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Cub Sanità | 14 settembre manifestazione nazionale con presidi

Cub Sanità, il 14 settembre manifestazione nazionale con presidi sotto le Regioni
Cub Sanità, il 14 settembre manifestazione nazionale con presidi sotto le Regioni

La manifestazione è volta ad impedire la sospensione dal lavoro e del reddito dei lavoratori della sanità ed i licenziamenti dopo il 31 ottobre

Il prossimo martedì 14 settembre alle ore 17, in tutta Italia, gli aderenti e i simpatizzanti del sindacato Cub Sanità scenderanno in piazza per fare un presidio sotto le sedi dei Consigli regionali per manifestare il proprio dissenso alla sospensione del lavoro degli operatori sanitari che non si sono vaccinati.

“L’emergenza covid-19 – si legge in una nota sindacale – ci ha mostrato che la salute non può essere una merce, che la cura non può essere sottomessa alla logica del profitto.

Negli ultimi decenni i tagli agli investimenti in sanità pubblica e il trasferimento di risorse alle strutture private sono stati enormi.

Le conseguenze del mettere il profitto prima della vita e della privatizzazione di parte della sanità pubblica nazionale le abbiamo viste nella mancanza di: DPI, tamponi per diagnosticare il coronavirus, personale medico, infermieri e altri operatori sanitari, qualsiasi tipo di prevenzione e tracciamento che potesse evitare la strage della prima ondata di covid-19.”

“Nelle RSA/RSD – prosegue la Cub – la morte di migliaia di ospiti non è stata un incidente.

Per risparmiare, le strutture private non fornivano i DPI e continuano a far lavorare in fretta i lavoratori per raggiungere gli obiettivi fissati dalla direzione.

Molte cooperative per evitare l’assenza dei dipendenti non effettuavano tamponi periodici. In questo modo molti ospiti morivano semplicemente perché le aziende volevano risparmiare.

In seguito, con la diminuzione del numero degli ospiti, hanno risparmiato ancora una volta mettendo i lavoratori in cassa integrazione. Così lo Stato garantisce, se non il mantenimento del profitto, almeno l’assenza di perdite economiche per queste aziende.

Ora alcuni di quegli operatori che rivendicano i DPI, che chiedono un lavoro più umano e attento, che vogliono lavorare con la massima attenzione per garantire la salute e il benessere dei pazienti/ospiti, sono sotto attacco da parte del governo che vuole sospenderli e non pagare il loro stipendio, perché per motivi di salute o timori, soprattutto sugli effetti a lungo termine del vaccino, non intendono vaccinarsi.

Ricordando che Cub sanità difende la fine dei brevetti privati sui vaccini e l’accesso per tutti alla vaccinazione, crediamo che non si possa penalizzare gli eroi di ieri, i lavoratori vittime di questo sistema che privilegia il profitto sulla vita, sulla base di un falso: usando i DPI, nessun operatore contagia i pazienti!

“Per cui scendiamo in piazza il 14 settembre:

Per iniziare a combattere l’illegalità con cui aziende private e cooperative mangiano soldi pubblici per fare profitto privato sulla pelle dei pazienti e degli operatori. Aboliamo i minutaggi e la fatica;

Per iniziare a lottare per una sanità e una assistenza che tornino degne dell’Italia che ha combattuto per averle;

Per impedire i licenziamenti degli eroi e delle eroine dopo il 31 ottobre;Per impedire la sospensione dal lavoro e del reddito dei lavoratori della sanità.”