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Al Teatro della Corte 3 storie noir di Maurizio de Giovanni

Al Teatro della Corte 3 storie noir di Maurizio de Giovanni

Mercoledì 15 luglio ore 20.30 al Teatro della Corte Ivo Chiesa “Per le parti di lei che sono mie”. Tre storie noir di Maurizio de Giovanni.

Il nuovo spettacolo della Rassegna di drammaturgia contemporanea è un affondo nella mente e nelle zone d’ombra di tre figure femminili, che non si conoscono fra loro: una figlia, una moglie e una madre raccontano la loro discesa negli inferi fra bugie, segreti inconfessabili e atroci scoperte. Tre vicende di cronaca nera, tanto note quanto inquietanti, che hanno scosso per anni l’opinione pubblica, rilette da un maestro del noir. In scena Federica Granata, Lisa Lendaro, Lucia Fontanelli. Regia Mercedes Martini.

Dai racconti “Colpa del pomeriggio”, “Storia di una principessa”, “La moglie del mostro”:

I pomeriggi sono la causa di tutto. Sapessi, papà, quante tragedie nascono e crescono nei pomeriggi.
Io la conosco, mia figlia. Per le parti di lei che sono mie, per le parti che sono solo sue. Mia figlia è la vera principessa, sapete.
Mio marito incontrava una bambina da quasi tre settimane… Quella storia era la bomba che ticchettava alle fondamenta di ogni cosa che avevo.

Un viaggio nella scrittura e un omaggio all’aspra visionarietà di un narratore del calibro di Maurizio de Giovanni: tre testi noir trasposti per il teatro. Ecco, dunque, un progetto scenico articolato, un trittico che esplode dai gangli oscuri del crimine, che dà voce e storia a tre delitti. Un affondo nella mente e nelle tensioni di tre figure, che svelano cosa c’è al principio di tutto e cosa immediatamente prima del gesto omicida. Flussi di coscienza, voci, sguardi. Sono “innesti di delitto”, come li definisce la regista Mercedes Martini, che scrive: «Tre donne che non si conoscono, e molto diverse: una figlia, una moglie, una madre. Rivivono e raccontano l’attimo del compimento, il fiorire malato di una promessa, come hanno vissuto la vigilia di tragedia. Le tre storie si intrecciano. Ognuna nello spazio costretto della reclusione, fisica e psicologica, racconta e ascolta le altre scoprendo in un luogo di solitudine, le risonanze comuni della propria storia. Hanno l’urgenza di raccontare per capire per quale ragione è andato tutto storto. Il seme guasto sta in una frazione del tempo chissà quando, ed è allora che si pianta in ognuna. È l’azione che le trasforma, e che segna per sempre le loro vite. Il pomeriggio vuoto in cui ho saputo come incatenare quel ragazzo a un giuramento. L’istante in cui quegli occhi di ghiaccio li ho visti la prima volta e avrei voluto decifrarli. Il momento in cui da bambina mi sono girata sentendomi chiamare principessa, ma non ero io. Il palcoscenico nudo sarà il loro spazio condiviso, dove le tre donne percorreranno per l’ennesima volta le ragioni che le hanno portate dove sono. Le tre protagoniste sono esse stesse il seme guasto, piantate in fondo a un pozzo, oppresse dalle loro storie. Devono guardare in alto, come a voler crescere, uscire da quel pozzo, germogliare fuori da quelle pareti nere e altissime. Intrecciando le loro storie arriveranno all’inevitabilità dei loro gesti, come una pallina su un piano inclinato».

Affidato alle tre attrici Federica Granata, Lisa Lendaro e Lucia Fontanelli, Per le parti di lei che sono mie fa risuonare, ancora e sempre, lo spettro della tragedia del nostro tempo, che può celarsi in ognuno di noi.

Riconosciuto dalla critica come una delle voci più significative del genere noir, Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto il successo grazie alle serie di romanzi dedicati al Commissario Ricciardi e ai Bastardi di Pizzofalcone. Ha da poco debuttato come autore teatrale con lo spettacolo Il silenzio grande diretto da Alessandro Gassmann. Lo spettacolo diretto da Mercedes Martini si basa su tre racconti pubblicati nella raccolta Nove volte per amore, in cui Maurizio de Giovanni rilegge con la propria immaginazione casi di cronaca nera.

Rappresentazioni serali ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica e lunedì riposo.