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Samp-Atalanta, Giampaolo: Prova di sacrificio

Samp-SPAL, Giampaolo: voglio una grande partita
Giampaolo, mister della Sampdoria

«Mi aspetto una prova di sacrificio collettivo». Al “Ferraris” arriva l’Atalanta e Marco Giampaolo si attende una prestazione di spessore da parte della Sampdoria. Bisogna dare continuità ai due successi consecutivi ottenuti con Cagliari e SPAL e continuare a cullare il sogno europeo. «Si affronteranno due squadre che possono lottare per lo stesso obiettivo – spiega il tecnico nella conferenza stampa della vigilia -, lo dice la classifica: è uno scontro diretto. In fase di possesso palla bisognerà giocare con coraggio e qualità, avendo la forza di determinare le situazioni».

Avversario. L’undici di Gasperini gioca un calcio propositivo ed è composto da elementi di qualità, Giampaolo lo sa bene. «L’Atalanta è forte, ha numeri importanti – prosegue -. Zapata lo saluteremo volentieri: la scorsa stagione con noi è stato un professionista esemplare. Ma il potenziale offensivo dei bergamaschi non è solo Zapata: ci sono Gómez, Ilicic e un’organizzazione da tenere in grande considerazione».

Gestione. Sulla formazione da contrapporre ai nerazzurri l’allenatore non si sbilancia: «Quagliarella ha dovuto svolgere una settimana di gestione ma sta bene. Anche Ramírez e Tonelli sono convocati, anche se loto dovranno ritrovare il ritmo partita ma è importante che stiano bene».

Storia. Domani pomeriggio la squadra scenderà in campo con una divisa celebrativa per i 120 anni dalla fondazione della sezione calcio della Sampierdarenese, progenitrice insieme con l’Andrea Doria del sodalizio dai colori più belli del mondo, nato il 12 agosto 1946. «Bella l’iniziativa di giocare con la maglia della Sampierdarenese – conclude Giampaolo -. Ricordiamo parte della nostra storia: ho chiesto alla società di conservarmene una da portare a casa. I tifosi? Il nostro pubblico sarà con noi, come sempre: so che si ritroveranno con anticipo rispetto al fischio d’inizio, vuol dire che è una gara importante e noi dobbiamo essere orgogliosi di giocare partite così».