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Revenge porn e stalking: 64enne a processo per aver perseguitato l’ex e diffuso le sue foto intime

Revenge porn e stalking: 64enne a processo per aver perseguitato l’ex e diffuso le sue foto intime
Tribunale di Genova (foto di repertorio)

Una relazione finita che si trasforma in persecuzione

Quella che era iniziata come una relazione extraconiugale si è presto trasformata in una vicenda giudiziaria dai risvolti drammatici. Un uomo di 64 anni è stato rinviato a giudizio con l’accusa di stalking e revenge porn per aver perseguitato la sua ex compagna e aver diffuso le sue foto intime a parenti, amici e colleghi di lavoro.

L’episodio risale al 2023: i due avevano intrecciato una relazione sentimentale durata alcuni mesi, ma quando la donna – assistita dall’avvocato Antonio Rubino – ha deciso di interrompere il legame, l’uomo non ha accettato la fine della storia, trasformando la sua vita in un incubo.

Messaggi minatori e diffusione di immagini private

Dalle prime minacce alle azioni concrete il passo è stato breve. L’uomo, dopo la rottura, ha iniziato a inviare una raffica di messaggi e chiamate dal tono persecutorio, arrivando a scrivere frasi inquietanti come: “Sono come Lucifero, ti farò tanta pubblicità e trasformerò la tua vita in un inferno.”

Non si è limitato alle parole: ha inviato buste anonime contenenti foto intime della donna ai suoi familiari, tra cui il marito e il figlio, ma anche agli amici e ai colleghi di lavoro. In alcuni casi ha allegato alle immagini anche il numero di telefono della vittima, contribuendo a diffondere informazioni personali che hanno alimentato ulteriori episodi di contatto indesiderato da parte di sconosciuti.

La vittima contatta la magistratura dopo mesi di paura

Il comportamento dell’uomo si è spinto oltre ogni limite: in diverse occasioni ha lasciato foto e biglietti con il numero della donna sui tergicristalli delle auto, un gesto che ha aggravato ulteriormente la situazione. Perfino il datore di lavoro della vittima è stato raggiunto da messaggi anonimi contenenti le stesse immagini.

Dopo mesi di angoscia e di continue violazioni della propria privacy, la donna ha trovato il coraggio di denunciare. La pm Paola Crispo ha aperto un fascicolo d’indagine e la giudice Angela Nutini ha disposto il rinvio a giudizio per l’uomo, che dovrà ora affrontare il processo con l’accusa di stalking e diffusione illecita di immagini a sfondo sessuale, nota come revenge porn.

Una vicenda che riaccende il tema della violenza digitale

Il caso riporta l’attenzione su un fenomeno sempre più diffuso: la violenza digitale e la vendetta pornografica, spesso conseguenze di relazioni finite male e caratterizzate da controllo e ossessione. Episodi come questo sottolineano l’importanza di denunciare tempestivamente e di rafforzare la tutela legale delle vittime di abusi online, che si trovano a subire danni psicologici e sociali profondi.

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