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Genova, in arrivo zone 30 chilometri all’ora e corsie riservate alle bici. Ecco dove

Zone 30 km/h e corsie per riservate per le bici (foto d'archivio)

“Zone 30 chilometri all’ora, corsie riservate alle biciclette e nuovi percorsi. La giunta Bucci ripensa la mobilità di Genova per fronteggiare la fase di ripresa dall’emergenza coronavirus, con l’obiettivo di muoversi in sicurezza, in maniera sostenibile ed efficiente”.

Lo hanno riferito oggi i responsabili del Comune di Genova.

“Gli uffici della Mobilità – hanno aggiunto da Tursi – hanno messo a punto tre direttrici ciclabili, che diverranno realtà in strada già nei prossimi giorni e che fanno parte del progetto ‘Smart Move’, che prevede 40 misure per la mobilità sostenibile nella città di Genova per l’emergenza sanitaria.

Tutto nasce dal Pums, il piano urbano della mobilità sostenibile approvato nel luglio 2019, ma l’emergenza sanitaria è un’opportunità per favorire il passaggio alla mobilità a due ruote e “dolce” (biciclette, micromobilità elettrica, pedonalità).

Con la capacità del trasporto pubblico ridotta fino a un quinto dei livelli pre-crisi, decine di migliaia di spostamenti quotidiani dovranno svolgersi con altri mezzi.

Per quanto riguarda le direttrici ciclabili, si tratta dei percorsi Boccadasse-Brignole-piazza De Ferrari, Sampierdarena-piazza De Ferrari e Valbisagno-piazza De Ferrari, che avranno una lunghezza complessiva di circa 30 chilometri.

In buona parte delle nuove direttrici verranno disegnate ex novo corsie riservate esclusivamente alle biciclette; nei tratti di strada più stretti, ove ciò non sarà possibile, verrà mantenuto un percorso promiscuo, ma per garantire la sicurezza dei ciclisti sarà introdotto il limite dei 30 chilometri all’ora.

Si lavorerà per fasi: in caso fosse necessario, saranno disposti anche dei cordoli a protezione di alcuni tratti di pista ciclabile e, prossimamente, verranno predisposti gli stalli per il parcheggio delle biciclette”.

“Sono piste ciclabili d’urgenza, che saranno fatte in modo molto veloce e che potranno poi essere sostituite da piste definitive – ha spiegato l’assessore comunale ai Trasporti, Mobilità integrata e Ambiente Matteo Campora – oggi Genova ha una rete ciclabile quasi inesistente, le piste d’emergenza con i loro 30 chilometri ci fanno fare un balzo avanti, ma il nostro obiettivo è di arrivare a una rete di 130 chilometri, con una ciclabile che permetta di fare tutta la litoranea, da Voltri a Nervi, e di arrivare a Pontedecimo. È già stato presentato un progetto che prevede di collegare la Fiumara con Pontedecimo, la nostra intenzione è di arrivare fino in centro”.

Il primo percorso – hanno fatto sapere dal Comune di Genova – che verrà anche tracciato per primo, parte da Boccadasse e arriva fino alla Fiera attraversando corso Italia e corso Marconi, poi prosegue in via Brigate Partigiane, piazza della Vittoria, dove si aggancia alla pista ciclabile preesistente per arrivare a Brignole. Infine, tramite via Cadorna e via XX Settembre si arriva a piazza De Ferrari.

La modalità scelta è quella di destinare alle biciclette una corsia monodirezionale per senso di marcia, posizionata sul lato destro del senso di marcia. Non verrà intaccata la sosta delle auto, ma saranno ridotte le carreggiate destinate al traffico automobilistico. Tra gli stalli e la pista ciclabile ci sarà un’adeguata distanza, per garantire la sicurezza dei ciclisti rispetto all’apertura delle portiere da parte dei passeggeri delle auto parcheggiate.

La seconda direttrice che collega Sampierdarena con il centro si sviluppa lungo i due percorsi di via Dottesi e via D’Aste, in direzione Ponente, e lungo via Sampierdarena in direzione Levante, che si collegano tra loro ad anello. Qui in alcuni tratti non sarà possibile, per assoluta mancanza di spazio, destinare alle biciclette una corsia dedicata. Perciò in alcune tratte verrà istituito il limite dei 30 chilometri all’ora, mentre in altre verranno realizzate le corsie con segnaletica orizzontale. All’altezza dell’intersezione con piazza Barabino, il percorso prosegue lungo via Di Francia dove in direzione centro verranno ristrette leggermente le attuali carreggiate per recuperare una corsia da destinare in via esclusiva alle bici.

Attraverso il percorso via Di Francia-via Milano-via Adua e via Alpini d’Italia si raggiungerà la zona del Porto Antico, dove già esiste un percorso ciclabile fino a piazza De Ferrari, attraverso la zona di piazza Caricamento e via San Lorenzo. In questo tratto si procederà a migliorare la segnaletica orizzontale e verticale, riverniciando le strisce a aggiungendo cartelli che indichino il percorso.

Il terzo percorso ciclabile è ancora in fase di studio, ma collegherà la Valbisagno, zona Staglieno, passando da Brignole fino ad arrivare a piazza De Ferrari.

Tra le 40 misure individuate dal Comune per la mobilità sostenibile, c’è la nascita, a partire da lunedì prossimo, dell’Ufficio Smart Mobility, affidato al professore genovese Enrico Musso, che dialogherà con le associazioni e i cittadini sui temi della mobilità. Altre azioni prevedono di agevolare l’interscambio con la mobilità ciclabile (velostazioni, micromobilità a bordo di bus, metro e ascensori); incentivare la mobilità condivisa (sharing) free floating per auto e due ruote; possibilità di pooling su base aziendale o territoriale.

Si prevede inoltre la revisione delle politiche tariffarie per la sosta, l’introduzione di limiti di velocità, zone 30, ZTL per contenere il traffico privato, in particolare nel centro.

E poi, incentivi all’acquisto di veicoli elettrici a due ruote, incentivi all’uso della bicicletta, commisurati all’effettivo utilizzo, anche bike-to-work, misurato con apposita App; sharing per biciclette e monopattini elettrici, in collaborazione con aziende private; realizzazione, in collaborazione con associazioni, di cicloposteggi, di bici-park notturni e velostazioni nei principali nodi intermodali (Brignole e Principe) iniziative bicibus e pedibus di concerto con le scuole; coinvolgimento degli stakeholders attraverso l’Ufficio Smart Mobility; incentivi e supporto organizzativo alle aziende e altre realtà che vogliano sviluppare lo smart working o mantenerlo dopo la fine della Fase 1 dell’emergenza sanitaria”.