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Ad Albenga il Parco Archeologico di San Calocero compie 10 anni

Il sindaco Tomatis e la dottoressa Giraldi spiegano l'importanza storica, culturale e turistica del complesso architettonico che sovrasta regione Miranda.

Una visita al complesso archelogico ed architettonico di San Calocero

SAVONA – Sono passati dieci anni da quando è stato inaugurato ed è ormai diventato uno dei luoghi più importanti del patrimonio culturale della “Città delle Torri”. Si tratta del Parco Archeologico di San Calocero che comprende il Complesso monumentale ed architettonico situato alle pendici settentrionali del Monte di San Martino, all’esterno della città murata di Albenga, in corrispondenza di un ‘area che ha anche restituito preesistenze di età romana imperiale.
Venne inaugurato a marzo del 2010 dall’ allora vescovo diocesano Mario Oliveri: il parco presentava già un interessante percorso all’interno dell’area archeologica.

Da allora alcune campagne di ricerca e di scavo, compiute da diverse equipes, guidate da Giuseppina Spadea, Marta Conventi, Philippe Pergola, Tiziano Mannoni, Piero Dell’ Amico, Vincenzo Tinè, e Stefano Roascio,hanno permesso nuove scoperte ed interessanti ritrovamenti.

L’importante ed interessante complesso architettonico è composto da una serie di monumenti, edifici e da una chiesa protocristiana. Il percorso all’ interno del Parco, voluto per mettere in risalto i resti archeologici, è stato allestito dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria. Alla sua realizzazione ed utilizzo hanno contribuito anche il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, la Fondazione Lamboglia, la Sovrintendenza APAB Liguria, la Sovrintendenza per i Beni Archeologici, la Fondazione De Mari di Savona, il Comune di Albenga, l’ Istituto Internazionale degli Studi Liguri, la Fondazione Oddi, il Fai e l’Ecole Francaise de Rome.

La memoria di una forte tradizione religiosa risalente ad età tardoantica e ritrovamenti epigrafici di grande rilievo hanno contribuito a mantenere vivo nella comunità ingauna l’interesse verso questo sito, abbandonato definitivamente nel 1593, quando le monache Clarisse si trasferirono all’interno del contesto urbano nel quartiere di Santa Eulalia (attuale Ospedale vecchio).

Si devono a Nino Lamboglia (1912-1977) le prime esplorazioni del sito nel 1934, proseguite con la significativa campagna del 1938-’39 e nel 1971. Questo grande archeologo, che si prodigò a diffondere e ad estendere all’archeologia classica e medievale il metodo stratigrafico nelle indagini di scavo, proprio nel San Calocero fece le prime esperienze di archeologia stratigrafica.

“Il sito archeologico di San Calocero- ci ha spiegato il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis- ha un grande valore culturale per la nostra città. Si tratta di un vero e proprio parco archeologico attrezzato con numerosi pannelli dedicati al monumento ed alla città di Albenga, sintetizzati anche in lingua inglese. Una particolare attenzione è stata rivolta ai diversamente abili, attraverso l’apposizione di una targa in braille all’inizio del percorso, con la pianta del sito ed una sintesi degli elementi di rilievo. Inoltre rampe e passerelle a scivolo assicurano la parziale fruizione del sito da parte di eventuali visitatori con difficoltà deambulatorie o persone con passeggini”.

Il complesso del San Calocero dall’ estate scorsa è entrato anche a far parte, con grande successo di pubblico, delle Passeggiate Archeologiche Ingaune (nella foto un momento di una delle passeggiate archeologiche, Foto Daros): “Gli itinerari archeologici– ci ha spiegato la dottoressa Francesca Giraldi- includono anche l’area di San Calocero, un’ area oggetto di rilancio, reso possibile attraverso un lungo e paziente lavoro. Il sito meritava che fossero riaccesi i riflettori anche su questa importante realtà archeologica ed architettonica. Gli itinerari sono vere e proprie passeggiate nel tempo, alla scoperta, insieme a turisti e residenti, dei luoghi più significativi di Albenga, conservati extramoenia”.

CLAUDIO ALMANZI