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Il Nano Morgante | La falsa longevità

Il Nano Morgante | La falsa longevità
Matusalemme

L’appuntamento del sabato col Nano Morgante

Non è farneticazione considerare la longevità una caratteristica tipica delle passate generazioni: di quegli anziani la cui esistenza si é protratta lungo (quasi) tutto il ventesimo secolo fino ai giorni nostri malgrado abbia subìto difficoltà e disagi decisamente più gravosirispetto al tempo presente.

Senza profetizzare sventure ma semplicemente osservando le modalità quotidianedell’odierna esistenza, é immediato conseguirne che tale caratteristica di longevità difficilmente potrà trasferirsi alla nostra e alle successive generazioni.

Anche se la Società tecno-scientifica vuole convincere di un’aspettativa di vita sempre piùvigorosa, in realtà sponsorizza tale ottimistico trend mediante la “medicalizzazione della salute” (cit. Ivan  Illich), promuovendo l’esigenza ininterrotta di controlli preventivi che già di per sé possono costituire motivo della gracilizzazione psicologica in corso.

Nei fatti, questo sistema ansiogeno-allarmistico nei confronti del rischio delle malattie e di qualsivoglia altro rischio tende ad alimentare il mal-essere e de-generare in una qualità di vita depressa e nevrotica.

La presente riflessione va in direzione opposta all’idea di coloro che dogmaticamenteaccolgono come elisir di lunga vita ogni nuovo prodotto della ricerca medico-scientifica & di coloro che magari giustificano l’ allungamento dell’età pensionabile correlandolo come riprova di una  prevista nuova longevità.

A parte tutto, l’idea generale che l’assunzione di farmaci (eloquente la circostanza per cui il termine farmaco, dal greco, significa sia rimedio che veleno) possa arginare ogni defaillance psico-fisica rischia di essere totalmente sconfessata dai recenti dati statistici circa il poderoso incremento delle patologie tipiche del progresso.

In definitiva, anche comprendendo la quota di buoni propositi insita in ogni atteggiamento preventivo, il menù di lunga vita non può prevedere come piatti unici  solo pervasive (e onerose) visite di controllo & somministrazioni di vaccini e medicinali, poiché questo menù, quale strumento di condizionamento patologico dell’individuo sano, è utile principalmente al mercato della produzione medicale che, per logica commerciale, conta su un individuo, se non ammalorato, comunque allarmato.

Accantonata quindi l’idea di emulare Peng Zu & Matusalemme, mitici patriarchi pluricentenari, le condizioni mal-andate delle nuove generazioni non favoriscono la previsione di una nuova longevità, nonostante gli agi e l’abbondanza in cui, mediamente, vengono svezzati.

Al netto della questione, la pervasività del pensiero pre-occupato dichiara ex se una condizione malata: non a caso, le Istituzioni, riconoscendone l’oggettiva incidenza, si affrettano a promuovere pubblicamente il servizio (a pagamento) dell’ “ascolto psicologico”.

In conclusione, si conferma l’attualità dell’antica (350 aC) considerazione di Aristotele: “a volte il pensare danneggia la salute”. Massimiliano Barbin Bertorelli