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Fine vita: l’Associazione Coscioni rilancia in Liguria la proposta di legge sul suicidio assistito

Fine vita: l’Associazione Coscioni rilancia in Liguria la proposta di legge sul suicidio assistito
Marco Cappato

Un passo avanti per il diritto a una scelta consapevole

L’Associazione Luca Coscioni accoglie con soddisfazione la ripresentazione in Liguria della proposta di legge regionale sul suicidio medicalmente assistito. Si tratta di un’iniziativa portata avanti con il contributo dell’onorevole Gianni Pastorino e della Lista Orlando, con l’obiettivo di garantire un percorso trasparente, dignitoso e rispettoso della volontà individuale, in linea con la storica sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019.

Secondo Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione, e Jennifer Tocci, coordinatrice delle attività sul fine vita in Liguria, la proposta rappresenta un segnale importante: la Regione si dimostra sensibile a un tema che riguarda direttamente la libertà e i diritti delle persone che affrontano condizioni di sofferenza irreversibile.

La Liguria protagonista nella raccolta firme per l’Eutanasia Legale

La Liguria non solo si distingue per la ripresa del dibattito legislativo, ma anche per il sostegno concreto alla proposta di legge di iniziativa popolare sull’Eutanasia Legale, promossa a livello nazionale dall’Associazione Luca Coscioni. La regione ha infatti contribuito in modo significativo alla raccolta firme, culminata con il deposito del testo in Senato.

Questo impegno civico dimostra quanto sia sentita la necessità di una normativa chiara e uniforme che regolamenti l’accesso al suicidio medicalmente assistito, tutelando le persone malate e le loro famiglie, spesso lasciate sole di fronte a decisioni drammatiche.

Un quadro locale che evidenzia urgenza e disuguaglianze

Dai dati raccolti attraverso accessi agli atti inviati a tutte le Regioni italiane, emerge un quadro preoccupante: in Liguria sono almeno sei le persone che hanno avanzato richiesta per accedere al suicidio medicalmente assistito. Le risposte delle diverse ASL appaiono frammentarie, con prassi non uniformi che creano confusione, incertezza e solitudine nei pazienti.

In un caso specifico, anche dopo il riconoscimento dei requisiti richiesti, la persona è stata indirizzata verso le cure palliative e ha scelto, per ora, di non proseguire nel percorso. Un esempio che sottolinea come una legge chiara non serva solo a garantire il diritto a morire, ma anche a proteggere il diritto a decidere di vivere, supportati e senza essere abbandonati.

Un appello alla Regione Liguria: dignità e diritti per chi soffre

L’Associazione Coscioni lancia un appello alla Regione Liguria affinché ascolti le richieste di chi vive situazioni di grave sofferenza, delle loro famiglie e dei professionisti della sanità coinvolti. Approvare una legge regionale che dia piena attuazione alla sentenza della Consulta significherebbe colmare un vuoto legislativo e restituire dignità, certezza e rispetto a chi si trova nel momento più delicato e doloroso della propria vita.

Morte volontaria assistita in Italia: cosa prevede la legge e perché serve una normativa regionale

La sentenza Cappato-Antoniani e il vuoto normativo nazionale

In Italia, l’accesso alla morte volontaria assistita – comunemente indicata come suicidio medicalmente assistito – non è ancora regolato da una legge nazionale. Tuttavia, la sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, emessa sul noto caso Cappato-Antoniani, ha introdotto la possibilità di accedere a questa scelta di fine vita, purché siano rispettati requisiti precisi legati alle condizioni di salute della persona.

La Consulta ha dichiarato parzialmente incostituzionale l’articolo 580 del codice penale, specificando che l’aiuto al suicidio è legittimo solo se la persona richiedente:

  • è pienamente capace di autodeterminarsi;
  • è affetta da una patologia irreversibile;
  • vive sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili;
  • dipende da trattamenti di sostegno vitale.

Le verifiche del Servizio Sanitario Nazionale

Una volta accertati i requisiti, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) deve procedere con le verifiche previste dalla legge 219/2017 sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). Il percorso richiede il parere obbligatorio del comitato etico territorialmente competente e l’adozione di modalità esecutive che tutelino la dignità della persona, evitando sofferenze ulteriori e abusi su soggetti vulnerabili.

Con la più recente sentenza costituzionale n. 135/2024, la Corte ha chiarito che per “trattamento di sostegno vitale” si devono intendere anche tutte quelle pratiche assistenziali svolte da familiari o caregiver, anche se di natura non invasiva. Inoltre, il requisito può ritenersi valido anche nel caso in cui la persona abbia scelto legittimamente di rifiutare tale trattamento.

“Liberi Subito”: la campagna per tempi certi e percorsi chiari

Nonostante il pronunciamento della Corte costituzionale, in Italia non esistono ancora tempi certi e procedure uniformi per accedere al suicidio medicalmente assistito. Il SSN non è infatti obbligato a rispettare scadenze per le verifiche, lasciando le persone malate in un limbo burocratico che acuisce la sofferenza e l’incertezza.

Per colmare questo vuoto, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso la campagna “Liberi Subito”, finalizzata alla presentazione di proposte di legge regionali che garantiscano un percorso definito, trasparente e rispettoso dei diritti dei cittadini, con tempistiche chiare per tutte le fasi della procedura.

Le regioni italiane che hanno aderito all’iniziativa

Ad oggi, la proposta “Liberi Subito” ha trovato riscontro in diverse regioni italiane. Ecco lo stato dell’iter legislativo sul territorio nazionale:

  • 1 approvata: Toscana
  • 5 rinviate in commissione: Friuli Venezia Giulia, Piemonte*, Veneto, Emilia-Romagna*, Lombardia
  • 9 depositate e in attesa di discussione: Valle d’Aosta, Lazio, Campania, Sardegna, Abruzzo, Puglia, Sicilia, Liguria, Molise
  • 2 con proposte simili: Calabria, Marche
  • 1 da ripresentare per cambio legislatura: Basilicata
  • 1 in corso di raccolta firme: Umbria
  • 1 con raccolta firme imminente: Trentino

* In Emilia-Romagna e Piemonte, a seguito del rinnovo del consiglio regionale, la proposta è stata rinviata in commissione ma potrà essere nuovamente discussa.

Il Numero Bianco: 16.000 richieste in un anno

Negli ultimi 12 mesi, il Numero Bianco sui diritti del fine vita – 06 99313409 – coordinato da Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo, ha ricevuto 16.035 richieste di informazioni, con una media di 44 richieste al giorno e un incremento del 14% rispetto all’anno precedente.

Nel dettaglio:

  • 1.707 richieste riguardavano l’eutanasia e il suicidio assistito (circa 5 al giorno)
  • 393 richieste erano legate all’interruzione delle terapie e alla sedazione palliativa profonda
  • 580 persone hanno ricevuto informazioni sulle procedure italiane o sul ricorso a strutture svizzere per la morte volontaria medicalmente assistita (51% donne, 49% uomini)

Questi dati confermano quanto il tema sia sentito da parte della popolazione, che spesso si trova a dover affrontare dubbi e ostacoli senza una guida istituzionale chiara.

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