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Rete attacco Hebdo, islamista residente Chiavari aveva status di rifugiato

Il leader della cellula di 14 presunti terroristi islamici, legata agli attacchi al quotidiano satirico francese Charlie Hebdo, arrestati all’alba di oggi da Procura di Genova e Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, risulta un 25enne islamista, di origine pakistana, che aveva ottenuto lo status di rifugiato nel 2015.

Il leader della costituente cellula Gabar in Italia risulta residente nell’area di Chiavari.

Rete attacco Hebdo, islamista residente Chiavari aveva status di rifugiato
L’arrestato di Chiavari

 

In passato era stato fermato in Francia per porto d’armi e aveva precedenti in Italia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Cionostante aveva mantenuto lo status di rifugiato, concesso dalle autorità italiane.

Il suo ruolo e’ sintetizzato in un passaggio del provvedimento che dispone la misura di custodia cautelare in carcere e che spiega come l’indagato fornisse il proprio contributo partecipativo all’associazione terroristica “…promuovendo a partire dall’aprile 2021, la formazione di una cellula sedente ed operante in Italia, attraverso il reclutamento di sodali, la individuazione di un covo (cd. Tana), l’acquisto di armi, offrendo ospitalita’ a sodali, mantenendo rapporti e contatti con personaggi al vertice della organizzazione..”.

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L’ipotesi associativa e’ comprovata non solo attraverso i continui contatti virtuali e “de visu” degli indagati, ma anche grazie alle intercettazioni telefoniche di conversazioni intercorse tra il presunto terrorista islamico e tale Peer (“maestro”), poi compiutamente identificato in un pachistano di 33 anni attualmente detenuto in Francia, anch’egli tra i destinatari delle odierne misure estese in campo internazionale.

Nei dialoghi registrati, infatti, e’ emersa chiaramente la volonta’ di entrambi di creare una cellula italiana del Gruppo Gabar, reclutando sodali (“ora bisogna andare in ogni citta’ e trovare quelle 10 persone che mi servono.., piu’ saremo, meglio e’..”), individuando un covo (“fammi lavorare 2 mesi, e poi troviamo una nostra “Tana” e facciamo il gruppo Gabar qui in Italia”) e dichiarando la ferma intenzione di acquistare armi (“tra 2 mesi comincio a comprare delle armi”).

“Si tratta di una delle operazioni contro il radicalismo islamico tra le piu’ importanti in Italia. Ha una dimensione europea” ha riferito oggi Diego Parente, capo della Direzione centrale Polizia di prevenzione, commentando l’operazione antiterrorismo che ha portato a 14 ordinanze di custodia cautelare, di cui 6 in Italia tra Genova (Chiavari), Firenze, Reggio Emilia, Treviso e Bari.

L’operazione e’ stata “un’attivita’ di carattere preventivo che e’ riuscita a cogliere tentativi di creazione di cellule anche in Italia – ha sottolineato la Procura genovese – parallelamente sono state sub operative in Francia e lo sono anche in Spagna. E’ stato comprovato il legame con l’attentatore di Charlie Hebdo e le frasi raccolte nelle intercettazioni non sono frasi pacifiche”.

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