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Aquarius a Valencia, prof. Becchi: ora noi Stato sovrano. Alcune Ong come scafisti

Prof. Paolo Becchi intervistato durante la trasmissione Matrix di Mediaset (foto d'archivio)

“Per la prima volta abbiamo rivendicato di essere uno Stato sovrano che decide su chi entra sul proprio territorio. Aquarius oggi è il simbolo di cosa significhi sovranismo: recuperare il senso dello Stato nazionale nell’esercizio della sua sovranità”.

Lo ha dichiarato oggi il prof. genovese Paolo Becchi, ex ideologo M5S e ora vicino alla Lega di Matteo Salvini.

In un articolo pubblicato sui Fb e sul quotidiano “Libero” il docente universitario di Filosofia del Diritto ha in sostanza spiegato: “Ha uno Stato il diritto di difendere i suoi confini e di fare entrare sul suo territorio solo chi vuole? Da un punto di vista generale, non si può contestare che la difesa del proprio territorio – compreso il diritto di decidere se gruppi numerosi di stranieri siano liberi o meno di farvi ingresso – appartenga allo Stato, nell’esercizio della sua sovranità, e, eventualmente, dipenda dagli impegni internazionali che esso abbia assunto.

Ora, per quanto riguarda il caso italiano, occorre anzitutto distinguere: un conto sono le normative che regolano la condizione e il trattamento dei rifugiati richiedenti asilo, un altro sono quelle che riguardano i migranti ‘economici’, ossia coloro che vengono in Europa perché sperano (sbagliando) di trovare condizioni di lavoro e di vita più favorevoli.

Gli Stati europei, in particolare l’Italia, si sono forse mai obbligati ad accogliere tutti i migranti ‘economici’?

Difficile sostenerlo, e infatti nessuno l’ha apertamente sostenuto.

Si è tentato, invece, di far passare la tesi secondo cui la decisione italiana avrebbe violato le convenzioni internazionali, ratificate anche dall’Italia (tra cui quella di Amburgo del 1979) che impegnano i Paesi a far sì che gli sbarchi di persone soccorse in mare avvengano nel primo ‘porto sicuro’ (place of safety).

Tale Convenzione però, si dimentica di dire, disciplina soltanto i mezzi necessari per fornire alle persone in pericolo in mare al largo delle loro coste i servizi di ricerca e di salvataggio richiesti.

Ma la vita dei migranti, nel nostro caso, non era in pericolo: erano già stati soccorsi dall’Aquarius.

Allora perché avremmo avuto l’obbligo di ‘accoglierli’ proprio nel nostro Paese?

Perché un Paese come il nostro dovrebbe ospitarli, quando si trova già in difficoltà a garantire condizioni di vita dignitose agli autoctoni?

La legge del mare dice solo che bisogna salvare una vita dal pericolo di morte: non dice che i migranti economici abbiano il diritto di andare a costituire, in termini marxisti, un esercito industriale di riserva a bassissimo costo.

Si è citato, a sproposito, la CEDU, la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, la quale non contiene alcun riferimento alla questione.

Non si cita, a proposito, la stessa CEDU, quando alcune Ong finiscono, volontariamente o no, per funzionare come veri ‘scafisti’ nel traffico di esseri umani che sta inondando l’Europa di una massa di uomini e donne destinati a lavorare in condizioni di quasi schiavitù. Questo sì che contrasta con la CEDU.

Siamo stati cinici, insensibili? No, per la prima volta abbiamo rivendicato di essere uno Stato sovrano che decide su chi entra in modo clandestino sul proprio territorio.

C’è chi si è lamentato del fatto che la decisione sia stata presa da Salvini con un comportamento per così dire spregiudicato. Il ministro dell’Interno non ha fatto altro che incarnare lo spirito sovrano di una nazione democratica.

Aquarius, oggi, è il simbolo di che cosa significhi ‘sovranismo’: recuperare il senso dello Stato nazionale, anche sapendo che questo possa provocare irritazioni e persino conflitti con i leader di altri Stati. Ma è l’interesse nazionale, bellezza!

E lo stesso Macron, che non ha perso tempo ad attaccare l’Italia in nome dei ‘diritti’ universali dell’uomo, certo non lo ha fatto per bontà di cuore ma in nome dei diritti dei francesi, nel loro interesse nazionale. Peccato solo che non abbia prevalso la linea della fermezza.

Il capo dello Stato supportato dal ministro degli Esteri (che ha imposto al governo) ha costretto Conte a fare marcia indietro, il quale alla fine ha incontrato Macron. Il governo sovranista non avrà vita facile, ma sono solo giochetti per bloccare la nuova politica.

Ci si ostina a non voler prendere atto di quello che sta avvenendo. I flussi migratori, nelle intenzioni dei globalisti alla George Soros, dovevano dare il colpo di grazia agli Stati nazionali e invece li hanno rivitalizzati. Globalisti contro sovranisti, il conflitto politico del futuro è iniziato”.