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Casa Luzzati, inaugurazione mostra Il Medioevo fantastico

Luzzati. Il Medioevo fantastico, inaugura il 3 giugno a Casa Luzzati
Luzzati. Il Medioevo fantastico, inaugura il 3 giugno a Casa Luzzati

Celebrazione del Medioevo nell’arte di Lele Luzzati

Oggi Casa Luzzati a Genova inaugurerà una nuova mostra intitolata “Luzzati. Il Medioevo Fantastico”, un evento che celebra annualmente la data di nascita del Maestro Lele Luzzati. Questa esposizione mette in luce l’influenza del Medioevo nell’arte di Luzzati, che ha attraversato vari ambiti come scenografia, costumistica, illustrazione, scrittura, ceramica e decorazione, teatro e cinema d’animazione, con ben due candidature all’Oscar.

Temi e personaggi medioevali

Luzzati ha esplorato numerosi temi e personaggi del Medioevo, tra cui Dante, Jacopo da Varagine, Boccaccio, Ariosto, Tasso, Boiardo, Cristoforo Colombo, Marco Polo e i paladini. La mostra presenterà queste figure storiche attraverso le diverse opere del Maestro, offrendo ai visitatori un viaggio affascinante nel Medioevo attraverso la lente creativa di Luzzati.

Raffigurazioni delle città storiche

La mostra non si limita ai personaggi, ma include anche raffigurazioni medioevali delle città che hanno ispirato Luzzati, prima fra tutte la sua amata Genova. Verranno esposte rappresentazioni storiche di altre città come Roma, Gerusalemme, Napoli e Venezia, evidenziando le loro architetture, storie e protagonisti.

Contributo al cinema

Uno degli elementi salienti della mostra sarà il contributo di Luzzati al cinema, inclusa la famosa sigla animata realizzata per “L’armata Brancaleone” di Mario Monicelli nel 1966. Questa sezione offrirà un’ulteriore dimensione della versatilità artistica di Luzzati.

Opere di altri artisti

La mostra comprenderà anche opere di altri grandi artisti, come il ciclo di 15 ceramiche policrome di Umberto Piombino dedicate a Cristoforo Colombo. Queste opere sono state gentilmente concesse da ERG a titolo gratuito per la realizzazione dell’esposizione, arricchendo ulteriormente l’evento.

Il Medioevo fantastico di Lele Luzzati

Via Caffaro. L’infatuazione di Lele Luzzati per il Medioevo era implicita sin dal nome della via in cui era nato, da dove sarebbe stato costretto a migrare a seguito delle leggi razziali e dove sarebbe tornato per concludervi la propria esistenza. Caffaro di Caschifellone – autore dei primi annali genovesi – non sarebbe mai apparso nelle sue opere ma avrebbe aleggiato come un nume tutelare in quelle più specificamente “medievali”, attraversanti, come un filo rosso, l’intera sua vicenda umana e artistica.

Luzzati guardava al Medioevo come al suo Oriente: laddove quest’ultimo non era che l’altrove nello spazio, il primo ne rappresentava l’altrove nel tempo. Il suo orizzonte, tuttavia, non era meramente onirico bensì reale, concreto, fatto di mercanti e navigatori, damigelle e cavalieri, di mura e palazzi, di lance e di spade.

Un Medioevo fantastico, nella misura in cui, lungi dal rifugiarsi in un universo metafisico, ne consentiva, piuttosto, la comprensione più attenta, dando sostanza aiprofondeurs di cui palava Jacques Le Goff, i sentimenti, le emozioni, gli atteggiamenti mentali, che in quello risaltavano massimamente.

È in questo senso che le sue città medievali – a partire da Genova, la «migliore Musa», ma senza tralasciare Gerusalemme, Roma, Napoli, Venezia – prendevano vita, animandosi di paladini e avventurieri, santi e mercanti: da Marco Polo a Cristoforo Colombo, passando per Dante, Boccaccio e Francesco d’Assisi.

Figure iconiche, potremmo dire, mescolate alla gente comune, al mondo dei mestieri, in uno spazio-tempo alternativo ma presente qui e ora. Un Medioevo luminoso e drammatico.

Un Medioevo «gentile, ironico e stilizzato», nelle parole di Mario Monicelli. Un Medioevo ch’è tutto colore. Un Medioevo attento alla dimensione del racconto. Un Medioevo cristiano – a prescidere dagli affondi sulla Cabala, sapienza antica e misteriosa – letto attraverso gli occhi di un ebreo del Novecento.

Un Medioevo offerto, ora, ai suoi concittadini e a tutti coloro che vorranno ripercorrerne l’avventura. Antonio Musarra (Sapienza Università di Roma)