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Principato di Monaco: L’Enologia parla al femminile

Principato di Monaco. Da sinistra a destra Liana Marabini​, Laura Marsotto, Françoise Rigord Cornu e Francesca Negri

L’intervista-dibattito “Le donne e il Nettare degli Dei” organizzata nel cuore del Principato da Liana Marabini (nota storica, scenografa e regista) presso la libreria antiquaria Scripta Manent, lo scorso 28 febbraio, ha inaugurato una serie di incontri dedicati al mondo professionale femminile, in presenza di S.E. Cristiano Gallo, Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco, e di un parterre d’eccezione tra cui il noto attore Remo Girone e sua moglie Victoria.

Protagoniste dell’incontro alcune ospiti ambasciatrici del settore enologico. Laura Marsotto, di origine veneziana, naturalizzata prima nell’entroterra del Ponente Ligure (Dolceacqua), come imprenditrice nel settore della ristorazione, e poi nel Principato di Monaco, dove trasforma la sua passione per i vini in professione. Accolta dall’AMS, l’Association Monégasque de la Sommellerie e dell’ASE, Association Sommeliers d’Europe, e dal club Femmes et Vins du Monde. Francesca Negri, giornalista enogastronomica e scrittrice, già conosciuta al pubblico italiano per aver reso “pop” il linguaggio eno-gastronomico, come ribadito nel suo nuovo romanzo “Tutta colpa di un Ruinart Rosé”, in cui amore, amicizia e seduzione ruotano intorno a calici alzati e gustosi piatti. Françoise Rigord, già event manager personale di Aristotele Onassis e Maria Callas, e ora conosciuta come la signora di Peyrassol, storica tenuta provenzale fondata nel XIII sec. dai Templari, nota per il suo terroir alla base di vini di grande qualità.

Enologia a Monaco: nel pubblico, al centro, S.E. Cristiano Gallo, Ambasciatore d’Italia a Monaco

Il vino è una delle cose più civilizzate al mondo”. A queste conclusioni era giunto lo scrittore americano Ernest Hemingway nel constatare che il prodotto finale della lunga e complessa filiera della vite ha da sempre rappresentato un elemento prezioso, e in un certo senso altamente “simbolico”, e per questo spesso associato al concetto stesso di “perfezione divina”. Dietro ad un “semplice” bicchiere di vino, infatti, si cela un mondo di tradizione, passione e ricerca. I profumi che compongono il suo bouquet e ne determinano l’intensità. Le sensazioni che ne derivano e che lo rendono più o meno complesso. Colore, aroma, gusto e vista. Questa nobile bevanda è in grado di stimolare tutti i nostri sensi.

Parlare di vini significa anche descrivere un prodotto di eccellenza che parla spesso italiano, e lo fa con orgoglio in tutto il mondo. Basti pensare che il nostro Paese accoglie in ogni sua regione vini di grande qualità. E che ospita più di 450 varietà di viti, conquistando il terzo posto nella classifica da poco stilata dall’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV).

Ma il mercato vinicolo in Italia ha anche un altro primato. È il settore in cui si registra il maggior numero di “imprese rosa”, ovvero gestite al femminile (più del 50% del management). Un numero che supera di quattro punti e mezzo la media italiana, ferma al 22% (dati Cribris marzo 2017). Da cosa dipende? Dal dibattito “in rosa” è emerso che il percorso che ha avvicinato le donne all’arte dell’enologia è stato tutt’altro che lineare. La stessa professione di sommelier era considerata qualche decennio fa prerogativa dei soli uomini; ma oggi la tendenza si è radicalmente invertita. E questo è probabilmente dovuto alla professionalità delle donne e alla loro maggiore “sensibilità” visiva, olfattiva e gustativa. Infatti recenti studi scientifici, condotti a livello universitario, hanno dimostrato la tendenza del genere femminile ad avere più capacità olfattive degli uomini.

In ogni caso, ci piace pensare che, nonostante il periodo di crisi economica, il settore vitivinicolo sia in netta crescita e sia equamente rappresentato da uomini e donne, uniti da una “passione civilizzatrice” che continua a conquistare il mondo.

Maurizio Abbati 

Enologia femminile a Monaco