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Blocco portuali | Trieste chiama e Genova risponde | Video

Blocco portuali | Trieste chiama e Genova risponde - Video
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Venerdì 15 ottobre 2021 blocchi anche a Livorno, Ancona, Napoli e Gioia Tauro

Inizierà domani mattina alle ore 7 varco n.4, Molo VII, il blocco delle operazioni nel porto di Trieste. Il blocco è stato annunciato diversi giorni fa dai lavoratori contrari al Green pass, che il governo Draghi ha reso obbligatorio per accedere nei luoghi di lavoro.

Ai lavoratori sono stati offerti dei tamponi gratuiti, ma l’offerta è stata rifiutata.

“Nella giornata di oggi (giovedì 14 ottobre 2021 ndr) – si legge in una nota del Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste – riteniamo di denunciare che la discriminazione dei lavoratori continua e anzi raddoppia. Prima la discriminazione tra vaccinati e non, ora tra il tampone gratuito e chi a pagamento.

Questo ci sembra inammissibile e assolutamente una manovra per continuare a mettere i lavoratori uno contro l’altro. Poi riceviamo una circolare dal Governo che parla di illegittimità a poter scioperare. Crediamo che qui il Governo lanci un chiaro messaggio ‘siamo in dittatura’ e si fa come vogliamo noi.

Il Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste risponde che crediamo nella Costituzione Italiana e quindi siamo convinti di essere in Democrazia.”

La Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha definito illegittimo lo sciopero di sei giorni indetto dai sindacati FISI e Confsafi, a cui il Comitato dei portuali di Trieste ha aderito, chiedendone anche la revoca per il “mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, della legge n. 146 del 1990 e successive modificazioni”.

La FISI, però, che considera quello che parte venerdì, uno sciopero politico erimanda al mittente tale richiesta spiegando come la “La Corte Costituzionale ha ritenuto legittimo lo sciopero politico, a condizione che sia stato proclamato per rivendicazioni riguardanti il complesso degli interessi dei lavoratori che trovano disciplina delle norme poste sotto il titolo III della parte prima della costituzione. Tale sciopero si basa sugli articoli n.35, 36, 38, 40 della Costituzione Italiana nella forma e nella sostanza in difesa della Costituzione e di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori.”

Secondo le indiscrezioni i portuali triestini a non possedere la carta verde sarebbero circa il 40%, ma anche quelli tra di loro vaccinati c’è solidarietà: “Se solo uno di noi dovesse restare fuori per causa del green pass, resteremo tutti fuori e bloccheremo il porto”, hanno dichiarato a gran voce i portuali.

Trieste è un porto strategico per l’economia italiana ed è uno dei principali scali europei da cui arriva il petrolio dall’Asia, è infatti definito come uno degli Energy point più importanti per l’Italia.

Trieste chiama e Genova risponde”, è questa la frase che ha legato i portuali di Trieste con quelli di Genova ed altri porti. Alla protesta di Trieste si sono, infatti, aggiunti anche altri porti italiani, tra cui in particolare Genova, Livorno, AnconaNapoli e Gioia Tauro.

Il motivo della protesta è sempre contro il green pass, che viene visto come uno strumento incostituzionale e limitante, in pratica non è possibile limitare il diritto al lavoro, condizionandolo all’esibizione di una tessera.

Il lavoratori del porto di Genova sono allineati a quelli di Trieste. In una nota di quelli del terminal Psa di Pra’ si legge: “Noi lavoratori portuali del terminal PSA GENOVA PRA’ confermiamo che dal 15 ottobre, se l’Azienda riterrà di applicare la normativa sul green pass, saremo nostro malgrado costretti a non entrare nel posto di lavoro.

Faremo tutto il possibile per opporci ad una norma fortemente discriminatoria, che viola il diritto al lavoro e le libertà personali, e che non ha il minimo fondamento sanitario. Non cadremo nel tranello del tampone gratuito.”

Da Genova anche il CLPG, Coordinamento Lavoratori Portuali di Genova, anche lui è allineato allo sciopero. “Noi lavoratori portuali – scrivono in una nota – confermiamo che il 15 ottobre 2021, se tutti i terminal applicheranno le normative sul Green pass, ci costringeranno a non lavorare. Siamo totalmente in disaccordo con questa nuova normativa fuori da ogni logica sindacale, sociale, costituzionale e di sicurezza sul lavoro…”

USB Sezione Porto di Livorno ha deciso di convocare una manifestazione per venerdì 15 ottobre con presidio alle ore 11 di fronte all’Autorità di Sistema sugli Scali Rosciano.

Il sindacato scrive a tale proposito: “Tutti i lavoratori devono essere messi nelle condizioni di poter lavorare senza discriminazioni di nessun genere.

La scelta del Governo di introdurre il Green Pass (senza prevedere misure adeguate dal punto di vista materiale) è stata giudicata dal nostro sindacato assolutamente sbagliata.

“Sono misure che non contrastano la pandemia ma sono servite come ‘scudo’ per le imprese, per derogare alle necessarie misure anti covid nei luoghi di lavoro”.

L’intenzione del sindacato è quella di incontrare il presidente dell’Autorità Portuale. “Speriamo sia presente e conceda l’incontro più volte richiesto. In alternativa siamo disposti a valutare azioni di protesta più incisive”, si legge in una nota sindacale. L.B.