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Inaugurazione di dyschronicles / (Pegli 3)

Sala Dogana-Palazzo Ducale Genova
Inaugurazione di dyschronicles / (Pegli 3)

Inaugurazione di dyschronicles / (Pegli 3). Apertura della mostra domani alle 18,00 alla Sala Dogana di Palazzo Ducale a Genova.

Inaugurazione di dyschronicles / (Pegli 3) con esposizione fino al 30 giugno.

La mostra restituisce i risultati dell’omonimo workshop curato da Arianna Mondin e Yoichi Iwamoto organizzato dal Dottorato in Architettura e Design dell’Università degli Studi di Genova e dall’Unità di Ricerca dell’Università di Genova (referenti professori Alberto Bertagna, Massimiliano Giberti, Alessandro Valenti) nell’ambito del PRIN (Progetti di rilevante interesse nazionale) “Sylva – Ripensare la «selva» Verso una nuova alleanza tra biologico e artefatto, natura e società, selvatichezza e umanità” in collaborazione con la Direzione Attività e Marketing Culturale del Comune di Genova.

Il progetto è indirizzato ad una ricerca di un modo temporale dove niente passa in maniera definitiva, ma nel quale, attraverso specifiche e corrette procedure, vi si può accedere, lo si può risintetizzare e rifondare, producendo qualcosa di nuovo e inedito.

La pratica introdotta, applicata al complesso “Pegli 3”, ha portato i partecipanti a utilizzare il video “sul campo” come strumento per tentare di capire dove indirizzare l’attenzione e lo sguardo – e anche dove non indirizzarlo e come decolonizzarlo – e quindi, come afferma la documentarista Trinh Minh-ha, «to speak nearby, rather than speak about (parlare nelle vicinanze piuttosto che parlare)».

Le video opere in mostra sono di: Giovanni Amadu, Ludovica Battista, Martina Castaldi, Giulia Conti, Federica Delprino, Sara Iebole, Francesca Mosca, Laura Mucciolo, Ciro Marco Musella, Ayla Schiappacasse.

SALA DOGANA del COMUNE DI GENOVA

È uno spazio dedicato alla creatività giovane coordinato dal Comune di Genova nell’ambito di Palazzo Ducale con la partecipazione dell’Accademia Ligustica e dell’Università, con l’intento di agevolare giovani artisti offrendo loro lo spazio ed alcuni servizi, per far conoscere ed evidenziare le varie sensibilità oltre alle aspettative delle nuove generazioni attraverso le arti visive, la musica e altre forme espressive contemporanee.

Sala Dogana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura

Piazza Matteotti 9, 16121 Genova

Dal 18 al 30 giugno 2022 Ingresso libero ore 15,00-20,00.

Chiuso lunedì, martedì e mercoledì – inaugurazione 17 giugno ore 18,00-20,00

Informazioni:

www.genovacreativa.it

www.accademialigustica.it

FB: Sala Dogana Genova

saladogana@comune.genova.it

comunicazione@accademialigustica.it

Gli spazi di Sala Dogana a Palazzo Ducale ospitano dal 17 al 30 giugno dyschronicles / (Pegli 3), Una mostra, curata da Arianna Mondin e Yoichi Iwamoto, con exhibit design di Luca Parodi.

Un percorso espositivo che mette in scena in maniera onirica 6 visioni personali (quanto particolari) dell’area del complesso residenziale “Pegli 3” (1980-1989) a Pra’, noto anche come “le lavatrici”, progettato dall’architetto Aldo Luigi Rizzo con Andrea Mor, Aldo Pino e Angelo Sibilla. Interrogando e investigando la selva intesa come luogo di conflitto, marginale e subalterno.

L’atmosfera che si respira entrando, la luce soffusa mai troppo accecante, i bagliori degli schermi, i suoni confusi, rimandano ad una tecnologia desueta evocata deliberatamente attraverso computer e grovigli di cavi.

Le immagini in movimento che attraversano i monitor sono riflessioni originali intorno ad un luogo controverso, connotato da una storia ed una estetica ingombranti.

Una selva popolata da schermi, cavi, rumori, immagini in movimento occupa parzialmente lo spazio invadendone una metà.

Il tempo stesso, grazie al dispositivo video, viene inselvatichito, ne viene infranta la linearità; le variazioni delle storie rintracciate e riattivate dai video intorno all’area di “Pegli 3” sono aperture ad alternative rispetto a passato, presente e futuro.

L’installazione multimediale moltiplica le rappresentazioni sugli schermi messi in scena; nelle variazioni di ritmo, nelle ripetizioni e nelle pause viene raccontato uno spazio/tempo molteplice in trasformazione. A tratti interviene un’azione performativa affidata a corpi in movimento.

Al visitatore viene richiesto un posizionamento che richiede attenzione (dal latino attendĕre: rivolgere l’animo, porre mente, porre cura nell’azione), necessaria per attraversare lo spazio, per decidere, nel movimento o nella stasi, dove volgere lo sguardo e quindi cosa e come osservare il  farsi selva in un continuum tra sé e altro, umano e macchina, natura e cultura.