di Luca Micheletti, a Trouble in Tahiti, opera “dolceamara” di Leonard Bernstein, straordinario interprete e compositore che ha riportato il genere operistico a nuove vette di popolarità sul volgere degli anni ’50 del Novecento.

I due titoli narrano di due storie d’amore dagli opposti destini, una segnata dall’ascesa sociale della protagonista nel primo caso, la caduta dell’ipocrisia di un matrimonio borghese, nel secondo; a maggior ragione  trovano dunque una felice collocazione l’uno accanto all’altro. Il loro accostamento ha ingredienti comuni, come da patrimonio genetico dell’opera lirica d’ogni tempo: drammaturgie coinvolgenti, temi di grande attualità e interesse sociale, musica accattivante, l’alleanza tra il linguaggio della musica colta e una pronunciata vis melodica ».

«Questi due atti unici, racconta Alessandro Cadario, con linguaggi molto differenti, affondano le radici nello stesso terreno e si nutrono degli stessi archetipi musicali. La chiave di lettura è quindi la sensibilità alla parola cantata/recitata e alle sfumature psicologiche dei personaggi che la musica evoca e restituisce. Un teatro musicale né moderno né antico ma al di fuori del tempo. Per questo motivo ritengo importante, come cifra interpretativa, la massima attenzione alla proprietà stilistica al fine di lasciar vivere ogni linguaggio della propria natura espressiva».

«Si tratta di un bel gioco di specchi, racconta Luca Micheletti, sia per la natura “giocosa” delle opere sia perché in questo spettacolo, che affianca due coppie lontane nel tempo ma vicine nello spirito, abbiamo per protagonista una terza coppia che si presta a rappresentarle entrambe. Essere in scena con mia moglie, Elisa Balbo – e aver ideato il progetto insieme a lei  – è sicuramente un valore aggiunto. L’idea  base della mia regia è quella di assistere ad un viaggio nel tempo. E la macchina che lo consente è il teatro stesso. Dopo le schermaglie con apparente lieto fine nella Serva padrona, i due protagonisti si ritrovano nell’America di due secoli dopo, nel pieno di una crisi di coppia. Una vicenda che Bernstein racconta , ispirandosi alla sua storia familiare. In Trouble in Tahiti,  Bernstein allude al genere dell’intermezzo, ma ne fa una citazione ironica e di fatto se ne distacca,  per il doppio fondo amaro. Niente di  serio,  uno spolvero di malinconia. Due capolavori che messi al fianco l’uno dell’altro brillano di una luce inedita: tante le somiglianze, ma anche le preziose differenze, che in questo allestimento vengono valorizzate dalla continua metamorfosi degli spazi, ma anche attraverso l’affiancamento di due diverse modalità di fruire del fatto musicale».

Ispirato alla commedia La serva padrona di Iacopo Angelo Nelli, del 1731, La serva padrona di  Pergolesi fu rappresentato per la prima volta al teatro S. Bartolomeo di Napoli nel 1733. Universalmente riconosciuto come il capolavoro pergolesiano, l’intermezzo fu destinato a rivoluzionare la tradizione del teatro in musica diventando  un simbolo stesso dell’opera comica italiana, il cui potere deflagrò sull’intera tradizione lirica europea con la celebre Querelles des bouffons. . Ne La serva padrona, la delicata e briosa struttura del disegno melodico, con motivi brevi ed immediati, la  varietà ritmica in mirabile equilibrio tra musica e parola, di apparente semplicità, sostiene il gioco sentimentale dei personaggi inseriti in una cornice  sottilmente delineata, e rappresentati dall’autore con una caratterizzazione psicologica di  varietà espressiva, ispirata alle maschere della Commedia dell’arte.

Stanco dei capricci e delle prepotenze di Serpina,  Uberto decide di ripristinare i giusti ruoli in casa, fingendo di volersi sposare. La ragazza, ingelosita, annuncia a sua volta, con la complicità del servo Vespone, il suo matrimonio con il fantomatico capitan Tempesta, che minaccia il padrone: se non fornirà la dote dovuta, gli toccherà di sposarla lui stesso. Spinto un po’ dalla paura e un po’ dall’amore per Serpina, Uberto si lascia estorcere la promessa di matrimonio. La burla è poi svelata, ma ormai è tardi: e Serpina da serva diventa padrona.

