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Teatro Pubblico Ligure al Festival dei Tacchi in Sardegna

Teatro Pubblico Ligure al Festival dei Tacchi in Sardegna

Teatro Pubblico Ligure partecipa per la prima volta al Festival dei Tacchi, una manifestazione di lunga tradizione che, arrivata alla XXI edizione, si tiene in Sardegna, a Jerzu, un centro dell’Ogliastra in provincia di Nuoro.

In programma due appuntamenti del progetto Capitani coraggiosi, una produzione di Teatro Pubblico Ligure ideata e diretta da Sergio Maifredi. Giovedì 6 agosto 2020 (ore 21.30) alla Cantina Antichi Poderi di Jerzu va in scena Ulisse Achab Noè, di Moni Ovadia e Sergio Maifredi da Omero, Melville e Il Libro dei Libri, con Moni Ovadia diretto da Sergio Maifredi. Il giorno dopo, venerdì 7 agosto 2020 (ore 21.30) sempre alla Cantina Antichi Poderi di Jerzu, sarà invece Giuseppe Cederna a interpretare L’isola del tesoro di Giuseppe Cederna e Sergio Maifredi, con la regia di Maifredi. Al centro il coraggio di chi ha saputo affrontare l’ignoto e la potenza di una narrazione senza tempo.

I Tacchi sono una meraviglia paesaggistica del centro della Sardegna, altopiani calcarei dove si innalzano pareti rocciose verticali e si aprono profondi canyon e valli boscose. Il festival internazionale, organizzato da Cada Die Teatro, sposa teatro e arte con ambiente, paesaggio, tradizioni ed enogastronomia. Una visione del mondo rovesciata rispetto alla più nota immagine delle spiagge e del mare di Sardegna, non meno eccezionali ma ben più facili da conoscere. In questo viaggio controcorrente Teatro Pubblico Ligure riporta il mare come simbolo di sfida con il progetto Capitani coraggiosi, ideato a diretto da Sergio Maifredi, che così ne definisce i confini: «La grande letteratura di mare in un viaggio a tappe, come scali di una rotta attraverso gli oceani. Marinai, naufraghi, esploratori attratti dal folle volo come acrobati di uno spettacolo che ha come teatro il mare, come chapiteau il firmamento. Il nostro progetto dà voce ai protagonisti, in un racconto orale di avventure antiche quanto l’uomo».

Al XXI Festival dei Tacchi, Moni Ovadia giovedì 6 agosto percorre il sentiero d’acqua che collega Noè, Ulisse ed Achab. Un viaggio di ricerca di salvezza, di ritorno, di conoscenza, di lotta. L’artista attraversa la Bibbia, il Libro dei Libri, per incamminarsi nei versi di Omero, di Dante e di Kavafis fino a raggiungere quel monumento che è Moby Dick di Melville. Noè, Achab e Ulisse, questi i capitani coraggiosi, che per volere di un dio, per una sete di virtute e canoscenza, di etica e di sapere, per un’ossessione, hanno compiuto, per l’Umanità, il folle volo. Moni Ovadia e Sergio Maifredi, dopo aver affrontato insieme Iliade e Odissea, tracciano una linea che congiunge eroi e libri lontani tra loro per restituirci il pensiero dell’Uomo che attraversa i secoli ponendosi, sulle onde dello stesso mare, le identiche domande, senza aspettarsi risposte, consapevole che il destino è per la stessa ragione del viaggio viaggiare.

Giuseppe Cederna venerdì 7 agosto interpreta L’isola del tesoro, il romanzo che nel 1883 assicurò di colpo la fama a uno Stevenson poco più che trentenne è ancor oggi tra i suoi libri più amati. Perfetto modello del racconto d’avventura, è un’avvincente storia di lupi di mare, capitani di lungo corso, pirati e ammutinamenti: una caccia al tesoro in mari lontani scatenata dal ritrovamento tra le carte di un vecchio marinaio della mappa di una misteriosa isola dove una banda di filibustieri ha sepolto un favoloso bottino. Per il ritmo incalzante con cui si susseguono i colpi di scena e per i suoi indimenticabili personaggi – dal giovane Jim Hawkins, che da semplice mozzo diventa l’intrepido protagonista della spedizione, al feroce e leggendario pirata Long John Silver, entrato di diritto nell’immaginario romanzesco tanto da essere ancora dopo secoli oggetto di colte e appassionate rivisitazioni – L’isola del tesoro è una di quelle rare opere che soddisfano sia la sete di avventura dei ragazzi, per i quali fu pensata e scritta, sia il gusto raffinato dei lettori adulti che conquista col suo inimitabile stile narrativo. Giuseppe Cederna e Sergio Maifredi intrecciano il racconto di Stevenson con la vita dello scrittore, avventurosa quanto i suoi romanzi, in un gioco di specchi che ci riflette in un labirinto tra avventura reale e letteraria