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Inquinamento, divieto di balneazione a Priaruggia

Inquinamento, divieto di balneazione a Priaruggia
Inquinamento, divieto di balneazione a Priaruggia

A seguito dei risultati sfavorevoli dei campionamenti effettuati da Arpal, il Comune di Genova ha disposto un divieto temporaneo di balneazione nella zona della spiaggia di Priaruggia, nel levante cittadino. L’ordinanza è stata firmata dalla sindaca Silvia Salis, su proposta dell’assessora all’Ambiente Silvia Pericu, come misura precauzionale per tutelare la salute pubblica.

Il tratto interessato dal provvedimento

Il divieto riguarda un tratto di 336 metri di litorale, compreso tra il tratto terminale di via Silvano Stacchetti e l’asse di via Capo di San Rocco. In questo perimetro, le analisi hanno evidenziato un livello di inquinamento delle acque non conforme ai parametri di legge, rendendo necessaria la sospensione della balneazione.

I controlli di Arpal e le cause dell’inquinamento

I campionamenti condotti da Arpal – Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure hanno evidenziato un temporaneo peggioramento della qualità dell’acqua, che potrebbe essere legato a fenomeni meteorologici recenti o ad anomalie nel sistema fognario. Le autorità competenti stanno monitorando la situazione per individuare le cause precise e ristabilire quanto prima le condizioni idonee alla balneazione.

Quando sarà revocato il divieto

Il divieto resterà in vigore fino a nuova comunicazione, che sarà emessa in base ai successivi risultati dei controlli. Il Comune di Genova invita cittadini e turisti a rispettare le indicazioni dell’ordinanza e a consultare gli aggiornamenti pubblicati sul sito istituzionale e tramite i canali ufficiali dell’amministrazione comunale.

Priaruggia: un punto critico per la qualità delle acque

La spiaggia di Priaruggia è uno dei tratti costieri più frequentati del levante genovese. Negli ultimi anni è già stata oggetto di attenzione da parte degli enti ambientali, in quanto soggetta a criticità nei periodi successivi a forti piogge. Il provvedimento odierno rientra quindi in un quadro di prevenzione ambientale e tutela della salute pubblica, in linea con le direttive regionali e nazionali sulla qualità delle acque di balneazione.

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