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Caso Enzo Tortora, vergogna giudiziaria italiana: mostra a Palazzo Ducale

Il giornalista genovese Enzo Tortora, conduttore di Portobello, vittima di malagiustizia (foto d'archivio)

La ricostruzione della cella di un carcere, installazioni, proiezioni, foto sospese costituiscono la mostra intitolata “Enzo Tortora. La Tv spezzata – Ascesa e caduta di un uomo contro” che è stata allestita a Palazzo Ducale in occasione dei 90 anni dalla nascita del conduttore Tv e giornalista  genovese, finito suo malgrado e da innocente nel tritacarne della Giustizia.

L’esposizione, curata da Renato Tortarolo, sarà aperta al pubblico fino al 6 gennaio.

Non si tratta della solita mostra sulla vita di un personaggio, ma di un tributo alla dignità, al coraggio, a un uomo che ha fatto la storia del Paese, o “Paesucolo” come direbbe Tortora, resistendo alle ingiuste accuse culminate in un caso di vergogna giudiziaria.

“Questa mostra – ha spiegato oggi il presidente della Fondazione Palazzo Ducale Luca Bizzarri – l’ho fortemente voluta. Se fosse ancora vivo Tortora avrebbe compiuto 90 anni. Genova, la sua città, non gli ha restituito abbastanza di ciò che si meritava. Questo è un passo in questa direzione”.

Nell’esposizione ci sono anche le lettere con le commoventi parole che Enzo Tortora (scomparso il 18 maggio 1988) scriveva dal carcere alla figlia. Sui pannelli molte sue frasi. Poi il muro della dignità dove si trovano Pier Paolo Pasolini e Luigi Calabresi, oltre a Rosa Parkes: “Perché le ingiustizie, le calunnie, non hanno colore”.