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Bper, Carige e PopSondrio verso il terzo polo e Unipol regista

Bper, Carige e PopSondrio verso il terzo polo e Unipol regista
Bper-Carige

Le banche Bper, Carige e PopSondrio, andranno verso la formazione di un terzo polo bancario con Unipol regista? 

Descriviamo le molte mosse di questi ultimi giorni….  Dopo due giorni dall’annuncio della scelta di Bper come acquirente di Carige, i mercati guardano già i primi passi per la costituzione del terzo polo bancario. Un polo di banche con direzione e capitale in Emilia e precisamente a Modena, sede di Bper e Bologna, dove si trova il suo primo azionista Unipol.
Il rapido effetto dell’esclusiva concessa all’istituto modenese Bper dal Fondo Interbancario (Fitd), che ha l’80% di Carige, è il crollo del titolo genovese, una perdita secca dell’11% a 0,793 euro, allineandosi così agli 80 centesimi dell’opa di Bper. La decisione del Fitd ha spazzato via così, le speculazioni su un eventuale rilancio dell’offerta iniziale della banca modenese o su una mossa concorrente di Crédit Agricole.

La due diligence devono concludersi in tempi rapidi, la scadenza è fissata entro il 15 febbraio.

Piero Montani, Ceo di Bper, spiega: «un percorso impegnativo di cui auspico la conclusione in tempi brevi e con pieno successo   ̶   ha detto il ceo di Bper, rivendicando   ̶   soddisfazione e legittimo orgoglio   ̶   per una operazione   ̶    studiata e messa in campo con rapidità ed efficacia, a testimonianza del dinamismo che anima la nostra banca». Montani ha sottolineato che: «nel riformulare l’offerta iniziale abbiamo mantenuto tutti i suoi presupposti principali, ovvero la valenza strategica e industriale, l’adeguato presidio dei profili patrimoniali, il miglioramento dell’ asset quality e un accrescimento significativo della redditività in termini di utile per azione».

C’è la scommessa sul terzo polo bancario?

I mercati guardano alle prossime mosse di queste banche e dei loro Ceo; l’undici gennaio 2022 erano già considerati collegati e sequenziali i movimenti di Bper (+0,73% a 1,93 euro), Unipol (+0,66% a 4,89 euro) e Popolare di Sondrio (ieri +2,73% a 3,84 euro), di cui la compagnia guidata da Carlo Cimbri è primo azionista con il 9,5%.
Il futuro scenario è una fusione a tre, sia pure in momenti susseguenti, tra Bper, Carige e Pop Sondrio. Bper, che ha appena finito di integrare gli oltre 600 sportelli ex Ubi già comprati, ha ormai la stazza da big del mercato italiano. Un fattore importante nella composizione di questo nuovo polo è il cambiamento societario avvenuto nei giorni passati:

La Banca popolare di Sondrio cambia il suo assetto societario, dopo 150 anni si trasforma in società per azioni.

La storica svolta è stata votata ieri 10 gennaio 2022 dall’assemblea degli azionisti, che ha votato per il 96,4% a favore della trasformazione. La banca di Sondrio era l’ultima rimasta delle grandi banche popolari ad aver mantenuto inalterato lo statuto con il diritto di voto capitario dopo la riforma voluta nel 2015 dal governo di Matteo Renzi. Questa manovra porta alla trasformazione in società per azioni tutte le popolari con attivi superiori agli 8 miliardi di euro. Lo hanno fatto, tra le altre, Banca Popolare di Milano e Banco Popolare (che poi si sono fuse), Bper, Ubi Banca (prima dell’integrazione in Intesa Sanpaolo), il Credito Valtellinese.
Nel frattempo Unipol starebbe già riflettendo su una crescita nel medio termine nel capitale di Sondrio, chiedendo l’autorizzazione alla Bce a superare il 10%: un avvicinamento a tappe, come avvenuto con Bper. Carlo Cimbri, l’ha spiegato chiaramente: «Unipol non vuole fare la banca ma avere banche. Per vendere le polizze.»

Riportiamo di seguito vari commenti e riflessioni degli analisti.

Con l’innesto ligure, evidenziavano l’ 11 gennaio gli analisti di Keple Chevreux, Bper amplierà la base clienti del 20% arrivando a 5 milioni e al 5% del mercato, mantenendo livello patrimoniale (Cet1 ratio) del 13%. Per Equita «la mossa di Bper ci sembra efficace e con un buon timing, oltre a creare le premesse per la creazione di un terzo polo bancario in Italia». Di fatto l’operazione è già pagata dalla dote concessa da Fitd a Bper di 530 milioni come aumento di capitale (la richiesta iniziale era 1 miliardo) e dai crediti fiscali (Dta) per 320 milioni netti, che «dovrebbero coprire i costi di ristrutturazione e integrazione». Ma «effetti positivi ci sarebbero anche per anche per Unipol», che si espanderà nelle 380 filiali di Carige. ABov