Leonard Bernstein era in luna di miele nel 1951 quando iniziò a comporre Trouble in Tahiti, ritratto del travagliato matrimonio di una giovane coppia di periferia. Dal suo debutto nel 1952 al Festival of the Creative Arts della Brandeis University Trouble in Tahiti ha raggiunto le migliaia di rappresentazioni in tutto il mondo, tra cui 238 soltanto in occasione del centenario di Bernstein. La vicenda si ispira all’infelice vita coniugale dei genitori del compositore, ed è presaga del fallimento del matrimonio del compositore stesso, diviso tra le proprie inclinazioni omossessuali, i sentimenti e i doveri nei confronti della moglie e dei tre figli nati, il controllo sociale di quegli anni. Sul piano musicale l’opera attinge alla tradizione delle canzoni popolari americane del dopoguerra.  Dietro la discordia coniugale della coppia c’è un profondo desiderio di amore e intimità, assieme a un vuoto spirituale, in contrasto l’esibita patina di felicità. Il cuore del dramma  è enfatizzato da improvvisi cambiamenti stilistici nella musica, sottolineati in particolare dall’intervento del trio vocale jazz che, come una sorta di coro greco contemporaneo, contrappunta con i suoi commenti dissacranti l’idillio borghese in corso. L’opera, della durata di 45 minuti, porta la dedica all’amico Marc Blitzstein, che aveva guidato Bernstein alla scoperta del teatro musicale.

L’opera inizia con un trio vocale, una sorta di coro greco contemporaneo che fornisce commenti satirici al dramma, qui impegnato a decantare l’idilliaca vita borghese nei sobborghi degli anni ’50. Le loro strette armonie, i ritmi jazz e la rappresentazione idealizzata della vita americana evocano gli spot radiofonici dell’epoca. Il plot si concentra quindi sul conflitto domestico di Sam e Dinah, una giovane coppia che, in contrasto con l’immagine perfetta dipinta dal Trio, è disperatamente infelice. La loro quotidianità è impietosamente descritta: Sam è un uomo d’affari di successo e Dinah è una casalinga frustrata. Discutono del figlio  che non viene mai visto né sentito. Mentre la giornata continua, il competitivo e sicuro Sam mostra la sua abilità in ufficio e in palestra. Dinah visita il suo psichiatra e racconta un sogno di un bellissimo giardino irraggiungibile, poi trascorre il pomeriggio immersa in un film di evasione intitolato Trouble in Tahiti. Alla fine della giornata, profondamente consapevoli della loro infelicità, Sam e Dinah cercano  una discussione franca sulla loro relazione. Incapace di comunicare senza incolpare e discutere, Sam suggerisce di andare a vedere un nuovo film: Trouble in Tahiti.

Maestro concertatore e direttore: Alessandro Cadario

Regia: Luca Micheletti

Scene e costumi: Leila Fteita. Luci: Luciano Novelli

LA SERVA PADRONA di Giovanni Battista Pergolesi

Intermezzo buffo in due parti su libretto di Gennarantonio Federico

Personaggi e interpreti principali

Uberto: Luca Micheletti; Serpina: Elisa Balbo; Vespone: Giorgio Bongiovanni

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TROUBLE in TAHITI di Leonard Bernstein

Personaggi e interpreti principali:

Sam: Luca Micheletti; Dinah: Elisa Balbo

Trio Jazz: Soprano: Melania Maggiore; Tenore: Manuel Pierattelli e Baritono: Andrea Porta

Date spettacoli

Venerdì 28 gennaio 2022 ore 20.00 Abb. Opera A

Sabato 29 gennaio 2022 ore 15.00 Abb. Opera F

Domenica 30 gennaio 2022 ore 15.00 Abb. Opera C

Venerdì 4 febbraio2022 ore 20.00 Abb. Opera B

Sabato 5 febbraio 2022 ore 20.00 Abb. Opera L

Domenica 6 Febbraio2022 ore 15.00 Abb. Opera R

Info e biglietti: www.teatrocarlofelice.com

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Conferenza illustrativa: sabato 22 gennaio 2022, ore 16.00: “La serva padrona e Trouble in Tahiti”. Atti unici in epoche diverse, a cura di Lorenzo Costa

In collaborazione con Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio Niccolò Paganini. ELISA PRATO