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Omicidio Di Maria, il pm porta in aula nuovi elementi probatori

Droga dalla Calabria, arrestato dai carabinieri a Genova
Vincenzo Morso arrestato nel 2016

Nuova udienza oggi in Corte d’Assise a Genova per l’omicidio di Davide Di Maria avvenuto il 17 settembre 2016 a sulle alture di Molassana.

Gli avvocati di Guido e Vincenzo Morso, Riccardo Lamonaca e Mario Iavicoli, hanno chiesto il rito abbreviato per l’accusa di omicidio volontario che prevede lo sconto di un terzo della pena per evitare l’ergastolo.

La scorsa udienza, infatti, il sostituto procuratore Alberto Landolfi aveva modificato i capi di imputazione, in particolare per Vincenzo Morso, in omicidio volontario in concorso con il figlio Guido oltre all’aggravante dei motivi dovuti allo spaccio di droga.

Oggi il pm ha depositato nuovi elementi probatori. Si tratta dei tabulati telefonici del teste Roberto Zoppei, che un mese prima dell’omicidio venne minacciato da N’Dyaie, Di Maria e Beron con l’intenzione di fargli vendere della droga; dai tabulati di Guido Morso sono stati evidenziati alcuni rapporti con Davide Di Maria.

In particolare il 18 agosto, giorno in cui Zoppei venne minacciato con una pistola in un garage di Albaro, Guido Morso chiamò il Di Maria facendogli ben dieci telefonate nell’arco di una quindicina di ore, dalle 8 del mattino alle 3.27 di notte, tutte con numero ‘barrato’ (anonimo), come se Guido sapesse che se avesse chiamato facendo risultare il proprio numero non avrebbe ricevuto risposta.

Ed è lo stesso Guido Morso a scrivere al Di Maria: “Testa di cazzo dove sei? Ti cerco da ieri”.

Questo fatto secondo il pm Landolfi è un ulteriore elemento che mostra come i rapporti tra Guido Morso e la vittima si fossero oramai deteriorati; mentre secondo il difensore di Guido Morso, Riccardo Lamonaca, si tratta di ‘quisquiglie’ già messe a verbale.

Questa contestazione di fatti nuovi consentirebbe agli imputati di chiedere riti alternativi anche nel corso del dibattimento, procedura normalmente non possibile e cosa alla quale hanno aderito anche i difensori di Cristian Beron e Marco N’Diaye.

A livello pratico per gli imputati l’accusa principale di omicidio con le aggravanti del caso, verrà affrontata con il rito abbreviato e quindi con lo sconto di un terzo della pena, mentre alcuni capi di imputazione ‘minori’ continueranno ad essere giudicati con rito ordinario e verranno sempre giudicati dalla Corte d’assise.

Le prossime udienze, che potrebbero svolgersi a porte chiuse, proprio per l’applicazione del rito abbreviato, sono state fissate per il 27 marzo con le conlusioni al 16 e il 17 aprile.

Successivamente verrà decisa la data della sentenza.