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Turismo in Riviera nel baratro, perso il 30 % del fatturato

Il porto turistico di Alassio

Savona. La pandemia COVID-19 ha avuto, fin dai primi giorni della sua comparsa, un effetto drammatico sul turismo e per le sue imprese, purtroppo è uno dei settori che sta maggiormente soffrendo e che subirà maggiormente alla ripresa gli effetti negativi della pandemia, generando la più grave crisi dal dopoguerra ad oggi.

Nell’arco di poche settimane si sono succedute con ritmo incessante, le cancellazioni delle prenotazioni per tutta la primavera, con coinvolgimento sempre più importante anche dei mesi estivi, le chiusure per necessità o per ordinanza delle imprese della filiera turistica, l’azzeramento del movimento turistico interno ed internazionale per effetto dei vari provvedimenti di contenimento della diffusione del contagio che hanno interessato l’Italia e poi tutti i nostri mercati europei e del mondo.

“Il risultato è che la primavera (da marzo a metà giugno) è turisticamente azzerata, con una perdita diretta del 25/30 % del fatturato su base annua, con imprese chiuse, lavoratori in cassa integrazione o, se stagionali, non assunti, blocco di tutte le attività di fornitura di beni e servizi correlati, una debacle mai vista e inimmaginabile”, dicono albergatori e balneari della provincia di Savona.

“Per il futuro sull’auspicata “ripresa” (seconda metà di giugno?) gravano le nubi scure dell’incertezza e dell’imprevedibilità con due elementi di contesto che rendono, purtroppo, il nostro settore uno dei più fragili, la mancanza pressoché totale per il 2020 del mercato internazionale, che vale in media il 40% del totale del movimento turistico savonese, e la grave sofferenza in termini sociali ed economici di quelli che sono i nostri mercati italiani la Lombardia e il Piemonte(più dell’80% del turismo italiano nel savonese)”.