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Cardiochirurgia, Pastorino attacca giunta Toti: risorse a favore dei privati

Capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea condivisa)

Stamane in aula il capogruppo regionale di Linea Condivisa e vice presidente della II commissione Salute e Sicurezza sociale Gianni Pastorino ha presentato un’interrogazione a risposta immediata sulle manifestazioni di interesse privato-accreditato per la Cardiochirurgia.

Pastorino ha chiesto all’assessore alla Sanità Angelo Gratarola “quali siano i presupposti per la messa a disposizione di una parte considerevole dei 3,8 milioni di euro per la Cardiochirurgia nonostante non risultino esserci liste di attesa”.

“La giunta Toti – ha spiegato Pastorino – prepara bandi per attribuire fondi alla sanità privata sulle spalle della popolazione ligure, anche a fronte della mancanza di liste di attesa.

La giustificazione che ci è stata data dall’assessore Gratarola di questa assurda operazione è che nel 2022 ci sarebbe stata una mobilità passiva, cioè il numero di prestazioni sanitarie effettuate fuori dalla regione, pari a oltre 5.6 milioni di euro.

Premesso che citare il dato di un solo anno, in questo caso il 2022, ci pare poco rilevante ma Gratarola in questo modo massacra la sanità pubblica proprio perché chi la dirige non ci crede alla sanità pubblica.

Si potrebbero investire queste risorse per per campagne informative che spiegano dell’esistenza nella nostra regione di strutture pubbliche, di ottime professionalità in grado  di soddisfare le esigenze dei liguri. Invece, si preferisce attribuire soldi a gruppi privati senza il presupposto che ci siano persone che aspettano in lista quel servizio.

Ancora una volta la giunta Toti ha svelato i propri obiettivi: incentivare il mercato privato anche se non c’è l’esigenza che giustifichi questo.

A questo sottolineiamo che non vi è la certezza di inversione della tendenza con questa manovra, e su questo monitoreremo con attenzione.

L’unico risultato che si otterrà sarà una continua rivalità tra strutture che produrrà una corsa al ribasso sulla qualità delle prestazioni sanitarie”.