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Refezione scolastica, Cgil protesta a Tursi. Uil e Cisl no: noi lavoriamo per accordo risolutivo

Refezione scolastica (foto di repertorio)

Stamane breve presidio davanti a Palazzo Tursi e corteo dei lavoratori della ristorazione scolastica aderenti a Filcams Cgil, che hanno dichiarato uno sciopero per l’intera giornata di oggi per protestare contro un “generale malcontento delle maestranze su tutto il territorio” aggiungendo che il settore “occupa un migliaio di persone come Ilva tra lavoratori diretti e indotto”.

Dopo che una delegazione è stata ricevuta a Tursi il corteo si è mosso verso la sede della direzione generale scolastica.

I lavoratori delle mense contestano gli “appalti al massimo ribasso” e chiedono al sindaco Bucci “una maggiore sensibilizzazione e attenzione nei confronti degli addetti. In piazza anche una delegazione dei genitori della Commissione mense che hanno portato il loro striscione per solidarietà.

“In relazione alle vertenze in generale – hanno invece ribadito le segreterie degli iscritti ai sindacati Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – riteniamo sia più proficuo convocare e sedersi a un tavolo al fine di raggiungere un accordo risolutivo, piuttosto che adire alle vie della piazza.

Ne è un esempio la vertenza Ladisa, dove attraverso un lungo confronto si è raggiunta un’intesa che ha risolto le molteplici istanze delle lavoratrici e dei lavoratori. Nondimeno lo è il verbale d’incontro che ha sancito un importante accordo con il Comune di Genova che soddisfa venti anni di richieste sindacali. Ovvero, si è raggiunto:

Estensione della durata del prossimo appalto di 36+24 mesi di possibile proroga;
Applicazione della clausola sociale che permetterà il passaggio di tutti gli attuali dipendenti alle medesime condizioni (anzianità di servizio, livello, ore contrattuali, ecc..);
Obbligo per le imprese dell’applicazione dell’integrale CCNL sottoscritto da Cgil Cisl e Uil ;

Applicazioni più incisive di sanzioni nei confronti delle imprese che gestiranno l’appalto in caso di loro inadempienze, sia nei confronti dei lavoratori che dell’utenza che del committente;

Incontri regolari con tutti soggetti coinvolti compreso il sindacato (il primo sarà il prossimo 23 febbraio) a cadenza mensile.

Inoltre è stato chiarito che il Comune non internalizzerà il servizio di preparazione dei pasti ma, utilizzando il personale degli appalti, attiverà, dove possibile, nuovi centri cottura più vicini alle strutture in cui si effettua il servizio.

Pertanto, ritenendo risolte e chiarite, ad oggi, tutte le motivazioni che hanno spinto unitariamente le OO.SS. a dichiarare lo stato di agitazione, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil non hanno più avuto motivo per andare avanti con lo stato di agitazione.

Le nostre organizzazioni resteranno sempre sul merito delle questioni, pronte ad attivare le vertenze in tutte le sedi, in particolare in quelle giudiziali, ancor prima di fare attività di altra natura.

Fisascat e Uiltucs prima di far fare sacrifici economici ai lavoratori continueranno a sedersi ai tavoli cercando le soluzioni e alzandosi per ultime. Disertare i tavoli non ha mai risolto i problemi”.