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Fiab Genova aderisce a M’illumino di Meno

Fiab Genova aderisce a
Fiab Genova aderisce a "M’illumino di Meno"

Fiab Genova aderisce a “M’illumino di Meno”, la giornata dedicata al risparmio energetico. L’appuntamento è per l’11 marzo.

Fiab Genova aderisce a “M’illumino di Meno”, venerdì.

“M’illumino di Meno” è la giornata promossa da Caterpillar con Rai Radio 2 e Rai per il Sociale dedicata al risparmio energetico con lo spegnimento simbolico di luci e dispositivi elettronici,

ma anche numerose altre iniziative che per quest’edizione pongono al centro il ruolo ecosostenibile di biciclette e piante.

I volontari FIAB parteciperanno al mattino, assieme a molte altre associazioni tra le quali tRiciclo Bimbi a Basso Impatto e A.S.D. S. Eusebio, alla scorta di BiciBus.

Il BiciBus è un modo sostenibile per andare a scuola, è un “autobus a due ruote” formato da un gruppo di scolari in bicicletta che vanno e tornano da scuola scortati da “angeli” anche loro in bici.

Si segnala in particolare il BiciBusauro organizzato dall’associazione tRiciclo Bimbi a Basso Impatto che da piazza Paolo da Novi raggiunge la scuola Nazario Sauro a Punta Vagno ed il BiciBus in media Val Bisagno che coinvolgerà circa 150 bambini delle scuole Doria, Prato e Pino lungo le vie del Municipio 4 fino a Molassana dove i bimbi parteciperanno a varie attvità.

La sera ci sarà invece un momento per gli adulti. FIAB invita a spegnere la TV ed il computer, a scendere in strada con la bici per godersi la città con il motto:

“Pedaliamo in PACE e rinverdiamo il mondo, la luce delle bici ci illuminerà la strada.”

Chi lo vorrà potrà incontrare, in bici, i volontari FIAB alle ore 21,00 in piazza De Ferrari.

“Mai come quest’anno M’illumino di Meno acquisisce un significato particolare” ha dichiarato Romolo Solari, presidente di FIAB Genova.

“La crisi energetica scaturita dalla guerra Russia-Ucraina tra le sue soluzioni può anche avere un maggiore utilizzo della bici nelle nostre città.

Durante la crisi petrolifera del 1973 le soluzioni alternative nel nostro paese rimasero una parentesi quasi folcloristica mentre un solo paese, l’Olanda,

colse quella crisi come occasione per cambiare radicalmente il modello di mobilità quotidiana, puntando strutturalmente sulla bicicletta.

Nei decenni successivi il modello olandese è stato visto come una stravaganza o al massimo una amenità turistica.

Negli ultimi anni invece il mondo ha cominciato a guardare sempre più a quel modello alternativo come alla soluzione più semplice e razionale ai crescenti problemi derivanti da una mobilità sbilanciata sull’auto privata:

traffico, parcheggi sempre insufficienti, malattie da sedentarietà e da smog, costi umani e sociali per incidentalità, oltre alla dipendenza energetica e all’enorme problema globale della crisi climatica.”